6^ puntata
I rischi sanitari provocati dall'uso dei telefonini cellulari
Tratto dal FORUM **** ELETTROSMOG **** CONACEM -
I professori Kjell Hansson Mild, vid Arbetslisinstitutet Umeaa,
Sweden e
Lennart Hardell, Dipartimento di Oncologia Università di Onebro -StocKholm,
hanno pubblicato il loro rapporto su European Journal of Cancer Prevention
oggi e lo presenteranno ad una riunione a Mastricht questa settimana.
Il loro studio coinvolge 1617 pazienti a Stoccolma, Goteborg, Uppsala ai
quali è stato diagnosticato il cancro al cervello, durante il periodo
1997-2000.
Fra coloro che avevano usato il NMT-telefono mobile,vi era elevato rischio
del 30% di avere un tumore cerebrale.
Più lungamente avessero utilizzato il telefono, più grande il rischio per
coloro che avessero utilizzato il NMT-telefonino per più di 10 anni, il
rischio era l' 80% più alto.
Il rischio per avere un tumore dal lato della testa in cui il telefono è
stato utilizzato era 2,5 volte più grande dell'altro lato. Entrambi i
professori ritengono che l'attuale livello elevato di sicurezza di
radiazioni accettato per i telefonini, sia troppo.
Anziché il livello attuale del fotoricettore kg 2w x kg dovrebbe essere di
0,02 x kg del fotoricettore di w. Per essere dal lato sicuro, suggeriscono
l'uso del telefonino a mani libere e scelgono quelli con il più basso
livello radiattivo.
Più informazioni al sito www.feb.se
La raccomandazione di usare il telefonino a "mani libere" è scritta sulla
G.U. del 4\11\95 (D.M. n.458 del 20\6\95) ove dispone alla voce "Manuali per
l'utente" Gli utenti sono avvisati che per un uso soddisfacente
dell'apparato e per la sicurezza personale, si raccomanda che nessuna parte
del corpo deve trovarsi ad una distanza inferiore a 20 cm. dall'antenna
durante il funzionamento dell'apparato..- Il ministro GAMBINO.
Antonio Gagliardi
presidente
26 agosto 2002
I RISCHI / Quelle onde
elettromagnetiche danneggiano il Dna
Le antenne per i cellulari Umts (telefonini di nuova generazione) sono
meno potenti ma potrebbero arrecare danni maggiori. Il «Corriere
salute»,
supplemento del Corriere della Sera, lo scorso 3 novembre, ha spiegato che
le frequenze di 2450 Mhz su cui lavoreranno le antenne Umts (dal 2003 in
poi) sono in grado di "rompere" i filamenti del Dna. Ovvero, di alterare
la struttura chiave degli essere viventi.
Quest'allarmante notizia, basata su studi sperimentali americani del 1997
compiuti dal dottor Henry Lay e comunicati al «Corriere» dal dottor
Fiorenzo Marinelli, del Cnr, richiede pertanto (secondo Peacelink) che i
123 milioni di euro stanziati dal governo al tempo della vendita delle
licenze Umts vengano subito messi a disposizione per studiare gli effetti
delle emissioni elettromagnetiche delle antenne Umts prima che vengano
installate su tutto il territorio.
tratta dalla newsletter di ONDAKILLER
Nuove accuse di nuocere alla salute per i
telefonini
7 Aprile 2003
Nuova ondata di accuse contro i costruttori di cellulari e allarmi per le
possibili conseguenze per la salute delle persone che utilizzano i telefonini
provengono da Neil Cherry, professore della Lincoln University in Nuova Zelanda.
Secondo Cherry i produttori di cellulari sarebbero ben consci della pericolosità
dei loro prodotti ed hanno anche sviluppato decine di tecnologie per ridurre le
emissioni dannose, che farebbero calare da 100 a 1000 volte l'ammontare di
radiazioni emesse dai telefonini, ma i costi di implementazione sarebbero troppo
elevati.
