LA TERAPIA CHELANTE - Dr Sante Guido Zanella


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Alluminio e malattie cerebrali

La neurotossicità dell’Alluminio è nota fin dal secolo scorso. L’Alluminio è molto diffuso sulla terra rappresentando il terzo elemento dopo Ossigeno e Silicio ma non svolge alcuna funzione utile per il nostro organismo. L’Alluminio non si trova libero in natura ma sotto forma di composti di cui la bauxite è il minerale più ricco. Il boom dell’alluminio è iniziato dopo la prima guerra mondiale quando le industrie belliche cominciarono a modificare i
loro cicli di produzione costruendo stoviglie e utensili di ogni tipo grazie alla duttilità e malleabilità dell’alluminio.
Per le sue caratteristiche l’alluminio viene oggi utilizzato per la produzione di stoviglie; rotoli e vaschette in alluminio per la conservazione e cottura dei cibi; contenitori di caffè, biscotti e cioccolata; lattine per bibite; pesce conservato in scatolette di alluminio. L’Alluminio è presente anche in molti vaccini (come eccipiente e conservante), farmaci (antiacidi e antidiarroici), deodoranti, dentifrici, saponi e nell’acqua potabile. La ricerca scientifica
ha dimostrato l’estrema pericolosità della esposizione cronica all’alluminio anche a basso dosaggio e soprattutto la costante associazione tra alluminio e patologie caratterizzate da disturbi mentali quali Alzheimer, Parkinson, SLA, sclerosi multipla, demenza, etc.
Negli animali da esperimento iniettando microscopiche quantità di Alluminio in prossimità dell’ippocampo si ottiene un comportamento simile a quello della demenza umana. L’Alluminio una volta penetrato nel nostro organismo inibisce gli enzimi destinati alla detossificazione e interferisce sulla
funzione dei globuli rossi. Recentemente ho sottoposto quattro dei miei Pazienti affetti da sclerosi multipla a dosaggio dei metalli tossici dopo somministrazione endovenosa di EDTA ed in tutti ho rilevato valori molto elevati (4-5 volte superiori ai limiti ritenuti normali) di Alluminio il che confermerebbe la neurotossicità di questo metallo.


Attenzione al mercurio

Il Mercurio è un veleno mortale per tutti gli esseri viventi. Le principali cause di intossicazione per l’uomo comprendon il consumo di pesce contaminato (tonno, salmone e pesce spada), l’inoculazione di vaccini contenenti Thimerosal (conservante a base di mercurio) e il rilascio di mercurio da parte delle amalgame dentarie. Nel Gennaio 2001 la FDA ha emesso una ordinanza per avvertire la popolazione (soprattutto donne in gravidanza e che allattano) dei pericoli derivanti dalla ingestione di pesci di grossa stazza contaminati dal mercurio. Lo stato della California, dal
Febbraio 2004 impone ai supermercati di esporre i livelli di mercurio contenuti nei pesci in vendita! Anche la semplice rottura casalinga di un termometro, sfigmomanometro o barometro rappresenta un grave fattore di rischio (19 mila chiamate ai centri antiveleni negli Stati Uniti) di
intossicazione. Il Mercurio può infatti rimanere per anni nelle case, nelle scuole ed in altri ambienti agendo come un veleno silenzioso.
I bambini sono particolarmente vulnerabili all’avvelenamento da mercurio poiché il loro cervello è ancora in via di formazione e i processi di maturazione cerebrale ne possono risultare compromessi. I sintomi da intossicazione cronica da mercurio sono principalmente
di origine neurologica e renale I pazienti possono manifestare tremore, atassia e modificazioni della personalità che comprendono eretismo ( disturbo psichico caratterizzato da irritabilità, instabilità emotiva, depressione), labilità emotiva, perdita di autostima, insonnia, rabbia, anoressia,
perdita di memoria. La tossicità da mercurio può anche causare decessi alla nascita, aborti, malformazioni congenite, anomalie cromosomiche,
impotenza e sterilità. A livello renale può comparire una sintomatologia caratterizzata da proteinuria, ematuria, oliguria. Il mercurio è mutageno e cancerogeno, danneggia le membrane cellulari riducendo la produzione di energia mitocondriale e può danneggiare la barriera ematoencefalica.
Oltre 10 mila pubblicazioni scientifiche descrivono gli effetti tossici del mercurio.


