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  Ripensandoci


 

Caro Sensi serviva un difensore

di Gianni Melidoni - Feb. 1999


Ci risiamo. l'inverno per Zeman è come l'aglio per i vampiri.
«I fatti sono chiari, i punti che mancano pure. Il calo è evidente, e non è una novità. Lo scorso anno cominciò con la sconfitta di dicembre contro l'Inter e proseguì con le legnate nel primo derby di Coppa Italia e con l'Udinese all'Olimpico. Passata la bufera la squadra si è ripresa ed è stata una cavalcata trionfale fino alla conquista del quarto posto. Cioè: il miglior risultato della Roma degli ultimi cinque anni».
Esiste un rimedio, o tutto quanto sta accadendo è inevitabile? «Innanzitutto ci vorrebbe una maggiore rotazione dei giocatori, indipendentemente da quella che pure c'è stata, imposta dalle circostanze anziché da scelte mirate e ponderate. E' evidente che nella testa di Zeman c'è una radicata convinzione: esiste una mancanza reale di alternative. Wome ha la pubalgia, d'accordo, ma a centrocampo i giocatori ci sono, eccome. Tomic è costato tanti soldi ma era il capitano del Partizan, Alenitchev non può essere diventato improvvisamente un brocco. Non vorrei si trattasse di fissazione del tecnico. Per non parlare di Bartelt, che nei pochi minuti in cui è stato impiegato ha dimostrato scatto micidiale e tecnica purissima».
Quindi esiste un problema di incompatibilità tra il tecnico e alcuni giocatori.
«Zeman è un despota, non ha senso di elasticità. I giocatori sono obbligati ad adattarsi ai suoi schemi, lui non fa niente per adattarsi alle caratteristiche degli altri. Sia chiaro però: nelle partite in cui la Roma ha girato - su tutte quella di Parma - ha mostrato a tutta Italia un calcio avveniristico, ogni cosa fatta bene e a 300 all'ora. Il punto è proprio questo: a livello di formazione titolare il potenziale per quel gioco c'è, il problema è rendere costante la velocità di crociera».
Le condizioni di forma dei singoli sono incerte.
«Di Biagio sta crescendo, promette una grande primavera, Aldair gioca di meno perché gli anni passano per tutti e si fa male con maggiore frequenza. Cafu sconta i Mondiali, non è mai stato così assente, mi dà l'idea di una macchina che non riesce a trovare la definitiva messa a punto. Lo stesso Wome ha una muscolatura complessa, si vede e non si vede, ed è un peccato perché è un atleta eccezionale. Candela è un'altra vittima dei Mondiali francesi, come i suoi compagni di nazionale Deschamps e Zidane. L'unico che dai Mondiali è uscito bene è Salas, ma lui ha una muscolatura duttile, come Maradona».
Intanto è arrivato Fabio junior, e lui i Mondiali non li ha giocati.
Fabio jr è un acquisto probabilmente indovinato. Mi auguro solo che Sensi non abbia speso trenta miliardi solo sotto la spinta emotiva di una piazza che chiedeva il grande nome. Si ricordi il presidente che la gente è la stessa che prima contestava Delvecchio e adesso dice che Delvecchio non si tocca. Dopodichè ribadisco il concetto già espresso in altre occasioni: la Roma aveva bisogno soprattutto di un terzino e di un difensore centrale, meno di un attaccante».