Milano  18 febbraio 2004     

Raccomandata a.r.

                                                                         EGR.  DOTT.

                                                                         GABRIELE  ALBERTINI – SINDACO -

                                                                         C/O RESIDENZA MUNICIPALE

                                                                         PALAZZO MARINO  P.ZZA SCALA

                                                                         20122  MILANO        MI   

                                            

                                                                          e p.c.

                                          

                                                                          EGR.  DOTT. ING.

                                                                          GIANNI VERGA

                                                                          ASSESSORE ALLO SVILUPPO DEL

                                                                          TERRITORIO  COMUNE DI MILANO   

                                                                          VIA G.  B. PIRELLI     39

                                                                           20124    MILANO        MI

                                                                                                          

 

 

Oggetto :  L’AMMINISTRAZIONE  e il   ….Condominio .

 

Egr. Sig. Sindaco,

 

in riferimento alla Sua ben nota sensibilità nei riguardi del “ condominio “, ed a fronte di richieste,  ahimè vane !,  che ho già inoltrato presso i competenti uffici comunali, mi permetto di sottoporre a Lei il <<  problema dei sottotetti >> che coinvolge  l’Amministrazione e che ha già creato molti contenziosi ed esasperazioni tra i cittadini – condomini anche  nella città di Milano. Le  leggi  della Regione Lombardia n. 15/96 e n. 22/99, cosiddette “leggi dei sottotetti “ , negli ultimi mesi  hanno  fatto registrare  un notevole dibattito imperniato sugli aspetti architettonici e paesistici , mentre hanno  introdotto nei condomini una serie di problematiche, prevalentemente già sfociate in contenzioso giudiziario, cosicché  nei ( pochi! ) casi dove i condomini  si trovavano in ( relativa  e  provvisoria ) “pace”  , magari per avere appena risolto / transato su  casi di  litigiosità tipica condominiale come rumori, odori, passaggi , ripartizioni spese , ecc.. , ora con la trasformazione dei sottotetti da parte di alcuni condomini, si ricomincia a dare …..fiato alle trombe,  …. per riprendere  attività di contenzioso !  Di fatto, nella città di Milano,  si è già avuto  un forte incremento dei contenziosi condominiali , come  documentato anche dai media , vedasi ad esempio  “IL GIORNALE “ del 03 febbraio u.s. 

Tralasciando qui le pur importanti e  varie implicazioni  connesse con la sicurezza ( norme  VV.F. per edifici di civile abitazione, canne fumarie,  impianti , ecc..) e la funzionalità , legate  alla trasformazione dei sottotetti, mi preme portare alla Sua attenzione l’atteggiamento della  Amministrazione Comunale, che a parere di molti cittadini  è  anormale, poiché rilascia a singoli condomini,  autorizzazioni e/o permessi a costruire che contemplano la modifica della falda, cioè del tetto, senza alcun  assenso  condominiale !  Invece,  come previsto dall’art. 1117 del  Codice Civile, il tetto  degli edifici condominiali è da considerare proprietà indivisa ( parte comune )  e non proprietà del singolo condomino che intende operare la trasformazione del sottotetto.  Come si può rilasciare a singolo condomino autorizzazione o permesso a manomettere / modificare il tetto e/o altre parti comuni,  se questo  non è di sua proprietà, ma è una parte comune ?  Purtroppo alcuni dirigenti / funzionari comunali, nel corso di vari convegni, hanno manifestato molte esitazioni in merito,  adducendo che l’iter procedurale non contempla la richiesta del consenso condominiale e che la <<autorizzazione comunale >> viene rilasciata con la clausola << fatti salvi i diritti di terzi >> e che  per dirimere le questioni che ne conseguono, si deve poi ricorrere al Tribunale Ordinario. Si deve evidenziare che la procedura adottata dalla Amministrazione , crea un forte equivoco e di fatto  istituisce il contenzioso tra condomini. Peraltro, viene cosi meno la prerogativa  etica, super partes e  di regolazione  che invece deve perseguire la Amministrazione stessa.

E’ palese che sul  tetto gravano diritti di terzi e che le integrazioni di proprietà del singolo condomino sono soggette a modifica delle tabelle millesimali con il consenso di tutti i condomini. A parere di molti cittadini, sarebbe più opportuno rilasciare autorizzazioni e/o permessi o concessioni subordinandole all’ottenimento preventivo del necessario consenso condominiale a favore del condomino che intende costruire / trasformare il sottotetto. C’è da chiedersi e mi permetto di chiederLe :  ma perché un cittadino - condomino, a cose fatte,  e cioè dopo la autorizzazione comunale che, per quanto precitato, si presta ad equivoco,  per difendere i propri diritti,  lesi da chi intende trasformare a proprio vantaggio il sottotetto,  deve ricorrere al Giudice del Tribunale Ordinario ? Al fine di evitare conflitti sarebbe più opportuno che la Amministrazione Comunale subordinasse  la autorizzazione o il permesso al condomino che intende trasformare / costruire il sottotetto al preventivo consenso condominiale.

 

Egregio Signor Sindaco,

 

con la presente vengo a proporre  che nella documentazione  dell’iter autorizzativo,  venga esplicitata la condizione che il condomino che intende trasformare il tetto, o alterare  la morfologia o decoro  architettonico dell’edificio, o le parti comuni , comunque deve essere preventivamente  dotato dei necessari consensi da parte della Assemblea Condominiale (  preventiva modifica delle tabelle millesimali e consenso a modificare la morfologia edilizia ) .

Con l’auspicio di  averLe  trasmesso  quanto di pubblico interesse, ringraziandoLa  per la cortese attenzione,  Le rivolgo ossequi e saluti ben distinti.

 

 

 

                                                                                            (( dott. ing. Antonio De Marco* ))

 

 

* consulente tecnico del Tribunale di Milano

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