La centrale Turbogas al posto del Parco marino
(consulta la Scheda tecnica)

Centrale termoelettrica e suoli Ideal Standard. Altri particolari inquietanti. Indovinate dove sarebbe dovuta sorgere la centrale termoelettrica proposta dall'Enel nel 1971?
Saluti.
Simone Giuliano
- 8 dicembre 2005
Realtà e disinformazione

La centrale termoelettrica va considerata ormai pressoché una realtà, e non un progetto ancora sulla carta che probabilmente non si farà perché ha dell’incredibile. L’unico intoppo – diciamo così – alla sua realizzazione è rappresentato dalle elezioni politiche e amministrative in programma la prossima primavera. Se non ci fossero le elezioni l’opera sarebbe stata certamente già cantierizzata. E lo sarà, probabilmente con gran lena, subito dopo di esse, allorché la consueta cappa di piombo del “Va tutto bene, va tutto bene” ricoprirà di nuovo come una coltre nera di fumo ogni elementare obiezione a questo come a tanti altri progetti. Vedrete che rispunterà fuori, come un coniglio dal cilindro, anche l’ipotesi termovalorizzatore. Avremo così finalmente a Salerno quel «polo termico» di cui Giovanni Lettieri, presidente della Confindustria di Napoli, parla da mesi.

Anche sulla questione del rinvio dell’udienza del Tar, prevista per il 17 novembre e slittata a metà febbraio, è prevalsa la disinformazione. Si è parlato erroneamente di una vittoria del fronte anti-centrale, ma non è affatto così. La verità è che il Ministero delle Attività Produttive ha già approvato da mesi il progetto esecutivo della turbogas che dovrà sorgere nell’area ex-Ideal Standard. Vale a dire che l’opera potrebbe essere cantierizzata anche stanotte, senza attendere la firma del decreto di esproprio dei suoli, senza attendere l’udienza di febbraio del Tar. Perché allora l’udienza è stata rinviata? Semplicemente perché gli avvocati delle parti che avevano presentato il ricorso al tribunale amministrativo incredibilmente ignoravano questo particolare fondamentale, e dinanzi all’enorme ‘novità’ sono stati costretti a chiedere un rinvio dell’udienza, ottenendolo peraltro a fatica. Ovviamente sono da un pezzo scaduti i termini previsti (60 giorni) per impugnare l’ulteriore autorizzazione concessa dal Ministero, copia della quale peraltro non risulterebbe mai pervenuta al Comune di Pontecagnano-Faiano. L’unico ulteriore ricorso possibile è stato quello relativo ad un’appendice del progetto esecutivo, pervenuta (questa sì) al nostro Comune il 20 settembre 2005 e che il sindaco Del Gais ha pensato bene di tenere chissà perché chiusa nel cassetto per quasi 2 mesi, rendendo miracolosamente possibile un ricorso soltanto nell’ultimo giorno legalmente disponibile, il 21 novembre. Ma se in questa circostanza l’atteggiamento dell’attuale sindaco lascia sconcertati, va pur detto che negli ultimi mesi Del Gais si muove – seppure un po’ a rilento – apparentemente contro il progetto della centrale. Convince senz’altro molto meno l’atteggiamento di Ernesto Sica sulla questione. Sica a parole promette fuoco e fiamme, minaccia di occupare fisicamente il cantiere quando verrà aperto, ma all’atto pratico non risultano sue azioni concrete. Quando l’Energy Plus presentò istanza al Ministero, l’11 agosto 2003, Ernesto Sica era sindaco di Pontecagnano-Faiano. C’erano 2 mesi di tempo per presentare osservazioni al progetto: le uniche osservazioni le presentò l’imprenditore Maiolica, peraltro fuori tempo massimo. Nelle sedi istituzionali – Sica è consigliere regionale – non risulta che l’ex-sindaco si stia muovendo. Tra l’altro manca la sua firma all’interrogazione sottoscritta dai consiglieri regionali Rosania e Ragosta, con la quale si invitava Bassolino ad intervenire « per fermare l’intervento previsto in provincia di Salerno dalla Energy Plus». Sica – anche consigliere comunale – diserta manifestazioni pubbliche come quella del 12 novembre, in cui erano presenti tra l’altro due senatori della Repubblica, Fasolino e Manzione. Ernesto Sica è favorevole o contrario alla realizzazione della centrale termoelettrica?

Insomma, l’impressione è che il rinvio dell’udienza del Tar sia un’occasione che la politica salernitana cercherà di cogliere per radunare il bestiame, evitando di spaventare gli elettori e fingendo di aprire un dibattito che si concluderà già sappiamo come. La recente proposta lanciata da Vincenzo De Luca a Lira Tv può essere letta in tal senso. Fingere di essere democratici: è un lusso che, alla vigilia delle elezioni, la politica una volta tanto può pure permettersi.

 Curiose coincidenze

Il progetto di una centrale termoelettrica nella zona industriale di Salerno non nasce il 16 giugno 2003 assieme all’Energy Plus. Già nel 1968 e poi ancora nel 1971 l’Enel propose infatti a Salerno la realizzazione di una centrale termoelettrica ad olio combustibile nella zona industriale, prospettando in un secondo momento anche l’ipotesi di un impianto a metano. Dopo un iniziale parere favorevole il progetto venne definitivamente respinto nel 1971.

Sì, ma dove sarebbe dovuta sorgere la ‘vecchia’ centrale termoelettrica? Dai lavori della commissione incaricata nel 1968 dal Comune di Salerno di approfondire gli aspetti logistici del progetto emergono indizi sorprendenti. La commissione individuava cioè la collocazione dell’impianto in «un’area, dall’estensione di 25 ettari, da prescegliere nella parete orientale della zona industriale, al confine col fiume Picentino». E’ una forzatura affermare che l’area designata nel 1968 sia pressoché la stessa del 2003? E’ possibile che il progetto della Energy Plus si basi su informazioni – come dire – di seconda mano? Ciò contribuirebbe a spiegare – per esempio – le imprecisioni contenute all’interno dello Studio di Impatto Ambientale presentato dall’Energy Plus, e relative in particolare alla distanza del nuovo impianto dal centro di Salerno. Quarant’anni fa il centro di Salerno era effettivamente a 15 chilometri dal confine con il comune di Pontecagnano-Faiano, mentre nel corso degli anni quella che era un tempo ‘periferia’ evidentemente ha subito a sua volta una forte urbanizzazione. Ma di tutto questo probabilmente non può tener conto un foglio di carta rimasto nel cassetto per anni.

