Nicola Cuda

Email: artbox@nicolacuda.it

Indirizzo Sito Internet: www.nicolacuda.it

Nicola Cuda nasce a Futani, piccolo centro agricolo del Basso Cilento(SA)  nel 1958. Giovanissimo lascia l'Italia  per trasferirsi a Zurigo con la famiglia, dove ha la possibilità di frequentare un laboratorio di scultura presso un istituto per minorati psichici nel quale i suoi genitori prestano servizio. Nell'istituto, fondato sui principi di Rudolf Steiner  e quindi dell'antroposofia ,  l'espressione artistica veniva utilizzata come forma di ergoterapia. Questa duplice esperienza esistenziale ed artistica,  si svilupperà  in una concezione dell'arte, intesa come linguaggio espressivo del profondo dell'animo umano; e lo spingerà verso lo studio della Psicologia. Trasferitosi in Italia per intraprendere gli studi di Psicologia presso l'Università di Roma, tralascia per motivi pratici la scultura, e si dedica alla pittura a tempera e ad acquerello, nonché alla fotografia. Pur proseguendo il suo percorso di ricerca artistica innovativa, produce relativamente poco, e si laurea in Psicologia nel 1988.

 

Ed è proprio attraverso l'occhio "ingenuo" dell'artista che noi spettatori della sua pittura possiamo  scoprire un paesaggio sardo, troppo spesso trascurato , o ridimensionato  a favore di aspetti più tradizionali e/o folkloristici. Nell'attuale panorama  artistico si sente il bisogno di questo tipo di pittura  che arriva direttamente alle nostre emozioni che fa entrare l'osservatore , quasi prendendolo per mano, all'interno del quadro, e lo spinge dolcemente ad entrare in contatto con il suo mondo interiore."

SASSARI, Gennaio 2001
Margherita Pilo

 

Scultore, pittore, psicologo, psicoterapeuta? Non saprei proprio quale di questi caratteri prevalga nelle opere di Nicola Cuda...
.....si innamora di due mani dolcemente sovrapposte in un invito all'armonia duttile della linea e del pensiero, ama la statica e minuziosa riproduzione di nature morte e si agita freneticamente in un simbolismo sconcertante di apertissima interpretazione; si perde in spazi-desideri dalle tinte forti e decise dove i confini appaiano sempre sfumati, quasi voce di  quel lavoro di ricerca ancora in cammino o forse di un messaggio di libertà sfrenata della fantasia.
Puoi leggere pace o turbamento, puoi seguire il segno o dilatarti nella macchia, puoi far scivolare le lacrime del dolore umano su anonime lastre di ghiaccio immacolato come puoi trovare il porto sicuro in interni protetti e rassicuranti. Una vena artistica certamente in perenne costruttiva discussione con se stesso."....

"LA NUOVA SARDEGNA" DOMENICA 11 OTTOBRE 1998

Maria Isa Sarullo