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  Inchieste


 

Giù le mani da Venditti
Cantore della nostra storia

di Daniele Lo Monaco - Set.2001

Ricordo che qualche anno fa, uscendo dal cinema dopo aver visto Schindler's list, giurai che qualsiasi cosa avesse detto o fatto da quel giorno Steven Spielberg non avrei mai più detto o pensato nulla contro di lui. Chi è capace di un simile capolavoro, pensai, merita per sempre la mia stima. Non so chi dei due può sentirsi onorato del paragone, ma un pensiero simile gravitò per la mia testa anche la notte del 15 maggio '83, quando stremato per i festeggiamenti più del clacson della Ritmo di mio cugino, non chiusi occhio e ripercorsi la straordinaria serata del Circo Massimo. E quando, tempo dopo, acquistai l'album Circo Massimo, quello con la copertina bianca con la firma e il cappello di Antonello e sullo sfondo la marea giallorossa, non pensai affatto alla speculazione orchestrata ai miei danni sul nome della Roma. Per questo ho seguito con sorpresa, sbigottimento e talvolta disgusto la vicenda delle critiche ad Antonello Venditti dopo il concerto del 24 giugno di quest'anno. Se ho capito bene la questione, si rimprovera ad Antonello di aver organizzato per festeggiare lo scudetto conquistato non la festa della Roma, ma il suo concerto, preludio al cd e alla tournée di questa estate. Quale festa della Roma non è dato sapere, visto che al Circo Massimo avevano assicurato la loro presenza solo 5 giocatori su 25, mentre Capello era già al mare da cinque giorni. Si è così accusato Antonello della colpa della società che piegandosi alle inutili giustificazioni della scaramanzia non ha organizzato niente prima e, visto che era tardi, neanche dopo. Tranne, dimenticavo, la cena per 700 vip o pseudo tali di Fregene. Quando si dice il richiamo all'estrazione popolare... Qualche commentatore ha ammantato di significati politici o... radiofonici la polemica, suggerendo chiavi di lettura ambigue o comunque indimostrabili: allora non perdiamo tempo a commentarle. Poi si è impietosamente ricordato che Antonello ha usato il playback per interpretare due canzoni. È vero, era giù di voce. E allora? Facciamo così: prendiamo a calci in culo anche Alberto Sordi visto che non fa più ridere. E il rispetto? Ah già, no noi siamo romani. Ce ne freghiamo. Di Venditti e del Papa. Qui allora forse non ci sono romani. A rosso&giallo portiamo rispetto. Alla storia, prima di tutto. E all'arte. In una e nell'altra, ampie citazioni merita Antonello Venditti, cantore della nostra vita. Ed è curioso che dei tanti amici presenti al concerto siamo stati solo noi a difenderlo. Noi che da quasi vent'anni aspettiamo l'occasione di conoscerlo e stringergli la mano. P.S. sorvolo sugli striscioni allo stadio pro Carlo Zampa relativamente alla questione dei mancati inviti. Un milione di persone sono arrivate da tutta Italia quel giorno senza invito. E sono stati seduti dalla mattina e sotto il sole in posizione assai più scomoda di quella ("da barboni") denunciata al Corriere della Sera da Francesco Totti. Arrivato con la scorta fin dentro il palco.