Vista sotto questa luce, anche l’intera vicenda dell’Ideal Standard di Salerno rischia di assumere contorni differenti e ancora più inquietanti. L’intenzione di politica cittadina, Asi e sindacati di preservare a oltranza la destinazione industriale dell’area a questo punto ci fa trasalire. E – sempre col senno di poi – sembra ancora più assurdo che la controllata del consorzio Cecam che subentra nell’area – la Seapark spa – acquisti i suoli ex-Ideal Standard ad un prezzo simbolico per insediarvi (secondo l’accordo) le attività industriali collegate al parco marino, da realizzare invece altrove. Non è una forzatura che la società debba per tale motivo richiedere una variante urbanistica in una distinta zona agricola – peraltro neppure adiacente – nei pressi dello stadio Volpe? Non è strano che Cecam-Sea Park acquisti un’area di ben 110.000 mq di cui di fatto non potrà mai disporre, essendo essa vincolata alla parte “industriale” del progetto di realizzazione di appena 35.000 mq di parco marino, come dal verbale della riunione in prefettura del 23 novembre 1998? E’ un po’ come se qualcuno comprasse o fingesse di comprare un autotreno per trasportare un paio di bagagli… Quali erano i reali ed effettivi interessi in gioco? Chi conosceva il territorio tanto da (ri-)pilotare poi il progetto della centrale termoelettrica nell’area ex-Ideal Standard?

L’Energy Plus, costituitasi il 16 giugno 2003, presenta l’istanza al Ministero delle Attività Produttive per la realizzazione della turbogas l’11 agosto 2003. E’ strano che il 27 giugno 2003, cioè ben prima che Energy Plus presenti formale istanza al Ministero, l’onorevole Vincenzo De Luca dichiari testualmente a Lira Tv, ribadendo poi più volte il concetto nel corso della stessa trasmissione: «Io ritengo, e cercherò di lavorare anche in questa direzione se riesco a individuare un raggruppamento imprenditoriale interessato, che noi dobbiamo pensare a realizzare nella zona industriale di Salerno una centrale elettrica». Le affermazioni stupiscono a maggior ragione perché De Luca ha seguìto sin dall’inizio la vicenda Ideal Standard-Sea Park, proponendosi a più riprese come mediatore. Ad ogni modo, a quanto pare, al 22 settembre 2003 l’iter burocratico dell’Energy Plus non risulta avviato per carenza di documentazione. Come mai? Forse perché l’area non è stata formalmente individuata in quanto gravata da vincoli di inalienabilità e indisponibilità (realizzazione del parco tematico) risalenti al 10 novembre 1999, come previsto dal contratto di compravendita tra Ideal Standard e SeaPark. Questo spiegherebbe perché i vincoli vengano rimossi in fretta e furia il 13 novembre 2003 nel corso di una rocambolesca giornata in cui la Sea Park, già fallita, richiede da Brescia l’abrogazione dei vincoli contrattuali. Nello stesso giorno (alla stessa ora) a Milano l’American Standard delibera positivamente, e pochissimi minuti dopo, sempre a Milano, i vincoli vengono abrogati in uno studio notarile. Quanta fretta.

Simone Giuliano

 

La Centrale Termoelettrica a Turbo Gas?  No grazie.
Meglio quella solare di "Archimede" realizzata da Carlo Rubbia.

 E' mai possibile che una decisione così importante, come la realizzazione di una Centrale Termoelettrica, a confine tra Pontecagnano e Salerno possa essere presa con una tale superficialità?

Potevano mai pensare, i proponenti e chi li sostiene, che un impianto di tale portata potesse essere accolto senza nessuna protesta?

Possono mai chinare il capo le Istituzioni, Comune e Provincia di Salerno in testa, rispetto ad un'iniziativa privata, sia pure di grande utilità, senza pensare minimamente di trovare una soluzione alternativa, compatibile con il territorio?

Si è mai pensato di commissionare più di uno studio di fattibilità "serio" e non lasciarlo solo alla  parte interessata (Energy Plus), per studiarne la migliore ubicazione, l'impatto ambientale, la possibilità di utlizzare fonti alternative e la reale necessità di realizzare una Centrale comparando anche costi e benefici?

Evidentemente, queste domande si rispondono da sole.

Esaminando bene la vicenda, oltre alla Energy Plus e l'Assindustria, pare che a nessuno interessi questa Centrale, ma nessuno fa niente per evitarne la realizzazzione. Le proteste, i sit in, i cortei e persino le minacciate dimissioni del Sindaco di Pontecagnano Del Gais, sono servite a poco, perchè chi deve sentirle non ascolta.

Si dice: non c'é peggior sordo di chi non vuol sentire.

Della Centrale, dell'opzione dei suoli Ideal Standard, delle modifiche opzionali per consentire anticipatamente i passaggi di proprietà, delle destinazione dei suoli all'attuale utilizzo, se ne è parlato fin troppo, ma mai in maniera completa, anche perché si sono conosciuti i particolari solo quando gli atti sono diventati ufficiali.

Così si è appreso, che una delle motivazione “nobili” della Società proponente, oltre a quello di realizzare degli utili, è quella di soddisfare il fabbisogno energetico e quindi acquistare meno elettricità dall'estero. Altro motivo altrettanto "nobile" è quello di rendere autosufficiente l'area costiera di Salerno.

Poiché la Energy Plus non appartiene all’Ordine Monacale delle Orsoline, restano da chiarire molti dubbi, per esempio: per quale motivo costruire una Centrale in un'area densamente popolata (oltre 250.000 abitanti)? perché una centrale a Turbo Gas? Perché la relazione di compatibilità ambientale è stata presentata dalla stessa Energy Plus? perché poi la scelta di produrre 800 Mw anzichè 400 come era inizialmente? per quale motivo la Regione Campania ha modificato il vincolo del limite di realizzazioni di impianti da 400 Mw a 800? Perché la relazione sostiene che l’impianto dista 15 Km da Salerno e non dice che l’area metropolitana di Salerno, a sud, comprende Salerno, Pontecagnano, Montecorvino Pugliano, Bellizzi fino a Battipaglia e che gli abitati non conoscono soluzioni di continuità? Perché la relazione non dice che è vero che si risparmia di acquistare Energia Elettrica dall’estero, ma per contro acquistiamo il metano?

Queste, sono tutte domande senza risposte che però producono inquietudine specie se si aggiunge il silenzio della politica.

