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  Ripensandoci


 

Capello ha un obbligo: vincere lo scudetto

di Gianni Melidoni - Giu. 1999

"Capello è un eccellente allenatore, ma questo cambio di indirizzo è stato un errore. Perché il nuovo tecnico avrà adesso un solo drammatico compito: vincere lo scudetto, l’unico obiettivo fallito dal suo predecessore. Sensazione personale: la Roma lascerà meno punti per strada, sarà meno sprecona, ma non darà mai le emozioni e lo spettacolo che garantiva Zeman. E senza spettacolo, vedrete, scenderanno anche spettatori e incassi. Speriamo bene".

Alle spalle un campionato concluso con qualche rimpianto. E in classifica un posto in meno rispetto a quello dello scorso anno.
"Resta una stagione positiva. È arrivato per il secondo anno consecutivo il record di gol (guarda caso con Zeman, guarda caso come era già successo alla Lazio allenata dal boemo). La conferma, cioè, che non c’era l’urgenza di comprare l’attaccante di peso. Trovo che molti critici e tifosi siano colpiti da smemoratezza. Dimenticano cioè che la Roma è stata la squadra del campionato che ha segnato di più e che ha effettuato più tiri in porta".

Sarà, ma in Coppa Italia e in Coppa Uefa le eliminazioni sono state cocenti. E in teoria evitabili.
"È vero, per le partite di un giorno la squadra si deve attrezzare e l’ingaggio di Capello – almeno sotto quest’aspetto – può rivelarsi positivo. Bisognerà prestare più attenzione ai particolari, una distrazione in un torneo di 34 giornate è rimediabile. In Coppa è un’altra musica, un gol è decisivo, specie se subito all’Olimpico. Dice: ma l’arbitro ci ha condannato con una direzione indegna. È probabile, ma è a Madrid che la Roma ha compromesso la qualificazione, esprimendo il peggio di se stessa contro una squadra che ha disputato una stagione disastrosa".

In campionato invece...
"La squadra è arrivata a 2 punti dalla terza in classifica, a uno dalla quarta. Bisogna essere soddisfatti per il risultato potenziale, più perplessi perché la grande mole di gioco non è stata avallata dallo scudetto, troppe occasioni gettate via. Controllate: sommando tutti i punti lasciati per strada del campionato, la Roma sarebbe stata in lotta fino all’ultima giornata con Milan e Lazio. E a quel punto non so come sarebbe finita".

Tecnicamente queste situzioni hanno spiegazioni plausibili?
"Il mancato sostegno del centrocampo, incapace di reggere l’urto. E la difesa è stata un mezzo disastro: la precarietà di Cafu, l’età di Aldair, il modo irritante con il quale Candela ha interpretato la stagione. Il francese vuole andare via nonostante abbia ancora due anni di contratto? Se l’affare conviene alla Roma, che se ne vada pure altrove. Viceversa rimanga a Roma e fa bene Sensi a non farsi ricattare dal giocatore. Piuttosto starà un anno fermo a raccogliere la cicoria a Trigoria".

Anche Di Biagio sarà ceduto.
"Già. Sono dispiaciuto per un’assurda incompatibilità con i tifosi. Gli davano del laziale, lo hanno insultato. Invece è un ragazzo d’oro, una persona esemplare. Paga i due rigori sbagliati, in Nazionale ai Mondiali e ad Empoli, seconda giornata di campionato, una delle tante occasioni gettate al vento dalla Roma".

I nuovi acquisti?
"Con Montella attacco più sfizioso, di Samuel e Felipe si dice un gran bene. Il resto deve ancora arrivare, soprattutto a centrocampo c’è bisogno di linfa nuova".