WALTER MORETTI                                                                                          Anno Scolastico 1999/2000

ISTITUTO STATALE D'ARTE di ORVIETO                 indirizzo di COMPOSIZIONE E PROGETTAZIONE


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LA SALA CAMINATA

CENNI STORICI

La famiglia Monaldeschi,di probabile origine longobarda, fu presente nel territorio orvietano sin dal IX secolo, partecipò alla formazione del libero comune medievale e accumulato un ingente patrimonio nel Duecento, diventò il clan più importante della città imponendo nel 1334 la signoria con Ermanno Monaldeschi e con il fratello Tramo, vescovo di Orvieto; grazie all'alleanza con il papato, sotto lo Stato Pontificio mantenne il proprio potere economico e politico sia in città che in molti castelli del contado e si divise nei quattro rami della Cervara, del Cane, della Vipera e dell'Aquila trasmettendo la loro egemonia ai discendenti che appartenevano alla fazione di volta in volta dominante fino al XVII secolo.

Nel Cinquecento le due figure più importanti della famiglia furono i due fratelli Monaldo della Cervara, colto umanista che diventerà lo storico ufficiale di Orvieto e Sforza della Cervara, che riuscì brillantemente come capitano di ventura.

PIANTA PALAZZO.jpg (21769 byte)Sforza Monaldeschi si fece progettare a Castro una casa da Antonio da Sangallo il Giovane ed un'altra residenza ad OrvietoENTRATA.jpg (14249 byte) intorno alla metà del XVI secolo per opera di Simone Mosca, il migliore architetto che operava allora in città e al quale si attribuisce il portale; alla morte del Mosca (1553) i lavori proseguirono lentamente sino alla direzione dei lavori di Ippolito Scalza, che li terminò nel 1574, anno del contratto per il soffitto ligneo della "caminata". L'architettura sarà definitivamente completata con gli illusori affreschi del salone e con gli altri dipinti attribuiti a Cesare Nebbia e alla sua scuola nel 1584, stesso anno della morte di Sforza.

FACCIATA.jpg (24596 byte)Il Palazzo Monaldeschi è un esempio di tipica architettura orvietana cinquecentesca in cui la geometria regolare dell'impianto planimetrico e della facciata si adatta alle preesistenti architetture.

Agli inizi del '600 il palazzo divenne proprietà dei Conti di Marsciano, che imposero il loro stemma sul portale esterno, ridipinsero quello al centro del soffitto e scalpellarono l'iscrizione del Monaldeschi sul camino del salone; nel 1621 i gesuiti si stanziarono in città spodestando i Padri della Dottrina Cristiana, inaugurando nel palazzo il loro Collegio per l'educazione pubblica  dei giovani fino alla fine dell'800. La struttura, allora divisa tra la famiglia Meoni e la famiglia Fumi, fu acquistata per destinarla a Collegio retto dai Salesiani di Don Bosco.

SEZIONE.jpg (13306 byte)Per il restauro di riutilizzazione del palazzo fu incaricato dal vescovo l'architetto Zampi, che costruì le volte a crociera della galleria sotto il portico e che completò l'edificio intorno al cortile con i servizi igienici, i dormitori ed altri annessi per il Collegio; seguì in epoca fascista (1936) l'intervento che per le esigenze del Seminario Vescovile gravò il palazzo di ulteriori soprelevazioni, sproporzionate rispetto alle dimensioni della corte.

Dal 1970 in poi quello che è stato il palazzo Sforza Monaldeschi della Cervara è stato sede dell'Istituto Statale d'Arte di Orvieto.                     

 

[ Sala caminata ] Modello tridimensionale ]

Le rappresentazioni
La finta architettura

 


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