Nella manifestazione del 12 ottobre, si dovrebbe dire anche che l’aumento della temperatura nell’area dell’impianto, è ben oltre i 20° e lo sbalzo termico interessa l’area circostante per alcuni Km. I manifestanti dovranno sapere che si realizzerà anche un metanodotto “privato”, che attraverserà tutti i Picentini. Che in regime di lavorazione, l’impianto raggiungerà oltre i 1000°, con un conseguente riscaldamento anche del suolo. Che le acque calde necessarie per il ciclo di produzione, saranno reimmesse in scarico, e per quanto trattate, saranno la causa per un innalzamento della temperatura delle acque del golfo di Salerno. Si dovrà dire ai manifestanti, che una volta prodotta l’Energia Elettrica dovrà essere trasportata  alla Centrale Macchia di Montecorvino Rovella, per essere immessa nell’elettrodotto dell’Enel, e per questo sarà realizzato un elettrodotto sotterraneo ad 1 metro e 60 cm dalla superficie, seguendo il tracciato delle strade esistenti e passando in mezzo alle case. Insomma per una Centrale si devasta un territorio in lungo e in largo, nel silenzio totale della politica.

Per la manifestazione di protesta, sarebbe cosa gradita che alle dimissioni annunciate del Sindaco di Pontecagnano Del Gais, si aggiungessero anche quelle del Sindaco di Salerno De Biase e quelle del Presidente della Provincia Villani, seguite da quelle degli assessori all’Ambiente provinciale e Regionale Palladino e Nocera.

Anche se le competenze spettano al Ministro delle Attività Produttive, è altrettanto vero che questi, ha esercitato le sue prerogative, in assenza  di indirizzi programmatici territoriali, e in assenza di controllo e di tutele, che pure spettano alle Amministrazioni periferiche ed ecco che ci troviamo a combattere un mostro a “più teste” e decisioni già prese e investimenti già spesi.

Perché non suggerire alle istituzioni e al Ministro di imitare la scelta di Priolo, vicino Siracusa, che ha realizzato la Centrale Solare “Archimede”, perfettamente compatibile con l’ambiente, progettata dal premio Nobel Carlo Rubbia?

Ogni tanto, bisogna sapere osare.

Massimo Del Mese - 13 novembre 2005

massimo@delmese.net

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vi invio 2 articoli sulla centrale termoelettrica che dovrebbero comparire sul giornale "La nuova graticola", di cui sono collaboratore. Il primo sulla pagina di Salerno, l'altra su quella di Pontecagano. Spero possiate ritenerli interessanti. Vi ringrazio inoltre per alcune informazioni che ho tratto dal vostro ottimo link e dalle vostre preziose iniziative.
Cordialmente.
Simone Giuliano

 Il business della centrale termoelettrica 

C’è poco da fare: la centrale termo-tumorale verrà costruita. E’ bene che i cittadini non nutrano alcuna speranza nelle mediazioni della politica, e che essi si mettano bene in testa che è necessario scendere in piazza in un presidio permanente contro questo infame progetto. Soltanto iniziative clamorose potrebbero essere in grado di impensierire il mostro e coloro che grazie al mostro si arricchiranno. E non è allarmismo: è la realtà dei fatti. La posizione ambigua della politica salernitana – la quale in gran parte tenta quasi di addomesticare e di narcotizzare la protesta – getta una luce funesta ma chiarificatrice sul suo reale contenuto. A qualcuno sarà forse stato promesso qualche contributo a fondo perduto? L’enormità del progetto e l’ignobile attentato alla salute pubblica che ne seguirà lasciano infatti sconcertati.

Non so voi, ma io personalmente ne ho abbastanza – ad ogni livello – fingono di litigare e di interessarsi ai cittadini, ma che evidentemente nella quasi totalità dei casi pensano agli affari propri, al potere in quanto oppressione del prossimo, o a chissà cos’altro che quasi mai coincide con gli interessi degli elettori. Francamente tra Casa delle Impunità e Unione dei Trasformisti la sensazione è spesso quella di trovarsi contesi tra la padella e la brace. Qualunquismo? Può darsi. Ma non credo, davvero, che la politica in questi anni abbia contribuito a migliorare la vita dei cittadini. L’evidenza dei fatti sembrerebbe piuttosto delineare una parabola deprimente, sintetizzabile in un attacco più o meno premeditato ai ‘deboli’ e in un ruffiano e inguardabile omaggio servile alle posizioni di forza. Oggi essere poveri è una colpa; chi vive onestamente è pressoché un cretino, e le furberie di chi ruba al prossimo sono considerate quasi in termini eroici, da emulare ad ogni costo. Io interpreto così, per esempio, la sciagurata avventura del presidente-operaio acclamato a furor di popolo. Deve esserci qualcosa che proprio non va nel nostro caro bel Paese.

Ve lo ricordate il black-out del 28 settembre 2003? A quanto si disse un albero mise in ginocchio l’Italia. Una farsa. Guardacaso il decreto sblocca centrali con il suo ignobile contenuto (scavalcare tutti gli enti locali in tempi di devolution!) fu varato dal ministro delle attività produttive Marzano quasi a tempo di record. Troppo comodo per Fiat Energy e Ansaldo, le quali dopo la rottura del monopolio dell’Enel avevano in cantiere nuovi affari. Infatti già prima del propagandistico black-out (e viene da pensare che senza tale misterioso black-out molti progetti sarebbero giocoforza rimasti sulla carta) era stata richiesta la costruzione nella sola Campania di ben 9 centrali termoelettriche, per complessivi 4261 MW, di cui 4 nella sola provincia di Caserta e molte – compresa quella di Salerno – eccedenti il tetto di 400 MW previsto dallo statuto regionale. Niente paura: il 20 aprile 2004 la giunta regionale presieduta da Bassolino (Ds) proponeva l’innalzamento da 400 a 800 MW del limite di potenza per le nuove centrali elettriche in Campania. Detto, fatto.

