GIOVANNI

PIU

Giovanni Piu è un artista per natura rimasto solitario nel gruppo che negli anni Cinquanta-Sessanta si imponeva nell’arte figurativa isolana. La sua natura schiva e le scelte stilistiche particolari seguono il suo istinto di pittore desideroso di operare con inclinazioni talvolta in corrispondenza con le ricerche prevalenti negli altri, talaltra osservando semplicemente il suo ambiente: fonte perenne di ispirazione per la sua anima riservata. L’uomo lo interessa relativamente; in fondo lo incantano maggiormente una natura morta, una barca, uno scorcio di paesaggio, o di paese, ove nel silenzio dei suoi pensieri sa dare risposte pittoricamente più significative.

Nella confusione della folla egli non trova altrettanta corrispondenza di sentimenti. Si potrebbe dire che in lui prevalga una componente contemplativa, il piacere dell’indagine o la ricerca di ciò che forse agli altri interessa meno. Piu, pare, dipinga per se stesso, per trovare una maniera di portare fuori ciò che che nel suo profondo urge, freme e tenta di espandersi in un’orchestrazione cromatica sempre armoniosamente concepita. Piu è un poeta che traduce con il pennello il suono di un mottetto semplice, ma appagante il suo desiderio di conciliarsi con la natura. Non rincorre mai grandi sogni, non possiede una fantasia inquieta, non ama fughe nell’informale, ma accetta la realtà e su questa ricama il suo sentire quieto e onesto di uomo di provincia ancora capace di intendere il fascino delle piccole e familiari cose che incontra abitualmente. Una vena malinconica sfiora la sua visione del mondo, dal quale non ha avuto molto, ma comprende che “bisogna vivere meno peggio”: forse in lui vi è una rassegnazione alla Schopenhauer.

 Wally Paris