Mercurio & amalgama dentaria


Amalgama dentaria o piombatura: il termine deriva da Almalgham che significa Mercurio con. Si ottiene per miscelaziondi una componente liquida rappresentata dal Mercurio con una componente solida contenente Argento e altri metalli. L’amalgama può contenere Mercurio fino al 50 %. Per lungo tempo si è ritenuto erroneamente che una volta completamente indurita l’amalgama fosse un materiale assolutamente inerte e stabile mentre dopo 20-30 anni oltre il 70% del mercurio iniziale non si trova più nell’amalgama e ciò significa che è stato assorbito dall’organismo. In Germania il tossicologo Daunderer produsse oltre 1500 cartelle cliniche di pazienti con danni da amalgama nel corso del procedimento contro un produttore di amalgama (Tribunale di Francoforte). Il rilascio del Mercurio dalle amalgame può venir accelerato da alcune attività quotidiane quali masticare
chewingum, spazzolare le amalgame durante la quotidiana igiene orale, ingestione di cibi bollenti, azione corrosiva della saliva.
Una volta liberato dalle otturazioni, il mercurio viene inalato e assorbito attraverso le mucose del cavo orale creando una condizione di intossicazione cronica (24 ore al giorno). L’amalgama, una volta rimossa dalla nostra bocca deve essere trattata come un rifiuto speciale e smaltita secondo precise regole pena la denuncia all’autorità giudiziaria. Le donne in età fertile dovrebbero far rimuovere eventuali amalgame contenenti mercurio prima di una possibile gravidanza poiché il mercurio potendo attraversare la barriera placentare può danneggiare il feto. Autopsie su feti umani e neonati deceduti hanno dimostrato l’esistenza di una forte correlazione tra livelli di mercurio nel fegato, nei reni, nel cervello fetale e numero di amalgami dentali della madre. Nei soggetti intossicati da amalgama i sistemi di difesa sono destinati ad impoverirsi con comparsa della sintomatologia. È stato calcolato che sia sufficiente 1 gr di mercurio per contaminare un lago di ampiezza di 300 metri e che una amalgama
ne possa contenere fino a 1.500.000 mcg. Zeimer ha evidenziato come basse dosi di mercurio aumentano l’incidenza di malattie nelle persone esposte, e come al variare del numero di otturazioni al mercurio aumentava il rischio di malattia. La sintomatologia è quanto mai varia e subdola: Lichen planus, cataratta, dermatiti e allergie, patologie renali, malattie autoimmuni, sclerosi multipla, disturbi neurologici, ipertensione,
sbalzi di umore, inappetenza, depressione, disbiosi intestinale, perdita memoria, disturbi gengivali, cefalea. Una corretta rimozione delle amalgame contenenti mercurio deve essere effettuata rispettando il Protocollo di Rimozione Protetta poiché una rimozione non protetta con trapanazione dell’amalgama può provocare una intossicazione acuta. La Rimozione Protetta prevede l’isolamento del campo di lavoro tramite diga di gomma, l’utilizzo di una aspirazione specifica con cappuccio (clean up) sopra il dente da trattare che incanala i vapori verso l’aspiratore ad alta suzione e nel cercare di estrarre l’amalgama a grossi pezzi con l’utilizzo di scalpellini manuali. La somministrazione il giorno della rimozione di Vitamina C
ad alto dosaggio e di carbone vegetale sono indicate per ridurre al minimo eventuali effetti collaterali.