I cellulari farebbero più male del tabacco, ma essendo le radiazioni inodore ed
incolore vengono sottovalutate dall'opinione pubblica ed è più difficile
dimostrarne la reale pericolosità. Secondo Cherry i governi dovrebbero porre
rimedio al più presto a questa situazione, obbligando i costruttori a produrre
telefoni che non danneggino la salute umana. Intanto il National Radiation
Laboratory, organo del Ministero della Salute neozelandese, ha affermato che si
dovrebbero seguire alcune semplici raccomandazioni per ridurre al minimo i
rischi legati all'utilizzo del telefonino.
Per prima cosa utilizzare il cellulare nei luoghi dove il segnale radio è più
forte, in questo modo le emissioni si riducono anche del 90%, ridurre la
lunghezza delle telefonate, allungare sempre l'antenna retrattile dei cellulari
che ne sono provvisti, utilizzare quando possibile l'auricolare
tratto dalla
newsletter telefonino.net
Il termine ELETTROSMOG indica l’inquinamento da campi elettromagnetici (cem). Il campo è il risultato della corrente e della tensione elettrica ed è diviso in una parte elettrica ed una parte magnetica. Nei cellulari, radar, ripetitori televisivi, ecc. il campo oscilla ad alta frequenza, la parte del campo più significativa è quella elettrica, si può schermare con il metallo e si misura in volt/metro (abbreviato V/m). Negli elettrodotti e negli elettrodomestici invece la parte più significativa è quella magnetica che non si può schermare (attraversa i muri ed il metallo), il campo oscilla a bassa frequenza, 50/60 herz (abbreviato Hz) e di misura in microTesla (abbreviato µT) con uno strumento differente da quello per i V/m.
I CAMPI FANNO MALE
Effetti a breve termine
Gli studi hanno dimostrato che esposizioni ad elevate intensità di campo elettromagnetico possono generare nell’uomo un effetto termico, cioè il riscaldamento del corpo, o di sue parti esposte alle radiazioni, che segue all’assorbimento dell’energia elettromagnetica. Gli effetti riscontrati sono molteplici e confermano il pericolo per la salute. Un esempio sono le esposizioni a cui sono soggetti gli utenti dei telefoni cellulari che irradiano campi di valore molto elevato durante la conversazione.
Effetti a lungo termine
Gli effetti biologici sono legati anche alle lunghe esposizioni a campi di bassissima intensità. Le esposizioni prolungate, che in Italia sono convenzionalmente determinate in almeno 4 ore, favoriscono un effetto non termico. Questo effetto è dovuto probabilmente all’interazione tra i messaggi elettrochimici dell’organismo e le onde elettromagnetiche. Anche a bassissima intensità i campi elettromagnetici si comporterebbero come delle piccole sollecitazioni che, se ripetute nel tempo, provocano dei danni biologici.
ANTENNE, RIPETITORI, RADAR
Nel 1996 è stato pubblicato il più grande studio epidemiologico, condotto dal dott. Stanislaw Szmigielski, finanziato dalla Comunità Europea, uno studio polacco sugli effetti delle radiofrequenze, i risultati sono chiari: aumenta il rischio per tutte le patologie indagate. Nell’ottobre 1998 gli scienziati riuniti a Vienna per un congresso scientifico sugli effetti delle campi elettromagnetici a radiofrequenza concordano che gli effetti biologici delle esposizioni a bassa intensità sono scientificamente dimostrati. Aggiungono che si possono ancora trarre conclusioni attendibili sui livelli di esposizione innocui e sottolineano che è importante informare la popolazione sui siti, sui dati tecnici e sulle esposizioni, ed anche sullo stato della ricerca scientifica. Sui telefoni cellulari, gli scienziati dicono che dovrebbe essere fornita una sufficiente informazione sugli studi sanitari onde promuovere un più corretto uso del telefonino. Nel giugno 2000 al congresso scientifico di Roccaraso, gli scienziati confermano le posizioni di Vienna e riconoscono che esiste una evidenza che l’esposizione ai campi elettromagnetici ad alta frequenza anche di bassa intensità (quelli delle antenne per la telefonia cellulare) può avere effetti negativi sulla salute: l’aumento dei casi di tumore, per esempio, l’aumento dei casi di disturbi cardiaci, riproduttivi, e neurologici. Questi effetti sono confermati dalle ricerche svolte negli ultimi 40 anni sulle cellule, sugli animali e sulle persone. Gli scienziati chiedono con urgenza che nella pianificazione della rete delle antenne per la telefonia mobile si raggiunga un valore di esposizione di 0,2 volt/metro