Legge
211/2000 |
Il
significato di questa data |
The Stockholm International Forum on the Holocaust
A conference on education, remembrance and research
26–28 January 2000
Declaration of the Stockholm International Forum on the Holocaust
We, High Representatives of Governments at the Stockholm
International Forum on the Holocaust, declare that:
1. The Holocaust (Shoah) fundamentally challenged the foundations
of civilisation. The unprecedented character of the Holocaust will
always hold universal meaning. After half a century, it remains an event
close enough in time that survivors can still bear witness to the
horrors that engulfed the Jewish people. The terrible suffering of the
many millions of other victims of the Nazis has left an indelible scar
across Europe as well.
2. The magnitude of the Holocaust, planned and carried out by the
Nazis, must be forever seared in our collective memory. The selfless
sacrifices of those who defied the Nazis, and sometimes gave their own
lives to protect or rescue the Holocaust’s victims, must also be
inscribed in our hearts. The depths of that horror, and the heights of
their heroism, can be touchstones in our understanding of the human
capacity for evil and for good.
3. With humanity still scarred by genocide, ethnic
cleansing, racism, anti-semitism and xenophobia, the international
community shares a solemn responsibility to fight those evils. Together
we must uphold the terrible truth of the Holocaust against those who
deny it. We must strengthen the moral commitment of our peoples, and the
political commitment of our governments, to ensure that future
generations can understand the causes of the Holocaust and reflect upon
its consequences.
4. We pledge to strengthen our efforts to promote education,
remembrance and research about the Holocaust, both in those of our
countries that have already done much and those that choose to join this
effort.
5. We share a commitment to encourage the study of the Holocaust
in all its dimensions. We will promote education about the Holocaust in
our schools and universities, in our communities and encourage it in
other institutions.
6. We share a commitment to commemorate the victims of the
Holocaust and to honour those who stood against it. We will encourage
appropriate forms of Holocaust remembrance, including an annual Day of
Holocaust Remembrance, in our countries.
7. We share a commitment to throw light on the still obscured
shadows of the Holocaust. We will take all necessary steps to facilitate
the opening of archives in order to ensure that all documents bearing on
the Holocaust are available to researchers.
8. It is appropriate that this, the first major
international conference of the new millennium, declares its commitment
to plant the seeds of a better future amidst the soil of a bitter past.
We empathise with the victims’ suffering and draw inspiration from
their struggle. Our commitment must be to remember the victims who
perished, respect the survivors still with us, and reaffirm humanity’s
common aspiration for mutual understanding and justice.
Il 27 gennaio
"Giorno della memoria"
Legge n. 211 del 20 luglio 2000
Istituzione del "Giorno della Memoria" in ricordo
dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei
deportati militari e politici italiani nei campi nazisti.
La Camera dei deputati e il Senato della Repubblica hanno
approvato;
IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
PROMULGA
la seguente legge
Art. 1
La Repubblica italiana riconosce il giorno 27
gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz,
"Giorno della Memoria", al fine di ricordare la Shoah
(sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la
persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che
hanno subito la deportazione, la prigionia, la morte, nonché
coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono
opposti al progetto di sterminio, e a rischio della propria vita
hanno salvato altre vite e protetti i perseguitati.
Art. 2
In occasione del "Giorno della
memoria" di cui all’articolo 1, sono organizzati
cerimonie, iniziative, incontri e momenti comuni di narrazione
dei fatti e di riflessione, in modo particolare nelle scuole di
ogni ordine e grado, su quanto è accaduto al popolo ebraico e
ai deportati militari e politici italiani nei campi nazisti in
modo da conservare nel futuro dell’Italia la memoria di un
tragico e oscuro periodo della storia nel nostro Paese e in
Europa, e affinché simili eventi non possano mai più accadere.
La presente legge, munita del sigillo dello
Stato, sarà inserita nella Raccolta ufficiale degli atti
normativi della Repubblica italiana. È fatto obbligo a chiunque
spetti di osservarla e di farla osservare come legge dello
Stato.
Data a Roma, addì 20 luglio 2000
CIAMPI
AMATO, Presidente del Consiglio dei Ministri
Visto, il Guardasigilli FASSINO
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27 gennaio 2001
- Un testo di Primo Levi
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E' il "Giorno della memoria". Per spiegare
il significato di questa ricorrenza non abbiamo
trovato parole più appropriate di quelle scritte oltre 20
anni fa da Primo Levi, superstite di Auschwitz, in un testo
indirizzato ai visitatori di quel che resta di quel Lager.
Un brano di straordinaria lucidità, che suona come un
appello accorato e insieme come un monito severo.
La storia della Deportazione e dei
campi di sterminio, la storia di questo luogo, non può essere
separata dalla storia delle tirannidi fasciste in Europa: dai
primi incendi delle Camere del Lavoro nell'Italia del 1921, ai
roghi dei libri nelle piazze della Germania del 1933, alla
fiamma nefanda dei forni crematori di Birkenau, corre un nesso
non interrotto.
Non tutti gli italiani sono stati
fascisti: lo testimoniano gli italiani che sono morti qui. Con
noi testimoniano coloro che hanno combattuto contro il
fascismo, dai martiri operai di Torino del 1923, ai carcerati,
ai confinati, agli esuli, ai nostri fratelli di tutte le fedi
politiche che sono morti per resistere al fascismo restaurato
dall'invasore nazionalsocialista.
Eravamo partigiani, combattenti
politici, scioperanti, resistenti catturati e deportati negli
ultimi mesi della guerra. Eravamo ebrei, provenienti da tutte
le città italiane, già discriminati dalle leggi antisemite
di Mussolini. Eravamo ricchi e poveri, uomini e donne, sani e
malati. C'erano bambini e vecchi alle soglie della morte.
Tutti caricati sui vagoni, e la nostra sorte è stata la
stessa per tutti: un campo di sterminio nazista.
Non era mai successo, neppure nei
secoli più oscuri, che si sterminassero esseri umani a
milioni, come insetti dannosi; che si mandassero a morte i
bambini e i moribondi. Noi, figli cristiani ed ebrei (ma non
amiamo queste distinzioni) di un paese che è stato civile, e
che civile è ritornato dopo la notte del fascismo, qui lo
testimoniamo. In questo luogo, dove troppi innocenti sono
stati uccisi, si è toccato il fondo della barbarie.
Visitatore, osserva le vestigia di
questo campo e medita. Fai che il tuo viaggio non sia stato
inutile, che non siano state inutili tante morti. Per te e per
i tuoi figli, fai che il frutto dell'odio, di cui hai visto
qui le tracce, non dia un nuovo seme, né domani né mai.
Primo Levi
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