Ma a chi appartiene il termo-mostro che verrà costruito in un’area densamente popolata? Il progetto è stato presentato dalla Energy Plus, società di scopo collegata all’Ansaldo, la quale è controllata da Finmeccanica, società a partecipazione pubblica quotata in Borsa. Energy Plus ha un capitale sociale inferiore ai 15.000 euro, tuttavia si è rivelata ad esempio pronta a finanziare la recente mostra di Picasso di Salerno con circa 50.000 euro. Direttore del progetto per la realizzazione della centrale di Salerno per la Energy Plus è l’ing. Mario Galeone. Alla Energy Plus è affiancata la General Construction dei fratelli Gallo. Il mensile Altromolise magazine, riportando molte notizie comparse su La Voce della Campania, scrive nel novembre 2003 un interessante articolo sulla General Construction a proposito della centrale termoelettrica di Venafro (provincia di Isernia), la quale è del tutto simile a quella prevista a Salerno (780 MW), e in cui i protagonisti sono quasi tutti gli stessi. Da Altromolise: «I titolari [della General Construction] sono i fratelli Francesco e Immacolata Gallo, poco più di 70 anni in due, anche se “l’uomo forte” del gruppo viene considerato il fratello maggiore, Alfonso. E arriva la prima sorpresa: i Gallo fanno sì affari con esponenti del centrodestra, ma gravitano nell’area del centrosinistra e in particolare hanno amicizie influenti nei Ds». Come non ricollegare questa indiscrezione all’atteggiamento tenuto dai Ds salernitani, in particolare da De Luca e De Biase, sull’argomento centrale? Ricordiamo a proposito la dichiarazione di De Biase, riportata da La Città del 4 settembre 2003: «Volesse il cielo che a Salerno si realizzasse una centrale termoelettrica». Il successivo parere contrario votato dal consiglio comunale salernitano – parere comunque non vincolante grazie all’ignobile decreto Marzano – è numericamente scaturito dal voto determinante della Margherita, contro tra gli altri De Biase e appunto i Ds. Rivela La Voce della Campania a proposito dei Gallo: «Lavorando a Brindisi inizia il feeling con il diessino Antonio Bargone, già sottosegretario ai Lavori Pubblici nel governo Prodi ed esponente della corrente dalemiana ». Una delle ipotesi più inquietanti che probabilmente costituiscono il vivo interesse della politica nei confronti della centrale salernitana è che, all’indomani della costruzione del complesso, il comune di Salerno dovrebbe creare un’apposita azienda municipalizzata per la distribuzione dell’energia, utilizzando semmai società già attive nel settore, per acquistare a prezzi convenienti l’elettricità dalla centrale per poi rivenderla ai cittadini. Un business da milioni di euro, potenzialmente ai danni della collettività; una terra di nessuno che potrebbe canalizzare clientele e mazzette, in un’indebita plusvalenza che non porterebbe ai cittadini – dopo l’inquinamento – neppure alcun risparmio sulle bollette.

Sempre a proposito della centrale di Venafro, scopriamo – ancora tramite Altromolise – che uno dei rappresentanti della Molisenergy (la società di scopo che intende costruire la centrale di Venafro) è lo stesso ingegnere Mario Galeone. Da Altromolise dell’ottobre 2004: «L’amministratore delegato di Molisenergy è la signora Laura Bozza, che risulta essere moglie dello stesso Galeone. Laura Bozza è però anche procuratrice della General Construction S.p.A.: l’amministratore unico Francesco Gallo le ha conferito “procura speciale ad negotia con poteri di alter ego affinché abbia a compiere qualsiasi atto di amministrazione ordinaria e straordinaria e di disposizione”. Laura Bozza è autorizzata ad “amministrare tutti i beni, presenti e futuri, dare consensi ed autorizzazioni, acquistare, alienare ecc.”. Insomma una plenipotenziaria di General Construction che è al tempo stesso anche amministratrice unica di Molisenergy. […] Dietro Molisenergy, la piccola società che vuole costruire la centrale turbogas di Venafro, c’è un vero e proprio sistema di scatole cinesi: la Molisenergy è controllata per il 97 per cento da una società, la Mostar, che sta in Lussemburgo e i cui veri soci sono nascosti dietro una società di consulenza; la Mostar è a sua volta controllata al 99 per cento dalla Odessa Securities, società anonima con sede a Panama, in un paradiso fiscale che la pone al riparo da controlli, verifiche e soprattutto dalla curiosità dei giornalisti». Non ho raccolto dati su Energy Plus, ma ritengo possa essere altrettanto interessante un’indagine approfondita. Degna di nota infine l’interrogazione parlamentare proposta nel febbraio 2005 da Nichi Vendola (PRC) e nata proprio dall’inchiesta di Altromolise: in sostanza a Venafro Ansaldo Energia e Molisenergy presentavano progetti simili a poche decine di metri di distanza l’uno dall’altro, mantenendosi formalmente separate. Tuttavia i collegamenti personali e finanziari risultano evidenti, come emerge anche qui a Salerno.

Oscura davvero la vicenda relativa alla lottizzazione dei suoli ex Ideal Standard. L’Ideal Standard cedeva alla Seapark i suoli con i vincoli di inalienabilità e di destinazione d’uso per 5 anni. Seapark a sua volta cedeva i terreni alla San Marco Immobiliare nel novembre 2002. I vincoli venivano eliminati nel novembre 2003 e pochi giorni dopo si verificava la vendita alla Cereal sas di Antonio Maiolica. La magistratura è intervenuta successivamente contestando il reato di lottizzazione abusiva per gli eventi succedutisi dal 2001 in poi. Maiolica non ha ottenuto il dissequestro dei suoli e si è avviata la procedura di esproprio da parte dello stato sull’area, per la realizzazione della centrale termoelettrica, cioè un (presunto) progetto di pubblica utilità come da abominevole decreto Marzano. Ma dell’insediamento della centrale nell’area si parlava già prima che i vincoli venissero rimossi. Come è stato possibile? Chi ha violato la legge? E’ volata per caso qualche mazzetta? Questo non si sa, almeno per ora. Di fatto l’intervento della magistratura sembrerebbe aver accelerato l’iter per la costruzione della centrale. Ricordiamo ad ogni modo l’inquietante dichiarazione del senatore Roberto Manzione della Margherita, riportata dai quotidiani salernitani il 22 luglio 2004 e contenuta nell’ottimo link http://web.tiscali.it/salernodasalvare/centrale.htm: «La centrale termoelettrica ricade sull’area Sea Park su cui, secondo il pentito Cosimo D’Andrea, ci sono forti interessi della camorra». E forse ci sono anche quelli della politica o di una parte della politica: e questo sarebbe probabilmente un fatto ancora peggiore.               

