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  Inchieste


 

Totti non per tutti

di Francesco Oddi - Gen.2002

La continuità non è telegenica, neppure quando è geniale. Meglio gli exploit, sicuramente. E così Owen, dopo il quarto posto ottenuto con quel meraviglioso gol contro l'Argentina ai Mondiali di Francia, segna tre reti sul campo della Germania tre volte campione del Mondo e si porta a casa il Pallone d'Oro. Che rimane fedele alla sua tradizione, un prestigioso premio assegnato dai giornalisti di 51 Paesi ad uso e consumo dei restanti colleghi, o sedicenti tali, che possono criticare qualcosa senza che nessuno abbia da ridire. Ha fatto molto comodo ai media italiani, che si ritrovavano la didascalia pronta per ogni servizio su Totti, Roma-Real e Roma-Liverpool, ed è stato messo in disparte non appena si è capito che la giuria era orientata su altri nomi. Minor appeal ha il Fifa World Player, che pure viene assegnato dai tecnici delle nazionali e non dalla vituperata categoria dei giornalisti sportivi. Lo ha vinto Figo, confermando la scarsissima originalità dei ct: su undici edizioni, sei volte la loro scelta ha ricalcato quella di France Football, tre volte hanno premiato il Pallone d'Oro uscente. Poteva diventare un premio interessante, che non fosse riservato ai giocatori d'attacco, invece si è ridotto a caricatura dell'altro, scegliendo persino la stessa data per la proclamazione del vincitore.

È sobria ed elegante la copertina di France Football del 18 dicembre 2001. Una foto del Golden Boy in giacca e cravatta, su sfondo nero, con il Pallone d'Oro sulla mano. Bello e sorridente, fair play da perfetto inglese, imprendibile palla al piede, tranquillo fuori dal campo e persino astemio: uno spot vivente per il calcio britannico. Una vittoria coerente ed annunciata la sua, dopo che la premiazione di Figo nella scorsa edizione aveva mostrato come un uomo copertina potesse ambire al prestigioso riconoscimento senza aver alzato vinto nulla di importante con il suo club. Owen è diventato, nell'immaginario collettivo, quello che nel 2001 ha alzato al cielo cinque coppe, e poco importa che ben pochi siano in grado di ricordarsele tutte e cinque: la più importante era la Coppa Uefa, manifestazione a cui Totti non ha neppure partecipato per non sprecare forze preziose per il campionato. Secondo con 140 punti, 36 in meno del vincitore, Raul, in doppia cifra per i gol segnati nella Liga dal Œ95-'96, campione di Spagna in carica, vincitore di due Champions League e capocannoniere dell'ultima edizione. Se è vero che per portarsi a casa il Pallone d'Oro bisogna vincere qualcosa di importante a livello europeo ed aver collezionato qualche buon piazzamento in precedenza, il premio spettava a lui. Al terzo posto il portiere Kahn del Bayern Monaco (114), eroe per demeriti altrui di una finale di Champions decisa ai calci di rigore. E prima del capitano troviamo anche Beckham, uno di quelli che si piazzerà sempre e non lo vincerà mai, a meno che l'Inghilterra non si aggiudichi i Mondiali con un suo gol. Ipotesi difficile, visto che gli uomini di Eriksson hanno rischiato di finire allo spareggio, qualificandosi a tempo scaduto contro la Grecia proprio grazie ad un suo calcio di punizione. Notevole lo scarto tra i due: 57 punti il romanista, 102 l'inglese. 57 punti che sono comunque sufficienti a tenersi dietro Figo (sesto con 56), Rivaldo (20), Shevchenko (18), Henry e Zidane (a pari merito con 14). Quattro voti per Nesta, due per Tommasi, uno, dall'Azerbaigian, per Roberto Baggio.

Il quinto posto non è un risultato da buttare via. Ci aveva ammoniti il caporedattore di France Football, nell'intervista pubblicata su r&g di novembre: molti considerano Totti un fenomeno recente, esploso ad alto livello solo con i campionati europei del 2000. D'altronde, avranno pensato i giurati, tanto precoce non deve essere questo Totti se a 22 anni il commissario tecnico non lo ha neppure preso in considerazione per il Mondiale di Francia. Nesta, con quattro anni di nazionale ed una Coppa delle Coppe alle spalle, ha dovuto vincere lo scudetto ed arrivare in finale all'Europeo per ottenere un quinto posto nella graduatoria del PdO. Totti lo ha eguagliato finendo su metà delle schede (25 su 51), 3 volte al secondo posto, 6 al terzo, 11 al quarto e 5 al quinto. Spesso i giurati devono affidarsi agli highligths piuttosto che alle partite intere, ma non tutti possono aggrapparsi a questa scusante.

Il giornalista belga può anche non ricordare Roma-Aalst, che risale al '95, ma ha avuto occasione per rifarsi con gli Europei o con Anderlecht-Roma: eppure ha escluso Totti a favore di Rui Costa. Belgio a parte, tutte le nazioni che hanno incontrato il romanista a Belgiolanda 2000 lo hanno inserito nella scheda: la Romania lo ha incontrato anche una seconda volta, per la seconda volta ha subìto un suo gol, e lo ha messo al secondo posto. Curioso l'atteggiamento di Ernst Hasler, giurato del Liechtenstein: lo scorso anno fu l'unico a mettere Totti sul podio, quest'anno non ha inserito nella sua lista né lui né Raul, preferendogli Mendieta ed Effenberg. Il collega olandese, uno dei magnifici sette che hanno indovinato i primi cinque nomi, l' ha votato al terzo posto, chissà, forse ricordando il primo vero exploit internazionale del capitano, la doppietta in amichevole contro l'Ajax, quando Giampaglia decise di escluderlo dall'under 21 e Bianchi meditava di mandarlo in prestito alla Sampdoria. Il giurato armeno vota Totti perché è un "eccellente attaccante, uno dei migliori al mondo nel suo ruolo‰, quello bosniaco perché è il "centravanti che cresce‰, quello irlandese, che evidentemente lo ha visto giocare qualche volta in più degli altri due lo definisce "sempre presente nell'ultimo tocco e nella costruzione del gioco‰. Il gallese lo ha escluso, ma ha messo al quarto posto Tommasi, unico rossogiallo a prendere voti oltre al capitano. Nessuna preferenza per Candela, che perde nettamente il confronto diretto con Lizarazu, undicesimo con dieci punti, ne' per Batistuta, Cafu, Del Piero, Giggs, Kuffour, Scholes, Thuram e Vieira. Tra i ventitré giocatori a zero punti, la nazione più rappresentata è la Francia: forse che nelle nomination, decise dalla redazione di France Football, sono stati inseriti giocatori il cui unico merito era il passaporto francese? Sembra difficile d'altronde trovare un motivo alla candidatura di Barthez, il portafortuna a cui Blanc ha messo due guanti da portiere, o a quella di Desailly, preferito senza alcun timore di blasfemia a Samuel.

Così come non si capisce il piazzamento di Francesco al Fifa World Player: decimo con 40 voti, contro i 250 del vincitore Figo. Trapattoni, che non poteva votarlo, continua a paragonarlo a tutti i calciatori più forti che gli vengono in mente, ma su 130 ct solo in cinque lo hanno messo al primo posto: il belga Waseige ed il georgiano Chivadze, i selezionatori di Lettonia e San Marino, ed il commissario tecnico tedesco, Rudi Voeller. Avranno modo di conoscerlo, visto che a Roma molti ritengono che il Pallone d'Oro a Totti sia solo stato rimandato di un anno: con il Mondiale può farcela tranquillamente. Così come può farlo vincere a Vieri.