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Duefisso di Kammamuri

1 - E la chiamano estate

fa caldo. un caldo maledetto. non riesco a fare altro che piangermi addosso o fumarmi un altra sigaretta che in queste condizioni sembra refrigerare. potrei fare un viaggio. in questo periodo, a giugno, luglio e agosto si fanno viaggi. negli altri nove mesi no, si fanno trasferte. in un famoso spot dicono che ci sono persone che mangiano calcio, vivono calcio, respirano calcio. beh, quelle persone da settembre a maggio i viaggi li chiama trasferte. fa troppo caldo però. chi se la sente di mettersi in viaggio. meglio rilassarsi a roma. vacanze romane, sono più economiche e a volte riservano anche grosse sorprese. fa troppo caldo adesso. aspetterò la prima trasferta per muovermi. bella storia. vacanze romane e trasferte giallorosse. vuoi mettere lo stile. lo stile mica lo improvvisi. lo stile ce l'hai dentro. oggi proprio non mi posso muovere. fa un caldo che si squaglierebbe pure lo stile. no.. no... vacanze romane. questo è stile. un bel giro in vespa, modello gregory peck e haudrey hepburn come nel poster che troneggia a casa di fausto proprio sopra il suo letto. e chi m'ammazza, alle brutte faccio pure un salto ai cancelli, un po' di sole e frittura di pesce al chioschetto. poi si chiedono perchè "semo fatti cor pennello...". intanto però mi butto un attimo sul divano. il telegiornale ha sconsigliato di uscire nelle ore calde. in realtà il messaggio era destinato a vecchi e bambini ma io lo estendo anche a me. detesto sudare. non si addice al mio stile.

bella storia. sono steso tra il divano e la sedia che mi regge i piedi. in questo modo circola più aria. per cominciare do una letta veloce al corrierone, anzi, per cominciare mi accendo una sigaretta. la sigaretta farà pure male alla salute ma fa bene alla mia concentrazione. sarà forse l'atto, complesso e automatico di avvicinare il cilindretto alla bocca, o magari quello di aspirare. chi lo sa, e poi se lo sapessi non cambierebbe molto. quello che conta è che la sigaretta aiuta la concentrazione e la campagna acquisti va seguita attentamente perchè è uno dei momenti nevralgici dell'anno. è il momento della semina. il momento in cui gli errori condizionano tutta la stagione. è il momento in cui l'astinenza genera turbolenza. discussioni oziose e insieme appassionate, infinite e insieme inutili. maledetta astinenza. mi tocca leggere di presunti campioni che giornalmente si trasformano in probabili beniamini per poi diventare il giorno dopo orribili renitenti alla chiamata della roma. se c'è una cosa che non ho mai capito è come si faccia a rifiutare la roma. maledetta astinenza. chiudo il giornale e mi stendo. alla mia sinistra il portacenere trabocca drammaticamente. che coglione che sono. un tempo lo diceva solo mia madre ma oggi lo penso anche io. chissà quante cazzo di sigarette mi sarò fumato in vita mia. sono tredici anni e mezzo che fumo. il che vuol dire circa cinquemila giorni, che moltiplicato per venti che sono le sigarette di un pacchetto fa centomila. cazzo. ho fumato centomila sigarette. oddio. in un attimo me le vedo tutte ammucchiate e io sopra a riflettere su quanto posso essere stronzo a fumarmi quella montagna di tabacco e carta. tredici anni e mezzo, centomila sigarette, trentatrè trasferte, ventuno ragazze, circa centocinquanta partite in casa. ecco curriculum di kammamuri.