Simone Giuliano    

lo sapevate che . . .
" . . . già nel 1969 e poi nel 1971 era stato proposto dall'Enel l'impianto di una centrale termoelettrica a gas nella zona industriale di salerno. La centrale prevista, da 640 MW, nel 1969 venne dapprima guardata con favore e poi bocciata con fermezza; nel 1971 il consiglio comunale e l'allora sindaco di Salerno Gaspare Russo (DC) si opposero immediatamente alla riproposizione del progetto da parte dell'Enel. Nella storica delibera del Consiglio Comunale datata 30 luglio 1971 si legge tra l'altro: << l'attivazione della centrale termoelettrica non può che provocare danni irreparabili all'ambiente paesaggistico ed al patrimonio artistico, archeologico e monumentale del Comune e degli altri limitrofi e riviareschi>>. E tutto questo si diceva nel 1971, quando l'area industriale di Salerno era davvero pressochè industriale, e la densità abitativa del circondario non raggiungeva certo i livelli odierni.
(tratto da un articolo di Simone Giuliano pubblicato su "La Graticola  di Salerno" - Agosto 2005 )

l'On. De Luca nella trasmissione del 7 ottobre 2005 ha dichiarato che lui può "combattere" solo se ha il consenso ed il sostegno degli elettori dai quali ha ricevuto il suo mandato. Ebbene, in qualità di suoi elettori, gli chiediamo di non "combattere più a favore di questa scellerata centrale" che riteniamo inutile e dannosa per la Città. Se davvero porti avanti gli interessi e la volontà dei tuoi concittadini: "Desisti Vincenzo, ci sono altre "battaglie" più meritevoli sulle quali riversare le tue energie!"

Un attentato alla salute pubblica 

L’impatto ambientale della centrale termoelettrica? Ansaldo in una delle prime uscite pubbliche dichiarò che l’inquinamento prodotto era paragonabile a quello di una strada lunga un chilometro sulla quale viaggiano 180 automobili l’ora. Meno inquinante dunque di un piccolo tratto della tangenziale, sulla quale – com’è noto –  negli orari di punta transitano nel medesimo intervallo di tempo circa 2.000 veicoli. Ma come diavolo si fa a raccontare una balla simile? Abbiamo a che fare davvero con gente responsabile, oppure con una discutibile azione di disinformazione di massa?

L’impianto in fase di avanzata progettazione a Salerno-Pontecagnano è una centrale denominata turbogas di cogenerazione a ciclo combinato. Il ciclo combinato include cioè un ciclo a gas e un ciclo a vapore. Nel ciclo a gas l’energia elettrica viene prodotta mediante un sistema turbina-alternatore alimentato dalla miscela gassosa derivante dalla combustione di aria e metano. Nella successiva fase (ciclo a vapore) la miscela turbogas, ancora molto calda, viene utilizzata per produrre vapore che alimenta un secondo separato sistema turbina-alternatore che genera altra energia elettrica. I gas vengono così trasferiti ai trattamenti depurativi e inviati al camino.

L’utilizzo del metano e del ciclo combinato consentono un rendimento energetico piuttosto buono per queste centrali. La centrale progettata da Energy Plus, a fronte di una potenza totale termica generata di 1370 MW, dovrebbe avere una potenza elettrica disponibile di 780 MW. Un rendimento del 57% è considerato buono in termini termodinamici. E’ ovvio comunque che i restanti 590 MW di potenza termica, direttamente o indirettamente, finiscono gratis nell’ambiente, cioè senza produrre neppure un Watt di elettricità. Il dimensionamento di 780 MW, in 2 moduli separati da 400 MW, permetterebbe un funzionamento della centrale anche nell’ipotesi di un blocco di uno dei 2 moduli, inoltre rende economicamente più vantaggioso l’investimento in quanto abbatte il costo unitario per MW ‘prodotto’.

Riguardo alle emissioni, a parità di potenza termica una centrale alimentata a metano genera circa la metà delle emissioni di anidride carbonica (CO2), ossido di carbonio (CO) e di ossido di azoto (NO) di una centrale alimentata a olio combustibile, nonché una riduzione significativa di ossido e biossido di zolfo (SO e SO2), quest’ultimo principale responsabile delle piogge acide. La proliferazione di centrali termoelettriche a metano per tale motivo consentirebbe comunque all’Italia di rientrare nei parametri previsti dal Protocollo di Kyoto (-6,5% di emissioni CO2 entro il 2010 rispetto al 1990, -11% rispetto alla situazione attuale), anche perché la quota di CO2 viene considerata pure sull’energia importata e non prodotta. Detto questo, la centrale inquina eccome. Nel nostro caso, in aggiunta, l’impatto ambientale di un impianto di tale potenza potrebbe essere devastante perché ricade in un’area fortemente urbanizzata, e per il semplice motivo che la centrale brucerà, senza riposo, circa un miliardo di metri cubi di metano all’anno, cioè 2,7 milioni al giorno, 100 tonnellate l’ora: altro che tangenziale.... Tra diversi studi in materia (tralasciando volutamente la relazione Sorokin), consideriamo in particolare quelli di Armaroli-Po, Fraternali-Selmi, e uno studio di progetto dei costruttori di un’analoga centrale turbogas a Ferrara (Sef), tutti relativi alle emissioni annuali di un impianto a ciclo combinato di circa 800 MW. Citiamo i valori massimi e minimi calcolati. Ossido di azoto (NO): 1.085 tonnellate per anno (Sef), 444 t (Armaroli-Po). Monossido di carbonio (CO): 1.295 t (Fraternali-Selmi), 362 t ( Sef); il dato può fluttuare anche in relazione all’efficienza di combustione dell’impianto. NO e CO sono gas altamente tossici per tutti gli esseri viventi. Ossido di zolfo (SO): 49,4 t (Fraternali-Selmi), 14 t (Sef). Particolato PM 10 (polveri sottili di diametro inferiore ai 10 millesimi di millimetro): 290 t (Armaroli-Po), 49 t (Sef). La relazione Armaroli-Po, a questo proposito, è l’unica a tenere conto anche del particolato condensabile PM 2,5 e PM 0,1 che si forma in atmosfera, polveri fini ed extrafini molto pericolose, che la normativa vigente non ritiene indispensabile stimare per ottenere l’autorizzazione alla costruzione di nuove centrali; pertanto il calcolo delle circa 300 tonnellate annue di particolato è un dato particolarmente agghiacciante: altro che tangenziale... Alcuni hanno stimato (Conacem di Offlaga) che una centrale come quella prevista a Salerno è in grado di produrre polveri sottili in misura pari al traffico veicolare di una città come Bologna, con 375 mila abitanti. Metano (CH4): 205 t (Armaroli-Po), 125 t (Fraternali-Selmi): il CH4 incombusto è un gas serra 20 volte più dannoso della CO2. Anidride carbonica (CO2): 1.730.000 t (Armaroli-Po), 1.599.289 t (Fraternali-Selmi). Formaldeide (CH2O): 42 t (Armaroli-Po), 10 t (Fraternali-Selmi). Altri idrocarburi aromatici (altamente cancerogeni): 47 t secondo Armaroli-Po.          