Vaccini e mercurio


I Vaccini sono una fonte di intossicazione da Mercurio. La dose di Mercurio somministrata attraverso i vaccini in bambini di 3 mesi è equivalente a 30 volte l’esposizione giornaliera massima. I vaccini contengono Mercurio perché le case farmaceutiche non sono obbligate a dichiarare quanto mercurio contengono; devono dichiararlo solo se viene utilizzato come conservante. Così anche vaccini in cui l’etichetta assicura l’assenza di mercurio, in realtà possono contenerlo. Nei bambini di pochi mesi il mercurio è particolarmente dannoso per il cervello in fase di sviluppo poiché il mercurio entra molto più facilmente nei tessuti cerebrali del bambino perché la barriera ematoencefalica non si è ancora completata; è stato dimostrato che neonati esposti al mercurio, lo accumulano soprattutto a livello cerebrale. I bambini al di sotto dei 6 mesi di vita
non riescono ad espellere il mercurio soprattutto per la loro incapacità di produrre bile che rappresenta la principale via di escrezione
del mercurio organico. Il 21 giugno 2000 si è riunita ad Atlanta negli USA la commissione del Governo sulle Vaccinazioni. E’ stata valutata la
possibilità di correlazioni tra esposizione al Timerosal (conservante dei vaccini contenente grandi quantità di mercurio) e specifici
sintomi neurocomportamentali in 400 mila bambini. E’ stata dimostrata una correlazione statisticamente significativa tra esposizione al Timerosal da vaccini e patologie caratterizzate da ritardi di sviluppo, tic, sindrome da deficit attentivo, minori capacità di apprendimento e di linguaggio.
Fortunatamente non tutti i bambini sviluppano le stesse reazioni al mercurio poiché la suscettibilità complessiva di ogni singolo
individuo dipende da fattori ambientali e genetici. La tossicità del mercurio è cumulativa e si verifica quando la velocità di esposizione è maggiore di quella di eliminazione. In tal modo si instaura una neurotossicità ritardata nel tempo, che può manifestarsi mesi dopo l’esposizione.
Si suggerisce pertanto di sottoporre i bambini alle vaccinazioni obbligatorie per legge solo quando questi siano in buone condizioni di salute, richiedendo l’utilizzo di vaccini senza Mercurio e Alluminio ed evitando di somministrare più vaccini inunica dose.


Veleni in cucina


Molto spesso, dopo aver sottoposto nuovi Pazienti al dosaggio dei metalli tossici il quale evidenzia valori patologici, la domanda che mi sento spesso porre è la seguente: «Ma come e da dove posso aver assunto tutti questi veleni?» Tralasciando le fonti di intossicazione professionale e accidentale, un ruolo importante nella contaminazione da metalli tossici riveste la quotidiana alimentazione. Infatti fin dal nostro risveglio siamo bombardati dai metalli iniziando con l’ingestione di un buon caffè contenuto in sacchetti di alluminio e contaminato dal rilascio del metallo dalla maggior parte delle caffettiere casalinghe costruite in alluminio. Non creda di salvarsi chi quotidianamente assume una tazza di thè a
colazione poiché la pianta del thè ne contiene grandi quantità nelle sue foglie. Mangiamo qualche biscotto che nella stragrande
maggioranza dei casi è contenuto in sacchetti rivestiti all’interno da alluminio. A metà mattina per la pausa caffè possiamo ingerire un’altra
piccola dose di metalli attraverso l’ingestione di prodotti da forno conservati in alluminio e formaggini rivestiti dall’onnipresente
alluminio. Finalmente arriva l’ora del pranzo e anche qui non abbiamo che l’imbarazzo della scelta: cibi cotti in tegami che riscaldati rilasciano
alluminio, alimenti conservati e cotti nelle vaschette di alluminio, patate o altri cibi al cartoccio avvolti nella pellicola di alluminio. Beviamo qualche bicchiere d’acqua dal rubinetto di casa contenente piombo rilasciato da vecchie tubature e alluminio che viene utilizzato nel trattamento delle acque per rimuovere particelle e microrganismi. Per la merenda possiamo scegliere tra un succo di frutta o una bibita rigorosamente in lattina di alluminio e un pezzetto di cioccolato avvolto da alluminio. Finalmente arrivata l’ora di cena possiamo concludere la nostra giornata con una abbondante porzione di pesce quale tonno, pesce spada, salmone contenenti grandi quantità di mercurio. Per placare la nostra sete possiamo bere una birra conservata in lattina di alluminio. E se, alla fine di questo bollettino di guerra, vi è venuta una comprensibile gastrite, nessun problema, potrete sempre assumere un comune antiacido, naturalmente ricco di Alluminio!