ed non si superi i 0,6 volt/metro. I consumatori devono essere informati sui livelli di esposizione quando usano un cellulare, anche con l’auricolare. Sempre nel giugno 2000, ma al congresso scientifico internazionale di Salisburgo, gli scienziati dicono che la costruzione di una antenna deve essere soggetta ad una procedura di autorizzazione con il coinvolgimento attivo della popolazione interessata e la valutazione delle fonti di inquinamento già esistenti. La stima sugli effetti biologici delle esposizioni a livelli bassi è difficile. Le raccomandazioni sui limiti precisi di esposizione sono solo indicative. Per la tutela della salute si raccomanda un valore limite provvisorio di esposizione di 0,6 volt/metro per la somma a campi modulati in alta frequenza e pulsanti a bassa frequenza come le antenne per la telefonia cellulare. La rassegna di studi più completa è stata raccolta dal dott. Neil Cherry che nelle conclusioni consiglia di non superare 0,2 volt/metro. Nel aprile 2001 l’Agenzia Regionale di Sanità della Toscana ha studiato una gran parte dei lavori scientifici sui campi elettromagnetici ed ha concluso che il principio di cautela comporta che il livello di esposizione sia il più basso possibile compatibilmente con la tecnologia del settore. Nel settembre 2002 gli scienziati riuniti a Catania confermano l’esistenza di effetti provocati dai campi elettromagnetici alcuni dei quali nocivi per la salute e consigliano di tutela la salute pubblica dai campi elettromagnetici.
LA LEGGE QUADRO
La nuova legge quadro n. 36/2001 applica il principio di precauzione di cui all’art.174 del trattato istitutivo dell’Unione Europea e sancisce il rispetto dell’art.32 della Costituzione (tutela della salute).
In attesa che vengano emanati i decreti attuativi della legge quadro a cui spetta il compito di definire i nuovi limiti di esposizione della popolazione si applicano le disposizioni dei seguenti decreti:
- D.P.C.M. del 23 aprile 1992
- Decreto interministeriale 381/98
Attuale limite di esposizione: 100 microTesla o µT (simbolo tecnico che indica i microTesla)
Distanze minime delle linee dagli edifici Linee a: 132.000 volt 220.000 volt 380.000 volt Distanza: 10 metri 18 metri 28 metri
I limiti indicati nella normativa, per campi generati da elettrodotti, sono 500 volte superiori ai limiti indicati dalle ricerche scientifiche: 0,2 microTesla.
ELETTRODOTTI: LA LEGGE E LE RICHIESTE
D.P.C.M. del 23 aprile 1992
La legge attuale è superata, è contenuta in un Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri. I limiti indicati nella normativa, per campi generati da elettrodotti, sono 500 volte superiori ai limiti indicati dalle ricerche scientifiche: 0,2 microTesla.
- Attuale limite di esposizione: 100 microtesla o µT (simbolo tecnico che indica i microtesla)
- Distanze minime delle linee dagli edifici
Linee a: |
132.000 volt |
220.000 volt |
380.000 volt |
Distanza: |
10 metri |
18 metri |
28 metri |
Cosa si chiede?
per l’esposizione al campo magnetico generato da elettrodotti, sottostazioni, cabine elettriche, ecc. (dove le persone soggiornano varie ore) |
VALORI ISTANTANEI calcolati in base alla portata dei cavi conduttori o misurati con strumento |
Limite di esposizione (da non superare mai, se superato occorre disattivare l’impianto) |
0,2 µT * |
Obiettivo di qualità (quello sopportabile salvo diversa indicazione degli studi scientifici) |
0,01 µT |
* RIF. studio scientifico internazionale finanziato dalla comunità europea - µT indica microtesla
Linee a: |
132.000 volt |
220.000 volt |
380.000 volt |
Distanza: |
almeno 70 metri ** |
almeno 80 metri ** |
almeno 150 metri |
** se viene rispettato l’obiettivo di qualità
Le normative attuali ed in progetto
per l’esposizione al campo magnetico generato da elettrodotti, sottostazioni, cabine elettriche, ecc. (dove le persone soggiornano varie ore) |
Limite di esposizione µT indica microtesla |
SVEZIA - da anni applica il principio di precauzione: 0,2 µT |
|
SVIZZERA |
1 µT entro 3 anni |
U.S.A. - Stato di New York U.S.A. - Stato della Florida |
20 µT 15 µT |
ITALIA Legge attuale (DPCM 23/4/92) Progetto di legge (legge quadro in parlamento) |
100 µT 0,5 µT entro 10 anni |
ICNIRP Limite consigliato per l’esposizione a 50 Hz |
100 µT per la popolazione 500 µT per i lavoratori |
tratto dal "Manuale di Autodifesa del Gruppo Verdi del Comune di Livorno"
Caldo e siccità: un effetto dell' inquinamento elettromagnetico?
