GALLERI PAOLO

 

 

 

Sassarese come Galleri

dal volume “ Paolo Galleri passeggiate sassaresi” edito dal Rotary  Club Sassari Nord 2000.

Dire che Paolo Galleri è un pezzo di storia sassarese è troppo poco. Innanzi tutto perché nei suoi ottant’anni ha attraversato molte vicende della vita cittadina, vivendole ogni volta con una golosità e piena allegra: sia quando studiava da geometra, sia quando partecipava – da giovane ma poi anche da adulto, anzi quasi alle soglie di una onesta canizie – a cento diverse manifestazioni di sport diversi, sia infine quando commentava, dalle pagine dei giornali sassaresi, personaggi ed eventi della cronaca locale. Lui era sempre lì: e quando la sua frequentazione di mostre e la milizia attiva e quotidiana del caricaturista hanno conosciuto un momento (come si dice) di riflessione, si è rifatto pubblicando dei libri che erano il più delle volte piccole antologie retrospettive del lavoro fatto a casa. E’ un pezzo della storia sassarese, dunque, perché raramente c’è stata intrapresa, nel campo del giornalismo locale, in cui non sia stato chiamato a prestare la sua matita o il suo pennarello. Lui stesso lo ricorda in una sorta di ironica autobiografia con cui ha accompagnato spesso le sue mostre: a cominciare dal suo lontano esordio del 1933, quando non aveva ancora quattordici anni Miriam Riccio lo chiamò ad animare con le sue caricature la pagina di cronaca locale nell’edizione sarda del “Giornale d’Italia”, per continuare con la collaborazione all’”Isola”, il quotidiano sassarese, negli anni immediatamente prima della guerra e con la sua partecipazione, nell’immediato dopoguerra, a quella curiosa avventura giornalistica che fu “Voce Universitaria”, fino alla più impegnata di queste esperienze pubblicistiche, la quotidiana vignetta disegnata, per quasi tre anni, sulla seconda pagina della “Nuova” su invito di Aldo Cesaraccio, nel quale Galleri riconosceva una sorte di nume tutelare di quella “sassareseria” di cui anche lui si sente portatore e insieme paladino. Sassari è l’alma mater dei disegni di Galleri, in particolare dei disegni più “galleriani”, che sono le caricature. C’è in lui una specie di affetto onnivoro verso tutto quello che è sassarese: tutto (soprattutto i personaggi, piccolissimi ma magari anche grandi) quello che sta dentro la città, che la abita e la anima, merita di essere ricordato, fissato per un attimo nel quasi interminabile album di famiglia che è la lunga attività di Galleri come caricaturista. Ho detto personaggi piccolissimi e magari anche grandi: però sarebbe stato meglio dire “medi”, perché è a questa loro “medietà” che Galleri guarda con più attenzione, estraendo i soggetti dei suoi disegni di preferenza non dalla cronaca (né dalla grande né dalla piccola) ma piuttosto dallo stesso girovagare per Sassari che è – o è stata – abitudine propria di lui come di tanti altri abitanti della città. Galleri dipinge (cioè ritrae, mette in amichevole caricatura) la gente del mercato, i poveri per le strade, i luminari del foro o del Palazzo di Giustizia, gli amministratori di Palazzo Ducale, i pensionati che vanno su e giù per Piazza d’Italia o ciaccutteggiani sotto i Portici.

Manlio Brigaglia

 

Francesco Cossiga

 

Il pittore Costantino Spada