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  Ripensandoci


 

Se perde il derby Zeman andrà via

di Gianni Melidoni - Apr. 1999

Una stagione purtroppo fallimentare. Pochi risultati, molte delusioni.
"Bisogna partire dai punti fermi. E il primo è fuori discussione: la Roma non è stata fortunata. Le sconfitte — Cagliari e Salerno a parte — non sono mai state convincenti, meritate. Episodi casuali, errori evitabilissimi, e soprattutto la squadra sempre rimontata, in evidente contrasto con le abitudini di Zeman. Intendo dire che il regresso non è nel gioco ma nei giocatori. Il calo è nei singoli, alcuni dei quali reduci dai Mondiali, nella loro incapacità di far fruttare la migliore organizzazione in campo. A Milano due volte, ma anche a Genova, contro la Juventus, a Udine, sempre disattenzioni a penalizzare prestazione eccellenti. E i punti persi alla fine si sono sommati, penalizzando la classifica".

Per il prossimo anno occorrerà qualcosa di nuovo. E di meglio.
"Ho ripetuto spesso che la Roma ha bisogno di un difensore e di un centrocampista nuovo, non certo di un attaccante. Preferisco Bartelt a Delvecchio, ma 14 gol non sono uno scherzo. I tifosi lo contestano — o lo contestavano — perché di lui ricordano gli errori, che sono stati molti. Ma, se non si prendono in considerazione i rigori, Delvecchio ha segnato più di tutti dopo Batistuta. Dopodiché è anche vero che con un briciolo in più di precisione i gol potevano essere 24 anziché 14, considerando che la Roma è in testa alla classifica dei tiri fatti".

Questione arbitrale, un nodo alla gola di tutti, tifosi inferociti compresi.
"Il rapporto della classe arbitrale con la Roma è più semplice da decifrare di quanto si pensi. Non c’entra la malafede. Il problema è nella velocità del gioco della Roma, gli arbitri giudicano male perché non riescono a seguire l’azione che per sua natura e indole nasce e si sviluppa con grande rapidità. In sintesi: l’arbitro non ce la fa. La soluzione: 2 arbitri".

Però Van der Ende ne ha combinate troppe.
"Van der Ende era il meno indicato per arbitrare una partita dai rirmi forsennati come quella. Grasso, con la pancia, prossimo alla pensione, è sempre stato lontano dall’azione. Chissà, forse era anche prevenuto. Resta il fatto che giudico inaccettabile il comportamento di Wome, imperdonabile la sua espulsione. A Madrid la squadra era stata troppo lunga, si è snaturata seguendo come ombre gli attaccanti avversari, senza avere una difesa adatta alle marcature strette. La forza della Roma di Zeman è sempre stata quella di attaccare e difendere in 10. In Coppa è stato tutto il contrario".

Ma il tecnico non ha colpe?
"Zeman è un pittore dai colori unici che non riesce a contenere tutto il suo genio in un quadro o in una cornice. Per arrivare fino in fondo con grandi risultati serve attenzione, dedizione, rinuncia, Roma è una città dispersiva. Anche i giocatori, con tutta la buona volontà, faticano a restare concentrati per una stagione intera. Invece le squadre di Zeman proprio di questo necessitano: avere sempre la stessa velocità di crociera"

I rinforzi sono anche tra le riserve?
"Che si provi a fondo questo Fabio Junior, altrimenti bisognerà considerare il mercato della Roma come un’autentica presa in giro. Alenitchev e Tomic in naftalina sono un errore, quando vuole Zeman si trasforma in un asso della demotivazione"

Dopo il recente accordo economico con Sensi per un’altra stagione, il boemo dovrebbe restare anche il prossimo anno.
"I contratti ci sono per essere stracciati. Se perde il quinto derby su sei diretti, Zeman non sarà l’allenatore della Roma all’inizio del prossimo campionato".