La detossificazione epatica


Una carenza di principi nutritivi essenziali, una dieta errata, fumo, abuso di bevande alcoliche, inquinamento atmosferico mettono
a dura prova il nostro sistema difensivo detossificante. Il principale organo deputato alla detossificazione è il fegato che svolge una funzione chiave poiché tutte le sostanze che ingeriamo ed i farmaci debbono attraversarlo. La detossificazione epatica avviene attraverso due fasi chiamate
fase I e II. Nella fase I gli enzimi scompongono le tossine sotto forma di composti intermedi mentre nella fase II tali composti vengono
ulteriormente scomposti e legati ad altre molecole per favorirn l’eliminazione. Di fondamentale importanza per una adeguata fase II è una
molecola chiamata Glutatione, potente antiossidante prodotto da tutte le cellule del corpo umano che cala progressivamente dopo
i 40 anni di età. Il Glutatione è indispensabile per la eliminazione di sostanze tossiche e cancerogene. Deficit di glutatione dovute a diete sbilanciate, malattie croniche, cirrosi possono ridurre l’efficacia di questa via di detossificazione con mancata eliminazione delle sostanze tossiche che
così si accumulano nel nostro corpo. Altra importante via di detossificazione epatica è la sulfatazione che interviene nella inattivazione di neurotrasmettitori, steroidi, farmaci e sostanze chimiche di sintesi. Entrambe le fasi di detossificazione epatica richiedono un apporto nutrizionale bilanciato e ricco di molecole specifiche quali vitamine del gruppo B, acido folico, glutatione, aminoacidi antiossidanti, selenio, zinco e rame, manganese, composti solforati (aglio, cipolle, crocifere) per la fase I mentre il supporto della fase II avviene mediante composti quali cisterna, N-acetilcisteina, metionina, taurina, glutatione, acido glucuronico e aminoacidi. Per valutare la funzionalità epatica in Italia si ricorre alla tradizionale
misurazione delle transaminasi epatiche (GOT e GPT) che in realtà valutano esclusivamente il grado di necrosi delle cellule epatiche che versano nel sangue il proprio contenuto enzimatico. Negli USA, J. Bland e collaboratori hanno messo a punto nel 1990, un test da carico per misurare la capacità detossificante del fegato (Liver Detoxification), grazie al quale è possibilevalutare, anche in pazienti con transaminasi nei limiti, severi
deficit di detossificazione epatica che possono portare all’insorgenza di sintomi comuni quali: cefalea, dolori articolari, disturbi della concentrazione, perdita di energia, deficit immunologici ed endocrini. La somministrazione di nutrienti per normalizzare una via di detossificazione depressa prevede livelli di nutrienti a dosaggi molto più elevati di quelli previsti dal RDA. Tali nutrienti comprendono vitamine del gruppo B, acido folico,
glutatione, aminoacidi ramificati, antiossidanti, composti solforati (aglio, cipolla, crocifere), cardo mariano e picnogenolo.


