6^ puntata

I rischi sanitari provocati dall'uso dei telefonini cellulari

Tumori orali per chi usa il cellulare?

Roma - La statistica gioca a sfavore degli usatissimi - e abusati altrettanto - dispositivi di telefonia mobile, divenuti ancora una volta obiettivo di ricerche scientifiche tese a provare l'eventuale correlazione tra l'uso e l'abuso del cellulare e la comparsa di tumori. Il sospetto lo segnalano ricercatori israeliani, secondo i quali più si usa il telefonino più aumenta la possibilità di incidenza di patologie tumorali all'altezza della bocca.

Una visita alla boccaI ricercatori hanno preso in considerazione la vita di 402 persone con tumori benigni alla bocca, e 56 affetti da tumori maligni. I malati sono stati poi raffrontati con un gruppo di controllo di 1.266 soggetti sani.

Secondo le conclusioni dello studio, dopo cinque anni di uso intensivo del cellulare la possibilità di contrarre tumori aumenta del 50%, in raffronto a coloro che non hanno invece mai usato il dispositivo.

Per quanti abusino delle comunicazioni mobili, le percentuali di sviluppare tumori alla ghiandola parotide sono ben superiori alla norma. La più grande delle ghiandole salivari, situata in prossimità dell'apparato uditivo, subirebbe l'influenza negativa delle onde elettromagnetiche delle comunicazioni mobili, e il tumore potrebbe svilupparsi maggiormente in prossimità del lato dove il cellulare viene normalmente tenuto durante le conversazioni.

Non bastasse questo, i ricercatori sostengono inoltre di aver individuato rischi molto maggiori per quanti abitano le zone di campagna, dove il segnale della rete mobile fa più fatica ad arrivare e dev'essere per questo amplificato maggiormente che in città.

Quello che i ricercatori non dicono, o almeno non ancora, è il motivo di questo rischio superiore, e se esista o meno correlazione oggettiva tra le onde elettromagnetiche e le malattie di tipo tumorale. Nessuna prova concreta dunque, per quello che appare essere l'ennesimo caso di allarme senza comprovata giustificazione nell'eterno dibattito pubblico sui possibili effetti nocivi delle comunicazioni wireless sul corpo umano.
(ringraziamo PI Telefonia da sui è tratto questo articolo)

 

Tratto dal FORUM **** ELETTROSMOG **** CONACEM -

I professori Kjell Hansson Mild, vid Arbetslisinstitutet Umeaa, Sweden e
Lennart Hardell, Dipartimento di Oncologia Università di Onebro -StocKholm,
hanno pubblicato il loro rapporto su European Journal of Cancer Prevention
oggi e lo presenteranno ad una riunione a Mastricht  questa settimana.
Il loro studio coinvolge 1617 pazienti a Stoccolma, Goteborg, Uppsala ai
quali è  stato diagnosticato il cancro al cervello, durante il periodo
1997-2000.
Fra coloro che avevano usato  il NMT-telefono mobile,vi era elevato rischio
del 30% di avere un tumore cerebrale.
Più lungamente avessero utilizzato il telefono, più grande il rischio per
coloro che avessero utilizzato il NMT-telefonino per più di 10 anni, il
rischio era l' 80% più alto.
Il rischio per avere un tumore dal lato della testa in cui il telefono è
stato utilizzato era 2,5 volte più grande dell'altro lato. Entrambi i
professori ritengono che l'attuale livello elevato di sicurezza di
radiazioni accettato  per i telefonini, sia troppo.
Anziché il livello attuale del fotoricettore kg 2w x kg dovrebbe essere di
0,02 x kg  del fotoricettore di w. Per essere dal lato sicuro, suggeriscono
l'uso del telefonino a mani libere e scelgono quelli con il più basso
livello radiattivo.
Più informazioni al sito www.feb.se