Per i metereologi il caldo è "innaturale in tutta l' Europa" e con punte massime nelle metropoli. "Le forti pressioni atmosferiche impedirebbero la formazione delle nuvole". Ma il cielo è spesso nuvoloso senza che vi si liberi la pioggia.
Secondo i ricercatori "l' equatore metereologico terrestre sembra essersi spostato di 20 gradi più a nord trasformando il clima del Mediterraneo in un clima quasi desertico". L' origine del caldo opprimente di questi giorni sarebbe un monsone proveniente dall'Africa".
Mentre dalla fine di giugno sull' Africa sub-sahariana ha invece piovuto molto più del solito. Mentre, stranamente, è molto meno caldo ora nei paesi del nord Africa che in tutta l' Europa.
Forse gli esperti, nel valutare solo le correnti d'aria, i millibar e l'inquinamento da idrocarburi, stanno ricercando in una direzione sbagliata. E' chiaro a tutti che il caldo infuocato, arroventato di questi giorni non può essere la conseguenza del solo "effetto serra". Se così fosse dovrebbe piovere ripetutamente.
Qualcosa è cambiato: è cambiata l'aria. Oggi l'aria (purtroppo) ha in grandissima parte sostituito le vecchie e costose cablature telefoniche ed è divenuta a tutti gli effetti un "economico" conduttore elettromagnetico per telecomunicazioni. Le radiazioni non ionizzanti, sempre più immesse in questi anni nell'aria delle città e delle autostrade con radiobasi della telefonia mobile e ponti radio, sono in grado di provocare effetti termici non solo su tessuti vitali (es. riscaldamento dell'orecchio dal cellulare) ma indirettamente nell'ambiente circostante e molto probabilmente hanno trasformato il clima nell' "inferno" che stiamo subendo.
Dalle radiobasi viene emesso persistentemente un notevole segnale elettrico in andata e ritorno - onda stazionaria - che aumenta la carica elettrica nell'atmosfera.
Il bombardamento elettromagnetico ad alta energia, con radiazioni artificiali permanenti anche se non ionizzanti, ma con fotoni derivati dalla spinta energetica nelle microfrequenze, provoca alle molecole dell'aria l'espulsione di elettroni dagli atomi, i quali disintegrandosi si trasformano in ioni tutti di una stessa carica positiva.
Molecole stazionarie che d'estate subiranno un processo non solo di fotosintesi, trasformandosi in No2 e peggiorando l'inquinamento, ma otterranno anche un effetto di "amplificazione" del raggio solare; fungendo da "propulsore" per le radiazioni elettromagnetiche solari su tutte le aree industrializzate dotate di tele-radiocomunicazioni.
Possiamo perciò ipotizzare che una delle importanti cause della variazione climatica è l'inquinamento elettromagnetico dell'aria.
L'aumento progressivo della temperatura, la conseguente elevata evaporazione attraverso starti d'aria ionizzati positivamente dalle celle telefoniche creeranno nubi ad una sola carica magnetica -positiva- che sosteranno per mesi in cielo prima di trovare accumuli di vapore contenenti cariche magnetiche opposte e scaricarsi violentemente.
Due sono le soluzioni:
-la prima immediata di provvedere ad una immissione di ioni negativi al di sotto delle nubi nere cariche d'acqua. (Se piove, la tesi è pregevole).
