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IL SIGNORE DEGLI ANELLI: IL RITORNO DEL RE
(The lord of the rings: the return of the king)

17/12/2003, USA

Data di uscita nelle sale italiane 22/01/2004

VALUTAZIONE 7 1/2

Sceneggiatura Peter Jackson, Frances Walsh, Philippa Boyens e Steven Sinclair (basata sul romanzo di J.R.R. Tolkien)

Regia Peter Jackson

Interpreti Elijah Wood, Sean Astin, Ian McKellen, Viggo Mortensen, Orlando Bloom, Liv Tyler, Cate Blanchett, John Rhys-Davies, Bernard Hill, John Noble, Billy Boyd, Dominic Monaghan, Hugo Weaving, Miranda Otto, David Wenham, Andy Serkis, Karl Urban, Craig Parker

Il sito ufficiale del film

Produzione New Line, The Saul Zaentz Company e WingNut Films

Produttore Barrie M. Osborne, Peter Jackson e Fran Walsh

Produttori esecutivi Robert Shaye, Harvey Weinstein, Bob Weinstein, Mark Ordesky e Michael Lynne

Co-produttori Jamie Selkirk e Rick Porras

Fotografia Andrew Lesnie

Montaggio Michael Horton e Jabez Olssen

Musiche Howard Shore

Scenografie Grant Major

Direzione artistica Peter Joe Bleakley, Phil Ivey, Rob Otterside e Mark Robins

Costumi Richard Taylor e Ngila Dickson

Casting John Hubbard, Ann Robinson, Liz Mullane, Victoria Burrows e Amy MacLean

Sonoro David Farmer e Hammond Peek

Effetti speciali Richard Taylor, Jim Rygiel e Weta Digital Ltd.

Trucco Peter King e Peter Owen

TRAMA

Sconfitti gli eserciti di Saruman e ridotto lo stregone alla resa, Gandalf e gli altri non possono dirsi ancora vinti: Gondor è il prossimo bersaglio delle forze di Sauron, e Minas Tirith l'ultima città che vi si possa opporre. Ma al comando degli eserciti si trova Denethor, ormai impazzito per la morte del figlio Boromir, e solo il ritorno del re, Aragorn, potrebbe condurre gli uomini alla vittoria. Nel frattempo, l'impervio viaggio di Frodo sta per giungere al termine: vicino a Monte Fato, il destino dell'anello sta per compiersi...

RECENSIONE

Giunge al termine una saga che non ha precedenti nella storia del cinema, una trilogia il cui impegno produttivo e tecnico resterà negli anni come pietra miliare. Perchè, al di là della qualità del film, ciò che senza dubbio è impressionante è proprio lo sforzo fatto dagli autori per creare un'opera che è stata prima di tutto una scommessa (ampiamente vinta), ed anche un'impresa titanica. Tanto di cappello dunque agli autori, ai tecnici, agli interpreti e a chiunque vi sia stato coinvolto, ma... c'è un grosso ma.
É un discorso che è già stato fatto anche per i film precedenti, ma più che mai in questo risulta evidente come l'immane sforzo produttivo unito al desiderio (evidente) di attenersi quanto possibile all'origine letteraria della storia, abbia schiacciato l'opera filmica sotto un peso che ne ha limitato inevitabilmente la cifra stilistica. Il tocco di Jackson è praticamente invisibile, riaffiorando solo in alcune, brevi scene (il pasto di Denethor che cadenza l'assalto disperato di Faramir e la straordinaria sequenza iniziale con le "origini" di Gollum), abbondano le lunghe riprese aree che vorrebbero essere imponenti ma finiscono per essere stancanti e ripetitive, i dialoghi sono ridondanti e a volte ridicoli tanto vogliono (e debbono?) attenersi a quelli del libro, le battaglie spettacolari (una menzione per l'assalto degli olifanti) ma alla fin fine tutte uguali.
E il finale, protratto all'inverosimile per omaggiare la controparte letteraria (invero molto più lunga e "snervante", qui saggiamente sforbiciata), ne disperde ogni valore drammatico ed emotivo, come accade già lungo tutta la pellicola. Perchè è questo, in definitiva, che manca al film come a tutta la trilogia: l'anima, la passione, l'emozione. Per quanto gli autori si sforzino di donare epicità e dramma, tutto sa di fittizio, di posticcio, non c'è vero nerbo nè partecipazione, e diviene ancor più evidente in un finale che avrebbe dovuto chiudere con malinconia e speranza e risulta solo noioso e frammentario. E l'assenza di una conclusione degna per la vicenda di Saruman, palesemente tagliata nella pessimamente montata sequenza iniziale, aggiunge l'amaro in bocca per un film che vede solo in dvd la sua versione completa e definitiva.
Forse era inevitabile, forse questo è il risultato migliore che si potesse sperare nell'adattare per lo schermo un romanzo inadattabile, e in fin dei conti resta comunque un'opera importante e sicuramente da vedere, però... però la mente corre allo straordinario EXCALIBUR di Boorman, che con un materiale ancora più difficile ha ottenuto, lui sì, un'opera dal respiro sinceramente epico, e al DUNE di Lynch che, pur con tutti i suoi difetti, ha dato un'interpretazione viva e personale ad un'opera complessa (e ripensando alla pedante e fredda mini-serie televisiva, il paragone con il SDA è ancora più calzante). E si rimpiangono le approsimazioni del passato rispetto al perfezionismo manicheo del presente...

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