La raccomandazione di usare il telefonino a "mani libere" è scritta sulla
G.U. del 4\11\95 (D.M. n.458 del 20\6\95) ove dispone alla voce "Manuali per
l'utente" Gli utenti sono avvisati che per un uso soddisfacente
dell'apparato e per la sicurezza personale, si raccomanda che nessuna parte
del corpo deve trovarsi ad una distanza inferiore a 20 cm. dall'antenna
durante il funzionamento dell'apparato..- Il ministro GAMBINO.
Antonio Gagliardi
           presidente
26 agosto 2002
 

I RISCHI / Quelle onde elettromagnetiche danneggiano il Dna

 Le antenne per i cellulari Umts (telefonini di nuova generazione) sono
 meno  potenti ma potrebbero arrecare danni maggiori. Il «Corriere salute»,
 supplemento del Corriere della Sera, lo scorso 3 novembre, ha spiegato che
 le frequenze di 2450 Mhz su cui lavoreranno le antenne Umts (dal 2003 in
 poi) sono in grado di "rompere" i filamenti del Dna. Ovvero, di alterare
 la  struttura chiave degli essere viventi.
 Quest'allarmante notizia, basata su studi sperimentali americani del 1997
 compiuti dal dottor Henry Lay e comunicati al «Corriere» dal dottor
 Fiorenzo Marinelli, del Cnr, richiede pertanto (secondo Peacelink) che i
 123 milioni di euro stanziati dal governo al tempo della vendita delle
 licenze Umts vengano subito messi a disposizione per studiare gli effetti
 delle emissioni elettromagnetiche delle antenne Umts prima che vengano
 installate su tutto il territorio.
 

tratta dalla newsletter di ONDAKILLER




Nuove accuse di nuocere alla salute per i telefonini

7 Aprile 2003

Nuova ondata di accuse contro i costruttori di cellulari e allarmi per le possibili conseguenze per la salute delle persone che utilizzano i telefonini provengono da Neil Cherry, professore della Lincoln University in Nuova Zelanda. Secondo Cherry i produttori di cellulari sarebbero ben consci della pericolosità dei loro prodotti ed hanno anche sviluppato decine di tecnologie per ridurre le emissioni dannose, che farebbero calare da 100 a 1000 volte l'ammontare di radiazioni emesse dai telefonini, ma i costi di implementazione sarebbero troppo elevati.

I cellulari farebbero più male del tabacco, ma essendo le radiazioni inodore ed incolore vengono sottovalutate dall'opinione pubblica ed è più difficile dimostrarne la reale pericolosità. Secondo Cherry i governi dovrebbero porre rimedio al più presto a questa situazione, obbligando i costruttori a produrre telefoni che non danneggino la salute umana. Intanto il National Radiation Laboratory, organo del Ministero della Salute neozelandese, ha affermato che si dovrebbero seguire alcune semplici raccomandazioni per ridurre al minimo i rischi legati all'utilizzo del telefonino.

Per prima cosa utilizzare il cellulare nei luoghi dove il segnale radio è più forte, in questo modo le emissioni si riducono anche del 90%, ridurre la lunghezza delle telefonate, allungare sempre l'antenna retrattile dei cellulari che ne sono provvisti, utilizzare quando possibile l'auricolare

tratto dalla newsletter telefonino.net

ELETTROSMOG - PERICOLO INVISIBILE

 

Il termine ELETTROSMOG indica l’inquinamento da campi elettromagnetici (cem). Il campo è il risultato della corrente e della tensione elettrica ed è diviso in una parte elettrica ed una parte magnetica. Nei cellulari, radar, ripetitori televisivi, ecc. il campo oscilla ad alta frequenza, la parte del campo più significativa è quella elettrica, si può schermare con il metallo e si misura in volt/metro (abbreviato V/m). Negli elettrodotti e negli elettrodomestici invece la parte più significativa è quella magnetica che non si può schermare (attraversa i muri ed il metallo), il campo oscilla a bassa frequenza, 50/60 herz (abbreviato Hz) e di misura in microTesla (abbreviato µT) con uno strumento differente da quello per i V/m.