-la seconda a medio termine di ridimensionare la selva incontrollata di antenne per telefonia mobile utilizzando un solo sistema e non quattro come ora; un solo campo elettrico per più gestori - roamming - e non una decina di campi stazionari come avviene ora; ridimensionando le potenze, perchè i cellulari funzionano anche col minimo segnale.
Gian Carlo Landi
Invecchiamento precoce per chi utilizza troppo il
telefonino
16 Settembre 2003
L'abuso del telefono cellulare potrebbe provocare un
invecchiamento precoce delle cellule cerebrali. Ad affermarlo è un nuovo studio
condotto in Svezia all'
Università di Lund dal Professor Leif Salford. Secondo Salford, infatti, le
microonde a bassa intensità possono favorire il passaggio delle proteine
cerebrali dal sangue superando così una delicata barriera biologica che protegge
il cervello.
Il professor Salford e i suoi collaboratori hanno lavorato per 15 anni
sull'argomento: dapprima dimostrando che le radiazioni possono aprire la
barriera ematoencefalica permettendo a proteine come l'albumina di penetrare nel
cervello, poi ha messo in risalto che questo fenomeno porta a danneggiare alcune
strutture del cervello. Fino ad ora, però, non sono mai stati spiegati gli
effetti a lungo termine di queste nuove tecnologie. E' quindi possibile che i
neuroni danneggiati possano autoripararsi in tempo, ma le cellule nervose che
normalmente non diventano vecchie prima dei 60 anni, potrebbero ora diventarlo a
30 anni.
Le precedenti preoccupazioni sui telefoni portatili erano legate alla
possibilità di aumentare la temperatura del cervello e di causare cancro.
(tratto da http://www.telefonino.net/cgi-bin/news.asp?n=9309 )
LA STAMPA 05.09.2003
IN UN VIA TROPPI CASI DI TUMORE
di Marco accossato
Sei linfomi in appena due isolati, un'altra decina nelle vie attorno: chi
vive e lavora in Via Pomaro - quartiere Santa Rita è preoccupato.
Nei negoazi al bar, negli uffici, da giorni non si parla di altro: un
ragazzo e una donna residenti al n. 6 sono sottoposti da settimane a
chemioterapia per fermare la stessa forma di cancro che colèpisce tessuti e
ghiandole linfatiche. Altri 2 casi sono nella palazzina di fronte al n. 7.
Una quinta persona affetta da tumore abita al n. 8; una risiede
nell'edificio all'angolo con Via tripoli. Altri 3 casi , tutti linfomi di
Hodgkin, sono stati diagnosticati in Via Elba, una parallela di Via Pomaro,
stretta tra Corso Orbassano e Via Tripoli. troppi malati in una manciata di
metri. Casualita'?? Pasquale R. il padre della piu' giovane delle persone in
cura contro questo tumore, crede di no. "Siamo ormai in molti a sospettare
la stessa cosa - spiega- e cioè che la colpa sia delle radiazioni emesse dai
ripetitori piazzati qualche anno fa sul tetto di una palazzina di laro
tirreno. Nel 99 raccogliemmo 3.000 firme perchè venissero spenti. Inutile.
da allora a oggi, intanto i linfomi sono aumentati e tra i malati c'è anche
mio figlio che ha 23 anni.
Una ipotesi, ovviamente, quella di Pasquale R.. ma tanti casi concentrati in
un cosi' breve tratto di strada, effettivamente colpiscono e
insospettiscono. Per questo il vice sindaco Marco Calgaro ha deciso di
approfondire. "Abbiamo commissionato uno studio epidemiologico. Uno
specialista contattera' i medici di famiglia che hanno pazienti residenti in
zona e in particolare nelle vie segnalate. Raccogliera' le casistiche e alla
fine confronteremo i risultati con i dati dell'incidenza dei tumori in altre
parti della citta' nello stesso periodo di tempo. Torino ai raggi X. il
Vicesindaco ha chiesto che l'indagine sia fatta subito e sia conclusa in
fretta. "Non vogliamo naturalmente spargere il panico. A prima vista a S.
Rita, non sembra esistano fonti di inquinamento diverse da quelle presenti
in altri quartieri di Torino e tali da giustificare un boom di tumori.
Vuoi esprimere un tuo parere, un consiglio, un invito al riguardo?