Salvatore Ligios

Salvatore Ligios è nato a Villanova Monteleone nel 1949. Ha dato alle stampe numerose monografie sul mondo equestre ( Ardia, 1991; La Cavalcata Sarda, 1992; Storia del Cavallo Sarda, 1992; Sartiglia, 1994; S’Istangiartu, 1994; Sa Carrela, 1995; Caddhos, 1995) e pubblicato in diversi lavori sulle tradizioni popolari ( Il selavatico nelle tradizioni sarde, 1989, Reimundu Piras, 1990; Viaggio nel tempo, 1993; Chent’annos, 1996; Ichnos, 1997; Piero Marras, 1998). Registra al suo attivo diverse collaborazioni con poeti sardi insieme ai quali ha pubblicato volumi illustrati ( Ammjos, 1992; Ermosuras, 1994; Canti d’acqua e di terre, 1995; Terra mia, stanotte mi ses cara, 1999). In questi ultimi anni sta esplorando con particolare interesse il tema dell’identità legata alla propria terra, la Sardegna, con la presentazione di lavori esclusivamente in bianco nero (Crastos. Sentieri di pietra, 1995; Làcanas. Gl’incerti confini, 1997; Il paesaggio invisibile, 1997; Visto si stampi, 1999; Cumproadu. Imprentade, 1999).

Le foto qui rappresentate sono alcuni dei 60 ritratti fotografici di sardi (tratti dal volume Facce di Sardi)i: facce sconosciute e note, avvicinate dall'autore nell'arco degli ultimi cinque anni. Esse non costituiscono il risultato di una selezione mirata ma la naturale risultante di una catena di "Passa Parola", impostata dapprima su un canovaccio, via via meglio definito, dove gli amici hanno indicato altri anici o segnalato conoscenti.  Sessanta persone intrecciate fra loro da legami i più vari, non necessariamente concordi, e dove ciascuno, naturalmente, è anche individuo,"isola" a se stante. Tutte insieme, e questa era l'idea iniziale, sono il tentativo di rispondere alla domanda se sia possibile rintracciare "l'identità", una sorta di "somatizzazione" influenzata dalla terra di origine. Questo lavoro fotografico è un reportage sul "paesaggio invisibile" delle facce dei sardi contemporanei.