 

I CAMPI FANNO MALE

 

Effetti a breve termine

Gli studi hanno dimostrato che esposizioni ad elevate intensità di campo elettromagnetico possono generare nell’uomo un effetto termico, cioè il riscaldamento del corpo, o di sue parti esposte alle radiazioni, che segue all’assorbimento dell’energia elettromagnetica. Gli effetti riscontrati sono molteplici e confermano il pericolo per la salute. Un esempio sono le esposizioni a cui sono soggetti gli utenti dei telefoni cellulari che irradiano campi di valore molto elevato durante la conversazione.

 

Effetti a lungo termine

Gli effetti biologici sono legati anche alle lunghe esposizioni a campi di bassissima intensità. Le esposizioni prolungate, che in Italia sono convenzionalmente determinate in almeno 4 ore, favoriscono un effetto non termico. Questo effetto è dovuto probabilmente all’interazione tra i messaggi elettrochimici dell’organismo e le onde elettromagnetiche. Anche a bassissima intensità i campi elettromagnetici si comporterebbero come delle piccole sollecitazioni che, se ripetute nel tempo, provocano dei danni biologici.

 

ANTENNE, RIPETITORI, RADAR

Nel 1996 è stato pubblicato il più grande studio epidemiologico, condotto dal dott. Stanislaw Szmigielski, finanziato dalla Comunità Europea, uno studio polacco sugli effetti delle radiofrequenze, i risultati sono chiari: aumenta il rischio per tutte le patologie indagate. Nell’ottobre 1998 gli scienziati riuniti a Vienna per un congresso scientifico sugli effetti delle campi elettromagnetici a radiofrequenza concordano che gli effetti biologici delle esposizioni a bassa intensità sono scientificamente dimostrati. Aggiungono che si possono ancora trarre conclusioni attendibili sui livelli di esposizione innocui e sottolineano che è importante informare la popolazione sui siti, sui dati tecnici e sulle esposizioni, ed anche sullo stato della ricerca scientifica. Sui telefoni cellulari, gli scienziati dicono che dovrebbe essere fornita una sufficiente informazione sugli studi sanitari onde promuovere un più corretto uso del telefonino. Nel giugno 2000 al congresso scientifico di Roccaraso, gli scienziati confermano le posizioni di Vienna e riconoscono che esiste una evidenza che l’esposizione ai campi elettromagnetici ad alta frequenza anche di bassa intensità (quelli delle antenne per la telefonia cellulare) può avere effetti negativi sulla salute: l’aumento dei casi di tumore, per esempio, l’aumento dei casi di disturbi cardiaci, riproduttivi, e neurologici. Questi effetti sono confermati dalle ricerche svolte negli ultimi 40 anni sulle cellule, sugli animali e sulle persone. Gli scienziati chiedono con urgenza che nella pianificazione della rete delle antenne per la telefonia mobile si raggiunga un valore di esposizione di 0,2 volt/metro ed non si superi i 0,6 volt/metro. I consumatori devono essere informati sui livelli di esposizione quando usano un cellulare, anche con l’auricolare. Sempre nel giugno 2000, ma al congresso scientifico internazionale di Salisburgo, gli scienziati dicono che la costruzione di una antenna deve essere soggetta ad una procedura di autorizzazione con il coinvolgimento attivo della popolazione interessata e la valutazione delle fonti di inquinamento già esistenti. La stima sugli effetti biologici delle esposizioni a livelli bassi è difficile. Le raccomandazioni sui limiti precisi di esposizione sono solo indicative. Per la tutela della salute si raccomanda un valore limite provvisorio di esposizione di 0,6 volt/metro per la somma a campi modulati in alta frequenza e pulsanti a bassa frequenza come le antenne per la telefonia cellulare. La rassegna di studi più completa è stata raccolta dal dott. Neil Cherry che nelle conclusioni consiglia di non superare 0,2 volt/metro. Nel aprile 2001 l’Agenzia Regionale di Sanità della Toscana ha studiato una gran parte dei lavori scientifici sui campi elettromagnetici ed ha concluso che il principio di cautela comporta che il livello di esposizione sia il più basso possibile compatibilmente con la tecnologia del settore. Nel settembre 2002 gli scienziati riuniti a Catania confermano l’esistenza di effetti provocati dai campi elettromagnetici alcuni dei quali nocivi per la salute e consigliano di tutela la salute pubblica dai campi elettromagnetici.

