Mario Zedda

Poche volte ho potuto riscontrare aderenze tra l’aspetto fisico di un artista e la sua produzione, così vitale e così sorprendente come in Mario Zedda e le sue opere. I suoi occhi, hanno tonalità ed espressione come i suoi quadri; passano dal serio, che ti fissa e ti incanta, al vivace che sorride e pare voglia indagare; il suo parlare è modesto, equilibrato, rispettoso ma ogni tanto le sue labbra si fermano e fan trapelare il bianco dei denti. Così molti dei suoi quadri hanno un linguaggio calmo, con dei colori senza sole, senza forti contrasti di luci ed ombre pur rimanendo uniti da una luminosità eguale solo in alcuni, ora è la separazione ora il paesaggio “drammatico” tra piano e piano, tra cielo e terra. Nel fissare sulla superficie del quadro le varie, ricche o blande tonalità disposte con equilibrio e musicalità, che dicono della sua serena intima visione delle cose Zedda ogni tanto, lascia apparire una luminosità, scoperta con una spatolata, o vista come da una finestra aperta o lanciata come un gorgheggio nel melodioso canto cromatico della pennellata. Sono luminosità di fuoco rosso o di visi chiari, o di pareti bianche di case, di nubi rosee o di azzurri brevi. Certi bianchi sono puri o quasi, e pare che tolgano equilibrio alla severa unità totale, invece sono volute dall’artista per un impellente, improvvisa voluttà di far sentire un grido che tolga la monotonia triste del silenzio, o di aprire gli occhi per mitigare la mestizia vespertina. L’uomo compare in quasi tutti i quadri, ma non ha vita a sé, è incorporato nel paesaggio, con pennellate descrittive, e respira non nella realtà volgarmente intesa, ma in quella intravista, inventata dal pittore, in cui si muove fuso con tutto l’insieme. Il vero di Zedda, è trovato un poco con il ragionamento, ma soprattutto con la sensibilità pittorica, che egli crea la necessità di doversi esprimere con ciò che gli suggerisce il ricordo, che è rimasto nella sua memoria ben nutrito e trasformato dalla spiritualità, creandogliene uno tutto suo personale, pieno di colori che si intravedono appena come un sussurro, o distesi in largo spazio per dare calma e gioia. Con l’andar del tempo, con gli studi avuti dagli studi nell’Istituto d’Arte, dalla vita scolastica nuova, dal lavoro continuo e dalle affettuosità familiari, ha acquistato una maggiore cultura, una tecnica più scaltrita e moderna che gli ha permesso di rimanere sempre fresco, ardito ed attivo. Posso perciò affermare che tutto ciò che fa non può essere concepito che da uno che vive e sogna dipingendo, ossia da un pittore di razza.

Mario Delitala