La ricaduta successiva degli agenti al suolo non è evidentemente una scienza esatta, ma è ragionevole ipotizzare che essa si estenda nel raggio di 10-15 Km. Tanto per intenderci, l’abitato di Pontecagnano ricade in pieno entro i primi 2 Km di distanza dalla centrale. Se non è questo un attentato alla pubblica incolumità, cos’altro mai potrà esserlo secondo voi? Credete che dopo la costruzione della centrale avrete ancora molto altro da perdere?

                                                                                              Simone Giuliano  

    Prossime iniziative

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8 giugno 2005 verrà a Salerno il famoso biologo Paul Connet, uno dei maggiori scienziati americani, che illustrerà i motivi che lo hanno portato a schierarsi contro  impianti del genere.

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1 luglio 2005 si terrà nell’area dell’ex Ideal Standard un grande campo ecologico internazionale contro questo megaimpianto da 780 mw.

Eravamo in 8.000 a gridare il nostro NO alla megacentrale termoelettrica.

Come cittadini di Pontecagnano, ma non mancavano al nostro fianco molti salernitani, siamo scesi in piazza per riaffermare la nostra forte contrarietà alla mega centrale termoelettrica. L'impianto dovrebbe nascere nelle immediate vicinanze del nostro Comune. Sembra che la trovata del sindaco di Giffoni abbia insegnato qualcosa agli amministratori salernitani. Se lui è stato capace di prendere ingenti finanziamenti senza sorbirsi la puzza della spazzatura scegliendo un sito posto ai confini del suo comune(Sardone), gli Amministratori salernitani non hanno voluto essergli da meno ed ecco la brillante idea di rincorrere i finanziamenti (a cavaldonato non si guarda in bocca sopratutto in tempi di vacche magre per le casse comunali) dicendo SI alla centrale che era stata rifiutata altrove (Mantova  e  Termoli), pensando bene di scegliere un sito collocato ai confini del comune di Salerno (Scavate Case Rosse). Peccato che gli abitanti di quella zona e del vicinissimo comune di Pontecagnano non gli siano proprio riconoscenti per la scelta effettuata. Del resto proprio su le pagine del Vs. sito è possibile leggere che "le considerevoli quantità di sostanze cancerogene, tra le quali le famigerate polveri sottili pm10 e pm2,5 oltre a composti come benzene, formaldeideammoniaca. Basti pensare che una centrale da 800 Mw (come quella in previsione a Salerno) è in grado di produrre polveri sottili in misura pari al traffico veicolare di una città come Bologna, con 375 mila abitanti. Per centrali da 780 MW,  si può stimare una produzione di PM 10 e PM 2,5 e PM 0,1 nell’intervallo 150-250 t/anno. Dal punto di vista chimico, i principali componenti del PM10 e PM2,5 e PM 0,1 sono nitrati, solfati e cloruri di ammonio e sodio, carbonio elementare, carbonio organico, polveri minerali e biogeniche di varia composizione, acqua. Una volta presente in atmosfera, queste polveri sottili vengono rimosse per sedimentazione o precipitazione. Il tempo medio di permanenza in atmosfera varia a seconda delle dimensioni: si va da alcuni giorni a qualche settimana. Inoltre è documentato che possono essere trasportate per migliaia di chilometri. (dati elaborati dal CONACEM per l'analoga centrale a turbogas da 800 Mw che si vorrebbe edificare ad Offlaga " pertanto neppure gli abitanti del centro di Salerno potranno dormire sonni tranquilli. Non vi pare?

Nicola P. - 21.05 2005

Il Comitato dei Medici si oppone alla centrale termo elettrica

I camici bianchi si scagliano contro la centrale termoelettrica. A lanciare l’allarme è il Comitato dei Medici contro la Centrale Termoelettrica che denuncia l’emissione di inquinanti, recanti danni alla salute. La richiesta avanzata è di un’attenta valutazione dell’impatto ambientale della Centrale Termoelettrica, che comprenda anche il parere dell’Asl Salerno 2.

In particolare, il Comitato critica la localizzazione dell’impianto in un’area fittamente popolata come la zona industriale di Salerno e per questo chiede una valutazione anche dell’azienda sanitaria. Il Comitato dei Medici aderisce così alla protesta del Coordinamento Salute Ambiente di Salerno, che domani effettuerà un volantinaggio contro la realizzazione dell’impianto.

La controversa questione della centrale termoelettrica continua a far discutere, mentre il consiglio provinciale attende lo studio della Commissione tecnica istituita nel corso della seduta del 15 novembre. Composta da un rappresentante della Provincia, dai componenti della VI Commissione Ambiente, dai capigruppo consiliari, da docenti dell’Università di Salerno, Giorgio Donsì e Paolo Ciambelli, e da rappresentanti delle associazioni ambientaliste, Wwf e Legambiente, la Commissione tecnica dovrà verificare i rischi e le opportunità della centrale.

I termini per la consegna dello studio sono stati prolungati e, prima di qualsiasi decisione in proposito, si attenderà l’esito dell’analisi.
Francesca De Simone
17/12/2004

tratto da Salernonotizie

A Mantova la locale Asl ha ottenuto lo stop dell'avvio della centrale termoelettrica. E' quanto sostengono le associazioni ambientaliste appartenenti al Comitato Salernitano Salute ed ambiente. Nella città lombarda doveva sorgere un impianto uguale a quello salernitano. Lo stop ai lavori è stato decretato per l'incompletezza delle documentazioni di sicurezza e per il mancato rispetto delle
prescrizioni imposte dal Ministero sul monitoraggio dell'aria. Vengono contestati inoltre i dati forniti dalla Energy Plus sull'impatto ambientale. Oltre ai pericoli dovuti alle considerevoli emissioni di polveri nell'atmosfera, bisogna tener conto degli impatti ambientali indotti: Strade, metanodotto di 36 Km che collegherebbe Serino a Salerno e il conseguente elettrodotto sconvolgerebbero  il "parco dei Monti Picentini". (notizia tratta da la Città dell'8 ottobre 2004)