 

LA LEGGE QUADRO

 

La nuova legge quadro n. 36/2001 applica il principio di precauzione di cui all’art.174 del trattato istitutivo dell’Unione Europea e sancisce il rispetto dell’art.32 della Costituzione (tutela della salute).

In attesa che vengano emanati i decreti attuativi della legge quadro a cui spetta il compito di definire i nuovi limiti di esposizione della popolazione si applicano le disposizioni dei seguenti decreti:

-         D.P.C.M. del 23 aprile 1992

-         Decreto interministeriale 381/98

Attuale limite di esposizione: 100 microTesla o µT (simbolo tecnico che indica i microTesla)

Distanze minime delle linee dagli edifici Linee a: 132.000 volt 220.000 volt 380.000 volt Distanza: 10 metri 18 metri 28 metri

I limiti indicati nella normativa, per campi generati da elettrodotti, sono 500 volte superiori ai limiti indicati dalle ricerche scientifiche: 0,2 microTesla.

 

ELETTRODOTTI: LA LEGGE E LE RICHIESTE

 

D.P.C.M. del 23 aprile 1992

La legge attuale è superata, è contenuta in un Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri. I limiti indicati nella normativa, per campi generati da elettrodotti, sono 500 volte superiori ai limiti indicati dalle ricerche scientifiche: 0,2 microTesla.

 

-          Attuale limite di esposizione: 100 microtesla o µT (simbolo tecnico che indica i microtesla)

-          Distanze minime delle linee dagli edifici

 

Linee a:

132.000 volt

220.000 volt

380.000 volt

Distanza:

10 metri

18 metri

28 metri

 

Cosa si chiede?

 

per l’esposizione al campo magnetico generato da elettrodotti, sottostazioni, cabine elettriche, ecc. (dove le persone soggiornano varie ore)

VALORI ISTANTANEI

calcolati in base alla portata dei cavi conduttori o misurati con strumento

Limite di esposizione (da non superare mai, se superato occorre disattivare l’impianto)

0,2 µT *

Obiettivo di qualità (quello sopportabile salvo diversa indicazione degli studi scientifici)

0,01 µT

* RIF. studio scientifico internazionale finanziato dalla comunità europea - µT indica microtesla

 

Linee a:

132.000 volt

220.000 volt

380.000 volt

Distanza:

almeno 70 metri **

almeno 80 metri **

almeno 150 metri

   ** se viene rispettato l’obiettivo di qualità

 

Le normative attuali ed in progetto

 

per l’esposizione al campo magnetico generato da elettrodotti, sottostazioni, cabine elettriche, ecc. (dove le persone soggiornano varie ore)

Limite di esposizione

µT indica microtesla

SVEZIA - da anni applica il principio di precauzione: 0,2 µT

 

SVIZZERA

1 µT entro 3 anni

U.S.A. - Stato di New York

U.S.A. - Stato della Florida

20 µT

15 µT

ITALIA

Legge attuale (DPCM 23/4/92)

Progetto di legge (legge quadro in parlamento)

 

100 µT

0,5 µT entro 10 anni

ICNIRP Limite consigliato per l’esposizione a 50 Hz

100 µT per la popolazione

500 µT per i lavoratori

tratto dal "Manuale di Autodifesa del Gruppo Verdi del Comune di Livorno"

Caldo e siccità:   un effetto dell' inquinamento elettromagnetico? 