Autismo e disturbi dello sviluppo

L’Autismo, raro fino a qualche decennio fa, ha presentato in questi ultimi anni una diffusione epidemica arrivando a colpire secondo le più recenti ed aggiornate statistiche 1 caso su 166 nuovi nati. I neuropsichiatri definiscono questi bambini come psicotici e schizofrenici e, nella stragrande maggioranza dei casi, sono convinti che dall’Autismo non si possa guarire. In realtà, un gruppo di medici e ricercatori statunitensi guidati
da Bernard Rimland, scomparso recentemente, hanno messo a punto un nuovo protocollo terapeutico denominato DAN! (Defeat
Autism Now: Combatti l’Autismo Adesso). Anche in Italia, grazie al Dr. Franco Verzella fondatore di DAN! Europe, si è aperta per molte famiglie questa nuova possibilità terapeutica basata su un diverso approccio biomedico alla patologia. L’Autismo, salvo rare eccezioni, è caratterizzato dalla insorgenzaattorno al 14° - 36° mese di vita e può colpire bambini fino ad allora del tutto normali. La sintomatologia di esordio è caratterizzata da una serie di disturbi fisici e comportamentali comprendenti: perdita della parola, comparsa di stereotipie, disturbi affettivi e cognitivi, indifferenza
all’ambiente, isolamento, alternanza di stipsi e diarrea fino ad arrivare nei casi più gravi a patologie intestinali su base infiammatoria.
Il metodo DAN! parte dal presupposto che, bambini geneticamente predisposti, sviluppino il quadro patologico in seguito all’abuso di antibiotici soprattutto nei primi mesi di vita e alla intossicazione da Mercurio, metallo tossico presente fino a qualche anno fa in numerosi vaccini sotto forma di conservante chiamato Thimerosal. La vaccinazione in questi bambini determina uno stress immunitario che viene esaltato dalla presenza di metalli tossici e va a colpire un fegato ed un sistema immunitario del tutto immaturi. Il trattamento secondo il metodo DAN! prevede una serie di
analisi di laboratorio, non ancora disponibili nel nostro Paese, che inviate negli USA ci forniranno preziose indicazioni sulla funzionalità intestinale e sull’analisi metabolica del singolo individuo. Il secondo passo consiste nel trattare eventuali disbiosi batteriche, fungine e /o protozoarie evidenziate dal test della funzione intestinale e nel ripristinare una corretta flora batterica probiotica. Successivamente verrà impostato un programma alimentare che prevede l’esclusione tassativa di alcuni alimenti quali glutine, caseina, soia e zuccheri. Una volta normalizzata la funzione intestinale il Paziente verrà sottoposto a Terapia Chelante per la detossificazione dei metalli tossici utilizzando chelanti transdermici (DMPS) o in supposta (DMSA o DMPS). Polivitaminici, multiminerali, probiotici, enzimi digestivi completano il programma terapeutico. Negli USA durante la DAN! Conference dell’Ottobre 2004 sono stati presentati i primi 1000 bambini usciti dallo spettro autistico!!


Miopia e sport


Il soggetto affetto da miopia che si dedica alla pratica dell’attività sportiva, sia essa amatoriale o agonistica, sa bene a quali inconvenienti
deve sottostare durante lo svolgimento dell’evento. Tali inconvenienti comprendono: appannamento, limitazione del campo visivo, sensazione di
corpo estraneo, spostamento o perdita dell’ausilio ottico sia esso occhiale o lente a contatto, rischio di traumi in seguito a contatti fisici.
Da oggi c’è una novità di nome: ortocheratologia notturna che consiste in una riduzione o totale eliminazione del difetto visivo (da 1 a 5 diottrie) attraverso l’applicazione di una lente a contatto durante la notte che andrà rimossa al risveglio. Il vantaggio rispetto al tradizionale trattamento con laser ad eccimeri che, in mani esperte, dà ottimi e definitivi risultati, è quello della totale reversibilità del trattamento e della possibilità
di utilizzarlo anche in bambini e adolescenti. Le lenti a contatto ESA per Ortocheratologia, progettate dall’amico Antonio Calossi, optometrista di fama internazionale e distribuite in Italia da New Optical, sono lenti a contatto rigide gas permeabili a geometria inversa che agiscono producendo
una riduzione temporanea della miopia cambiando la forma della cornea (appiattendola). Questo appiattimento riduce il potere rifrattivo oculare correggendo il difetto visivo. Queste lenti, contrariamente a quelle tradizionali, vengono applicate alla sera e tolte la mattina successiva. Una volta rimossa la lente a contatto la cornea mantiene la nuova forma modificata per un certo periodo di tempo ed il paziente continua a vedere
bene anche senza lenti. Nella stragrande maggioranza dei casi l’effetto, a stabilizzazione avvenuta, dura fino a sera. L’Ortocheratologia notturna può essere applicata in pazienti miopi da 1 a 5 diottrie senza limiti di età. Nelle miopie di grado più elevato, può ridurre il difetto senza però correggerlo completamente.