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  Ripensandoci


 

Comprare Cannavaro a tutti i costi

di Gianni Melidoni - Mar. 1999

Zeman confermato fino a giugno del Duemila quando molti aspettavano l’esonero. Sensi si è scoperto leone.
"Una mossa intelligente, non c’è che dire. I giocatori e l’ambiente hanno capito in che direzione si va e si sono messi subito in riga In ogni posto di lavoro i sottoposti hanno una reazione istintiva e inconscia quando vengono a sapere che il capo andrà via di lì a poco. Non c’è niente di malizioso, Feltri mi raccontò che i redattori de Il Giornale – saputo dalla proprietà che dopo un mese sarebbe cambiato il Direttore – smisero pure di salutarlo quando lo incontravano nei corridoi. Qualche cosa non funzionava nella squadra rosso&gialla, non c’è dubbio. E Sensi ha deciso di tagliare la testa al toro, in modo da evitare che si ripetesse alla Roma quanto accaduto con Lippi alla Juventus".

Esiste ancora il rischio di una separazione anticipata tra la Roma e il boemo?
"Si sciolgono i matrimoni, figurarsi i contratti. Basta pagare le penali. Resta il fatto che l’avvertimento è stato recepito. Ora occorre arrivare in alto".

Non è che Sensi ha imparato come si fa il presidente?
"Negli altri mestieri Sensi è stato sempre oculato, sagace. Come presidente di calcio non sempre ha fatto scelte indovinate. Però in questi anni ha messo insieme una discreta esperienza. E chissà che non cominci a centrare il bersaglio anche nel calcio".

I successi della Lazio sono una mannaia per lui, i tifosi lo insultano sistematicamente.
"Se Sensi potesse eliminare Cragnotti lo farebbe volentieri. Dopo il caso Stankovic, l’acquisto di Vieri a togliere copertine e prime pagine dei giornali nel giorno della presentazione della nuova squadra (27 agosto Roma-Santos, ndr). E ora il primato biancoceleste in campionato a minimizzare ogni risultato".

Però la Roma c’è. E ha un peso specifico consistente.
"Già. I tifosi ricordino sempre che per la Roma Sensi ha speso 100 miliardi di tasca propria, senza l’aiuto di fidi bancari. Il tutto quando la squadra stava precipitando nel baratro dopo la scellerata gestione di Ciarrapico. Se la Roma è ancora in serie A lo si deve proprio a Sensi, altrimenti si sarebbe dovuti tutti ripartire dalla C/2 come il Palermo. In quel momento non c’era nessuno, l’unica alternativa era Casillo, figuratevi un po’. Dov’erano e dove sono gli altri imprenditori romani? Perché sia chiaro: io resto convinto che la Roma debba essere gestita dai romani e non da forestieri".

L’ultimo acquisto non è malaccio.
"Fabio Junior deve adattarsi alle cadenze italiane. Da noi il gioco è più rapido e più violento. Lui ha ancora bisogno di tempo, l’importante è che non si metta paura davanti ai fischi del pubblico, anche Sormani e Voeller furono beccati prima di diventare degli idoli. Speriamo che l’analogia sia di buon auspicio. A Firenze ha sbagliato un gol facile, d’accordo, ma dopo 50 metri di fuga è arrivato davanti a Toldo senza lucidità. Tecnicamente è valido".

A Firenze si è rivisto Bartelt.
"Lo ripeto per l’ennesima volta: Bartelt ha scatto e dribbling, solo mettendolo a terra gli avversari possono togliergli la palla. Ma in 5 minuti non si possono fare miracoli. Zeman ha accoppato lui e Delvecchio".

Le grandi società cominciano a organizzare le manovre di mercato. In quale reparto la Roma ha necessità di migliorarsi?
"Soprattutto in difesa, l’emergenza vera è in quel reparto. Aldair ha 34 anni e a quell’età per i calciatori gli anni passano come per i cani. Uno ne vale sette. L’ideale è Cannavaro, esperienza, velocità, grinta, altissimo grado di adattabilità alla zona. Sensi faccia uno sforzo miliardario. E porti Cannavaro alla Roma".