Per i metereologi il caldo è "innaturale in tutta l' Europa"  e con punte massime nelle metropoli. "Le forti pressioni atmosferiche impedirebbero la formazione delle nuvole". Ma il cielo è spesso nuvoloso senza che vi si liberi la pioggia.

Secondo i ricercatori "l' equatore metereologico terrestre sembra essersi spostato di 20 gradi più a nord trasformando il clima del Mediterraneo in un clima quasi desertico".  L' origine del caldo opprimente di questi giorni sarebbe un monsone proveniente dall'Africa".

 Mentre dalla fine di giugno sull' Africa sub-sahariana ha invece piovuto molto più del solito. Mentre, stranamente, è molto meno caldo ora nei paesi del nord Africa che in tutta l' Europa.

Forse gli esperti, nel valutare solo le correnti d'aria, i millibar e l'inquinamento da idrocarburi, stanno ricercando in una direzione sbagliata. E' chiaro a tutti che il caldo infuocato, arroventato di questi giorni non può essere la conseguenza del solo "effetto serra". Se così fosse dovrebbe piovere ripetutamente.

         Qualcosa è cambiato: è cambiata l'aria. Oggi l'aria (purtroppo) ha in grandissima parte sostituito le vecchie e costose cablature telefoniche ed è divenuta a tutti gli effetti  un "economico" conduttore elettromagnetico per telecomunicazioni. Le radiazioni non ionizzanti, sempre più immesse in questi anni  nell'aria delle città e delle autostrade con radiobasi della telefonia mobile e ponti radio, sono in grado di provocare  effetti termici non solo su tessuti vitali (es. riscaldamento dell'orecchio dal cellulare) ma indirettamente nell'ambiente circostante e molto probabilmente hanno trasformato il clima nell' "inferno" che stiamo subendo.

         Dalle radiobasi viene emesso persistentemente un notevole segnale elettrico in andata e ritorno - onda stazionaria - che aumenta la carica elettrica nell'atmosfera.

Il bombardamento elettromagnetico ad alta energia, con radiazioni artificiali permanenti anche se non ionizzanti, ma con fotoni derivati  dalla spinta energetica nelle microfrequenze, provoca alle molecole dell'aria l'espulsione di elettroni dagli atomi, i quali  disintegrandosi si trasformano in ioni tutti di una stessa carica positiva.

Molecole stazionarie che d'estate subiranno un processo non solo di fotosintesi, trasformandosi in No2 e peggiorando l'inquinamento, ma otterranno anche un effetto di "amplificazione" del raggio solare; fungendo da "propulsore" per le radiazioni elettromagnetiche solari su tutte le aree industrializzate dotate di tele-radiocomunicazioni.

Possiamo perciò ipotizzare che una delle importanti cause della variazione climatica è l'inquinamento elettromagnetico dell'aria.

         L'aumento progressivo della temperatura, la conseguente elevata evaporazione  attraverso starti d'aria ionizzati positivamente dalle celle telefoniche creeranno nubi ad una sola carica magnetica -positiva-  che sosteranno per mesi in cielo prima di trovare accumuli di vapore contenenti cariche magnetiche opposte e scaricarsi violentemente. 

Due sono le soluzioni:

-la prima immediata di provvedere ad una immissione di ioni negativi al di sotto delle nubi nere cariche d'acqua. (Se piove, la tesi è pregevole).

-la seconda a medio termine di ridimensionare la selva incontrollata di antenne per telefonia mobile utilizzando un solo sistema e non quattro come ora; un solo campo elettrico per più gestori - roamming - e non una decina di campi stazionari come avviene ora; ridimensionando le potenze, perchè i cellulari funzionano anche col minimo segnale.

                                                                  Gian Carlo Landi

                                                                  axon@libero.it

Invecchiamento precoce per chi utilizza troppo il telefonino

16 Settembre 2003

L'abuso del telefono cellulare potrebbe provocare un invecchiamento precoce delle cellule cerebrali. Ad affermarlo è un nuovo studio condotto in Svezia all' Università di Lund dal Professor Leif Salford. Secondo Salford, infatti, le microonde a bassa intensità possono favorire il passaggio delle proteine cerebrali dal sangue superando così una delicata barriera biologica che protegge il cervello.