MOBILITAZIONE POPOLARE
«Per fermare i nuovi vandali che vogliono benefici per pochi e disagi e malattie per tutti».
Lo scrivono gli organizzatori in un comunicato, sottolineando come le motivazioni che spingono la regione e gli altri sostenitori del "mostro ecologico" a dire si all'impianto non sono l'incremento occupazionale e il disavanzo energetico, ma semplicemente il mero ritorno economico per i promotori e i loro sostenitori. A firmare il comunicato:
Comitati popolari Pontecagnano, Fuorni, Monticelli, Scavate Rosse, Comitato salute e ambiente, Forum Ambientalista, Verdi, Sinistra Ecologica, Italia Nostra, Legambiente, WWF, Vas, Asilo Politico, CGIL, Azienda Ospedaliera S.Leonardo, CGIL Cambiare Rotta, Cobas Scuola, PRC, Laboratorio Diana, Disobbedienti Salerno e Gruppo consiliare PRC Salerno.

bullet(tratto da la Città del 11 agosto 2004)

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« Abbiamo ricevuto la documentazione delle Energy Plus nell'agosto dello scorso anno. Dopo di ciò abbiamo verificato l'entità dell'impatto ambientale attraverso uno studio che il professore Sorokyn, dell'Università di Roma, ci ha consegnato qualche tempo dopo. Dall'analisi si evince che la ciminiera della centrale diffonderebbe monossido di carbonio per un raggio di due chilometri, quindi anche nell'abitato di Pontecagnano.. . Una centrale di 800 Mw dovrebbe essere collocata lontano dalle abitazioni.»
Carmine Petrolicchio - capogruppo della Margherita al Comune di Pontecagnano (da IL MATTINO del 13 agosto 2004)

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«Sono consapevole del fatto che il crescente bisogno di energia del Paese vada soddisfatto, ma senza allocare impianti dall'alto impatto ambientale praticamente a pochi metri dalle abitazioni. Riteniamo che la scelta dell'Ideal Standard sia sbagliata. Occorre pensare ad un sito diverso . . . E' impensabile realizzare una Centrale termoelettrica a pochi passi dai centri abitati di Caserosse e Fuorni, da un ospedale ed a pochi chilometri dal centro della nostra città.
La salute dei cittadini è più importante di ogni cosa. Già stiamo scontando le conseguenze degli errori fatti nel passato».
tratto da un'intervista del sindaco di Pontecagnano Ernesto Sica, pubblicata su IL MATTINO del 9 agosto 2004

Come avremmo voluto che parole analoghe fossero state pronunciate anche dai nostri De Luca e De Biase. Purtroppo a Salerno la salvaguardia della salute e dell'ambiente non ha una grande tradizione. Gli interessi economici hanno sempre avuto la precedenza . . .

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«Si potrà discutere, in relazione alle garanzie di sicurezza e funzionalità, sulla più idonea ubicazione territoriale dell’impianto rispetto al sito attualmente ipotizzato (l’area ex Ideal Standard, ndr) a meno che a sostegno di quest’ultima opzione non vi siamo interessi inconfessabili ed insormontabili».
L’assessore provinciale all’ecologia Angelo Paladino (intervista pubblicata su la Città dell'8 agosto 2004)

 

Sabato 7 Agosto 2004

Ecco i danni per la salute

Non c’è da fare festa ma da preoccuparsi. È il senso della nota con la quale Luciano Conforti, medico ed ex consigliere comunale, parla dei pericoli legati alla Centrale termoelettrica. Che elenca con dettagli:
1) una centrale da 780 MGW consumerà un miliardo di metri cubi all'anno di metano e i cui gas di scarico usciranno da un alto camino alla temperatura minima di 85 gradi per un totale di emissioni di gas da combustione pari a 3.9 milioni di metri cubi all'ora.

2) Le esalazioni inquinanti ricadranno in una area compresa tra i 15 e i 20 chilometri di raggio.
   (ecco perchè tutti i salernitani si troveranno a dover fare i conti con queste esalazioni nocive). N.d.R.

3) Uno studio del C.N.R., a firma di Nicola Armaroli e Claudio Po,pubblicato sulla rivista "Chimica ed industria" descrive quanti e quali inquinanti vengano scaricati in aria da centrali termoelettriche di dimensioni pari a quella proposta (760 MG/W):o Oltre 1.500.000 tonnellate/anno di Anidride carbonica CO2, gas il cui effetto serra è universalmente noto ; o Oltre 1.500 tonnellate/anno di ossido di azoto NOx, pericoloso sia di per sé sia perché precursore dell'ozono, gas velenoso per gli esseri viventi; o 290 tonnellate/anno di particolato (polveri fini) PM10, il più pericoloso degli inquinanti per la salute umana o formazione di polveri fini secondarie che, secondo dati dell'Agenzia Ambientale Europea, sono la parte preponderante del particolato fine prodotto dagli impianti energetici o Oltre 200 tonnellate/anno di metano incombusto, gas ad effetto serra 21 volte più potente della CO2; o 126 tonnellate/anno di monossido di carbonio CO, gas notoriamente velenoso; o Oltre 90 tonnellate/anno di Ammoniaca NH3C; o Oltre 40 tonnellate/anno di formaldeide CH2O, fortemente cancerogena; o 9 tonnellate/anno di ossidi di zolfo SOx; o 47 tonnellate/anno di altri idrocarburi: benzene (cancerogeno) ed altri idrocarburi aromatici tossici o cancerogeni.
 

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"Con la Centrale non ci sarà lavoro, ma solo la soddisfazione di interessi economici"
Antonio Lubritto -
la Città - 6 agosto 2004

(I 130 lavoratori della Ideal Standard che si sono pronunciati a favore della Centrale vanno incontro all'ennesima presa per i fondelli. Utilizzare, per interessi finanziari,  la disperazione dei cassa integrati salernitani è una storia già vista che oggi si ripete.)

