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THE
RING 2002, USA
VALUTAZIONE 8
Gore Verbinski Interpreti
Naomi Watts, Martin Henderson, David Dorfman, Brian Cox, Jane Alexander,
Lindsay Frost, Amber Tamblyn, Rachael Bella, Daveigh Chase, Shannon
Cochran, Sandra Thigpen, Richard Lineback, Shasha Barrese, Tess Hall,
Adam Brody, Alan Blumenfeld, Pauley Perrette, Joe Chrest, Produzione DreamWorks, MacDonald/Parkes e Bender-Spink
Produttori esecutivi Michele Weisler, Roy Lee e Mike Macari Co-produttore Christine Iso Fotografia Bojan Bazelli Montaggio Craig Wood Musiche Hans Zimmer Scenografia Tom Duffield Direzione artistica Patrick M. Sullivan Jr. Costumi Julie Weiss Casting Denise Chamian Sonoro Peter Miller e Lee Orloff Effetti speciali Jennifer Lee, Burt Dalton, Christopher Anderson e Charles Gibson Trucco Rick Baker e Jean A. Black TRAMA
Una ragazza muore misteriosamente di infarto, un'amica di famiglia che fa la giornalista viene incaricata dalla madre di indagare, di capire il motivo di questa morte inspiegabile. La donna scopre che una settimana prima di morire la ragazza, assieme ad altri amici, aveva visto una strana cassetta mentre si trovava in una baita in montagna: al termine della visione, ricevettero una telefonata che li avvisava sarebbero morti dopo una settimana. La giornalista trova la cassetta, che contiene una serie di immagini inquietanti, e al termine della visione riceve la stessa telefonata. Inizia una corsa contro il tempo per comprendere il senso di quelle immagini e scoprire come evitare il destino che la attende... RECENSIONE Remake
di una pellicola giapponese di grande successo in patria (RINGU, del
1998, a cui seguirono altri due film e due serie per la TV), il film
inizia nel solco del più tradizionale horror americano (con una
citazione nemmeno tanto nascosta di SCREAM), finendo poi per tradire
la propria origine orientale non solo nella trama (la figura del fantasma
è rappresentata in modo ben poco occidentale, specie nel finale)
ma anche in buona parte delle invenzioni visive. Molto deve anche al
filmato della famigerata videocassetta, che attinge dall'immaginario
espressionista con un pizzico di BLAIR WITCH PROJECT, che da solo regge
buona parte delle inquietudini iniziali del film, in definitiva costruito
su elementi semplicissimi (immagini misteriose a cui i protagonisti
trovano lentamente un senso) che proprio per questo fanno presa sullo
spettatore senza l'uso di effettacci (una tradizione che è tornata
a consolidarsi nel cinema americano). |
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