Il professor Salford e i suoi collaboratori hanno lavorato per 15 anni sull'argomento: dapprima dimostrando che le radiazioni possono aprire la barriera ematoencefalica permettendo a proteine come l'albumina di penetrare nel cervello, poi ha messo in risalto che questo fenomeno porta a danneggiare alcune strutture del cervello. Fino ad ora, però, non sono mai stati spiegati gli effetti a lungo termine di queste nuove tecnologie. E' quindi possibile che i neuroni danneggiati possano autoripararsi in tempo, ma le cellule nervose che normalmente non diventano vecchie prima dei 60 anni, potrebbero ora diventarlo a 30 anni.

Le precedenti preoccupazioni sui telefoni portatili erano legate alla possibilità di aumentare la temperatura del cervello e di causare cancro.

(tratto da http://www.telefonino.net/cgi-bin/news.asp?n=9309 )

LA  STAMPA  05.09.2003

IN UN VIA TROPPI CASI DI TUMORE
di Marco accossato

Sei linfomi in appena due isolati, un'altra decina nelle vie attorno: chi
vive  e lavora in Via Pomaro - quartiere Santa Rita è preoccupato.
Nei negoazi al bar, negli uffici, da giorni  non si parla di altro: un
ragazzo e una donna residenti al n. 6 sono sottoposti da settimane a
chemioterapia per fermare la stessa forma di cancro che colèpisce tessuti e
ghiandole linfatiche. Altri 2 casi sono nella palazzina di fronte al n. 7.
Una quinta persona affetta da tumore abita al n. 8; una risiede
nell'edificio all'angolo con Via tripoli. Altri 3 casi , tutti linfomi di
Hodgkin, sono stati diagnosticati in Via Elba, una parallela di Via Pomaro,
stretta tra Corso Orbassano e Via Tripoli. troppi malati in una manciata di
metri. Casualita'?? Pasquale R. il padre della piu' giovane delle persone in
cura contro questo tumore, crede di no. "Siamo ormai in molti a sospettare
la stessa cosa - spiega- e cioè che la colpa sia delle radiazioni emesse dai
ripetitori piazzati qualche anno fa sul tetto  di una palazzina di laro
tirreno. Nel 99  raccogliemmo 3.000 firme perchè venissero spenti. Inutile.
da allora a oggi, intanto i linfomi sono aumentati e tra i malati c'è anche
mio figlio che ha 23 anni.
Una ipotesi, ovviamente, quella di Pasquale R.. ma tanti casi concentrati in
un cosi' breve tratto di strada, effettivamente colpiscono e
insospettiscono. Per questo il vice sindaco Marco Calgaro ha deciso di
approfondire. "Abbiamo commissionato uno studio epidemiologico. Uno
specialista contattera' i medici di famiglia che hanno pazienti residenti in
zona e in particolare nelle vie segnalate. Raccogliera' le casistiche e alla
fine confronteremo i risultati con i dati dell'incidenza dei tumori in altre
parti della citta' nello stesso periodo di tempo. Torino ai raggi X. il
Vicesindaco ha chiesto che l'indagine  sia fatta subito e sia conclusa in
fretta. "Non vogliamo naturalmente spargere il panico. A prima vista a S.
Rita, non sembra esistano fonti di inquinamento diverse da quelle presenti
in altri quartieri di Torino e tali da giustificare un boom di tumori.

 
 

Vuoi esprimere un tuo parere, un consiglio, un invito al riguardo?

MANDACI UNA E-MAIL

Ritorna alla H O M E

 
Copyright © 2002 [Comitato di Quartiere di Pastena]. 
Le pagine del sito sono liberamente riproducibili purchè ne sia citata la fonte.