dovrei dormire invece di pensare a queste cazzate ma fa troppo caldo e non ci riesco. dovrei dormire a tutti i costi per essere fresco stasera, anzi stanotte. c'è la coppa america, gioca l'argentina. mi devo documentare attentamente. devo vedere samuel, futuro centrale della roma. certo che la trasmettono ad un'ora scannata. ma devo tenere duro. me ne hanno parlato bene e devo controllare. pare abbia molto stile. anticipa, esce dall'area a testa alta. io adoro quelli che giocano a testa alta. la fissazione dello stile me la mise addosso paulo roberto falcao. stilosissimo. roba da brividi. altro che quel caprone che posa mezzo nudo nel cartellone sotto casa mia manco fosse paolina bonaparte. dico ve lo ricordate falcao dopo il goal a pisa l'anno dello scudetto? ve lo ricordate con quale stile correva descrivendo sull'erba un'ellissi perfetta? con quale stile urlando si tirava su le maniche della maglietta? della mitica maglietta barilla? che stile. che caldo. c'ho il metabolismo ridotto uno schifo. arranca sotto i colpi della temperatura. è pure un fatto di ansia. radio e televisione spingono l'anticiclone delle azzorre come se fosse la star dell'estate. poi ci mettono quella musichetta ossessiva... tipo colonna sonora dello squalo. van van van va van van... nuova ondata di caldo... van van van va van van... era dal millenovecentoventitrè... e giù immagini di gente che si fa il bagno nella fontana di trevi. ma dico un po' di stile. che cazzo. vieni a roma e ti fai il bagno nella fontana di trevi. roba da caproni. dico voi ce lo vedreste falcao che per il caldo sbrocca e si butta nella fontana? centomila sigarette. centomilavoltecoglione. che caldo. ormai vaneggio. con lo sguardo perso nel vuoto immagino una legione romana che assedia un paese in sabina. tutti intorno alle mura a cantare... a mezzanotte uscite a mezzanotte aaa mezzanooootte uscite a mezzanotte... alla grande. allucinazioni da astinenza. d'altra parte il tifoso è uno affetto da tifo, mica uno che sta bene... drinnnn. è il citofono. merda, mi alzo dal divano mezzo rintronato. neanche faccio in tempo ad alzare la cornetta che sento urlare "a kammamu' dai che è tardi...". uffaaaa... stavo per riuscire a dormire, e poi sono sicuro che avrei fatto un sogno da paura continuando con la fantasia completamente libera il canovaccio dell'assedio in sabina. pazienza... però il sogno lo riprenderò stanotte. non è facile ma se mi concentro e se non trascorrono più di ventiquattro ore riesco a ricominciare i sogni da dove li avevo lasciati. mia madre dice che è perchè tanto pure di giorno vivo nel mondo dei sogni. da quando sono piccolo. dice che sogno appresso alla roma, che sogno appresso alle ragazze, che sogno appresso a nuovi lavori, che insomma non vivo, sogno. lei si lamente. a me francamente non è che poi dispiaccia così tanto. da piccolo per gioco immaginavo di essere al posto del bomber pruzzo e di segnare un gol al derby. metà gioco e metà sogno. facevo anche l'intervista alla fine della domenica sportiva. allora verso mezzanotte incoronavano il gol della domenica. prima ne prendevano tre e poi ne veniva scelto uno. ovviamente il mio era il gol della domenica. ma torniamo sulla terra che giù mi aspettano. che caldo qui sulla terra. quando sogno mica fa questo caldo. fanno sempre ventitrè gradi e non si suda. sarà perchè metto stile anche nei sogni.

sotto casa mi aspettano fausto e e gecko. se non fosse una giornata stracalda di luglio potrei aver l'impressione che siano venuti a chiamrmi per partire. per andare in trasferta. kammamuri, fauasto e gecko. formazione tipo per la trasferta giallorossa. mentre mi avvicino li vedo che se la ridono all'ombra dei pini di viale tirreno. fausto sta sempre in tiro. secondo me è malato. la camicia non ha mai una piega. sbuffa dai jeans in maniera sempre perfetta. è talmente fissato che la domenica quando andiamo allo stadio ci mette dieci minuti ad annodarsi la sciarpa intorno al collo. manco fosse una cravatta di armani. una volta è troppo lungo il davanti, una volta il dietro, una volta il nodo è troppo piccolo. uno stress. gecko invece di questi tempi gira sempre in canotta. secondo me vuole esporre il bicipide volitivo. guarda come se la ridono, maledetti. "guarda come je stai... che per caso dormivi?" fa gecko. non fa in tempo a finire che fausto entra con tempismo perfetto: "secondo me non dormiva, sognava...". ahò co' stò caldo questi trovano pure il tempo per venire a citofonare. per fare che? per dire cazzate e ridere. ora lo so che attaccano con maria e con zeman. me lo sento. gecko sostiene che io sia ancora innamorato perso di una mia ex che ormai si è sposata e fausto nell'indecisione propende più per le sue accuse che per le mie difese. ormai è passato talmente tanto tempo, sono successe talmente tante cose che non so più neppure io se sia vero o no. però un conto è che lo penso io, un altro è che lo dicano loro. ridendo per giunta. allo stesso modo fausto, spalleggiato da gecko, sostiene che sto ancora sotto pure al sogno di zeman. mica capiscono che uno può guardare avanti senza necessariamente frullare dalla finestra la stima per qualcosa che ormai rappresenta solo il passato. e poi non se lo ricordano che quando andiamo in trasferta passiamo ore e ore, durante il viaggio, a ricordare le giornate più epiche vissute nello stadio che ci aspetta? qui in ballo c'è l'attesa del futuro ma c'è anche una storia da rispettare. altrimenti saremmo davvero dei matti, come ci descrivono negli articoli di giornale ogni volta che capita qualche incidente. ognuno ha un buon motivo per essere attaccato alle cose che fa. e più sembrano assurde più vuol dire che l'attaccamento e forte. più vuol dire che il motivo è radicato dentro di lui. ognuno ha un buon motivo per essere attaccato alla roma e questo motivo sicuramente affonda le radici nel passato, nella propria storia. poi guarda un po' che parlando, durante i lunghi viaggi attravero l'italia, scopri che spesso questi motivi si sfiorano fina anche a diventare uguali. vecchie partite, vecchi amici, zii, genitori, nonni. c'è sempre qualcuno che ti ha trasmesso il fuoco e tu lo porti avanti. anche io forse un giorno lo trasmetterò a qualcuno quel fuoco. nel frattempo lo teniamo acceso come le antiche vestali e insime con la legione scorrazziamo in giro per l'italia saccheggiando ogni manto erboso delimitato da quelle strisce di calce dritte come le autostrade. mamma mia che caldo. quasi quasi mi accendo un'altra sigaretta, probabilmente la numero centomilauno.