Lettura:
uno “sport” poco praticato
A
casa mia, ad esclusione della cucina, in ogni stanza e
nei corridoi ci sono uno o più scaffali di rispettabili dimensioni, carichi di
libri di ogni genere letterario, cui si aggiungono un certo numero di riviste e
giornali.
Amo
veramente la lettura, leggo di tutto e sono orgogliosa
dei miei figli, ai quali ho trasmesso questa passione. Una volta andai a far
visita ad una conoscente, che mi fece visitare la sua abitazione arredata con
gusto in ogni particolare ed espressi il mio apprezzamento, pur sentendomi un
tantino ipocrita. Quella casa non mi piaceva, mancava di atmosfera
e non riuscivo a capirne il motivo. Di colpo la folgorazione: non c’era neppure
un libro o uno straccio di giornale! Come è possibile
vivere in una casa priva di libri?
Pare che lo
sia, invece, se stando ad un’indagine dell’ISTAT alla fine del 2000, risulta che il 61,4% degli italiani non legge neppure un
libro in un anno. Il nostro sarà pure un popolo di santi e navigatori, ma non
di lettori. Però quella minoranza che legge è fatta di
lettori forti, pare tra i più forti d’Europa, perché poco più del 12% sorregge
circa l’80% di tutto il mercato editoriale. Altra nota
consolante: i ragazzi leggono più degli adulti, ma dopo i 18 anni cominciano a
distaccarsi dalla lettura. Quali le cause? Al banco degli imputati siedono i
mezzi di comunicazione e svago, come telefoni cellulari, computer, videogiochi
che assorbono il tempo e la concentrazione, mentre la lettura richiede sia
l’una sia l’altra in grande misura. È possibile
invertire la tendenza? Gli esperti dicono di si:
moltissimo, però, dipende dai genitori, che dovrebbero leggere ad alta voce ai
bambini piccoli e regalare loro libri appetibili, con belle illustrazioni. Si
viene a creare in tal modo un’affezione che lascia tracce profonde: posso
garantire che lo stratagemma funziona davvero.
Naturalmente non solo a casa, ma anche a scuola, dove
bisognerebbe creare biblioteche moderne e attrezzate.
La
lettura è fine a se stessa, deve dare piacere. Sbagliano,
a mio avviso, gli insegnanti che esigono il commento scritto del libro letto
dagli alunni, che, invece, potrebbero giocare con le storie dei romanzi per il
semplice piacere di divertirsi, senza la paura del voto. Quanto a me, continuo
a regalare libri e a chiederne come regalo nelle varie circostanze di
compleanni, feste natalizie, pasquali ecc. e mi considero quindi una benemerita
nel campo, anche se non sempre i miei doni sono apprezzati come meriterebbero.
Mi
concedo solo una piccola debolezza: rispettosa del valore della dignità del libro, regalo sempre edizioni di lusso.
Ottaviana
Manunta