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La Regione Campania ha dato il via libera alla mega-centrale a turbogas a Salerno
La Regione, sulla quale facevamo affidamento dopo la incredibile crociata pro-centrale portata avanti da De Biase, si è dichiarata favorevole alla costruzione di due centrali: una a Sparanise e l'altra a Salerno sui suoli dell'ex Ideal Standard.
Il parere definitivo spetterà al Ministro delle Attività Produttive, ma dopo questo via libera la strada è tutta in discesa per i fautori della mega-centrale.
Fa ridere la proposta del neo Presidente della Provincia di Salerno sull'opportunità di creare un coordinamento scientifico per il controllo dei lavori e dell'attività della centrale termoelettrica. A Salerno abbiamo quotidianamente sotto gli occhi la triste esperienza delle Fonderie Pisano che continua a sversare nell'aria fumi nauseabondi come denunciano da anni i cittadini della zona, senza che nessuno alzi un dito. Figuriamoci quale standard avranno i futuri controlli sulle emissioni della centrale.
Facciamo una previsione facile da azzeccare: una volta costruita, nel giro di un biennio (e con i recenti  aumenti dei prodotti petroliferi, forse anche prima della sua inaugurazione) verrà chiesta la sua conversione al più economico ed inquinante carbone. Il gas metano, infatti, oltre agli aumenti di prezzo che ne rendono l'energia prodotta antieconomica e fuori mercato, è già oggi insufficiente.
L'esperienza della centrale di Civitavecchia non ha insegnato nulla ai nostri miopi amministratori!
6 agosto 2004

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Nella conferenza dei servizi tenutasi a Roma il 28 luglio in merito alla centrale termoelettrica, per nostra fortuna il rappresentante  della Regione Campania non ha voluto più sostenere questo progetto scellerato, dopo il voto contrario espresso dai comuni di Salerno e Pontecagnano .
Grazie a questo insperato aiuto, la conferenza ha concesso un rinvio di 30 giorni .
Quello che mi avvilisce è che questa sensibilità alla tutela della nostra città me l'aspettavo dal sindaco di Salerno che invece si sta battendo come un forsennato per costruire questa centrale, contro tutto e contro tutti. 
Nessuna osservazione sui gravi rischi ambientali è riuscita a fare breccia, ad insinuargli qualche ragionevole dubbio per valutare con maggior cautela ed obiettività l'opportunità di tale scelta.
Mi chiedo, allora, quali sono le ragioni che spingono De Biase a volere a tutti i costi questa megacentrale a Salerno?
Non
riesco a comprenderlo!
Le possibili assunzioni non possono essere una ragione in quanto la mano d'opera occorrente sarà esigua e super specializzata.
Sul piatto della bilancia, in questo periodo di casse prosciugate, pesano sicuramente: i finanziamenti, gli appalti e gli interessi immobiliari.
E così la salute, l'ambiente, la volontà dei salernitani (perchè non fare un referendum?) e le aspirazioni turistiche vanno a farsi benedire ancora una volta!
Non ci resta che . . . sperare in Bassolino!
Pasquale - 30 luglio 2004

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Da salernitani rivolgiamo un ringraziamento doveroso all'Assessore all'Ambiente del Comune di Salerno Avv. Dambrosio per la coerenza e la tenacia fin qui dimostrata, culminata nella disponibilità a rassegnare le proprie dimissioni, pur di fronteggiare il malcontento e l'ira del sindaco all'indomani delle votazioni sulla Centrale. A noi vengono i brividi solo ad immaginare  la "personalità" sulla quale sarebbe ricaduta la scelta del nuovo Assessore all'Ambiente. Certamente non sarebbe più stato scelto un esponente dei Verdi perchè troppo ambientalisti e poco attenti al business. Temiamo perciò che un novello Attila o un nuovo "Yes-man" è dietro la porta!
Abbiamo apprezzato molto anche la tenacia del presidente della Commissione Ambientale Alessandro Longo, la presa di posizione  del capogruppo della Costituente riformista Francesco Colucci, le iniziative coraggiosi della Margherita, di Rifondazione Comunista e di alcuni esponenti dell'opposizione che hanno consentito di evitare, almeno fino ad oggi, questo ennesimo  scempio paesaggistico ed ambientale per la città di Salerno.

C.d.R. - 3 agosto 2004

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Il Senatore della Margherita Roberto Manzione, come riportato dai quotidiani salernitani del 22 luglio 2004,  ha dichiarato che  «la centrale termoelettrica ricade sull’area Sea Park su cui, secondo il pentito Cosimo D’Andrea, ci sono forti interessi della camorra». Inoltre ha ricordato che «la società Energy Plus, con solo 11mila euro di capitale non sembra in possesso della capacità economica necessaria per effettuare un intervento di 600 milioni. È logico dedurne che questa società ha lo scopo di ottenere tutte le autorizzazioni e cedere il pacchetto a terzi. Il gasdotto di 36 chilometri che attraversa il parco dei Picentini, l’elettrodotto di 13 chilometri in area densamente abitata avranno un pessimo impatto ambientale. E l’inquinamento è aggravato dalla presenza nell’area del cementificio e in futuro delle Fonderie Pisano, dunque i parametri in base ai quali il Ministero dell’Ambiente ha dato parere favorevole al progetto, vanno rivisti».

<<La Centrale termoelettrica ed il Termovalorizzatore sono bombe ecologiche per il Comune di Pontecagnano Faiano, per Fuorni,  per Scavate Case Rosse, Mercatello ecc . . >>
    dr. Sica - Sindaco di Pontecagnano - intervista a TELECOLORE in data 22 luglio 2004

Centrale
Longo: subito il ricorso al Tar

«Il decreto di compatibilità ambientale emesso dal Ministero dell'ambiente per la centrale termolettrica a Salerno va impugnato al Tar». E' quanto sostiene il capogruppo di Rifondazione al Comune, Sandro Longo, che ha invitato il sindaco Mario De Biase e l'assessore all'Ambiente Francesco Saverio Dambrosio a provvedere in tempo utile. «Nel decreto - sostiene Longo - ci sono due errori di fondo. Il primo è ravvisabile quando si afferma che il sito individuato per la centrale è situato a 15 Km dall'abitato della città di Salerno; il secondo riguarda la classificazione del rischio sismico, Salerno è zona 2 e non 3».

tratto da la Città del 20 luglio 2004

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Il Presidente della Commissione Ambienti del Comune di Salerno Alessandro Longo ha così commentato in data 1° luglio 2004 la proposta di realizzare una Centrale termoelettrica in città: << Salerno non ha bisogno di questa energia, perchè dovremmo dare un parere favorevole ad un impianto che a noi non piace per il violento impatto ambientale che avrebbe sull'ambiente circostante e che non ci serve?

Speriamo che alle parole seguano i fatti. Questa inutile e mastodontica centrale a turbogas verrebbe realizzata in un'area che, in passato poteva definirsi industriale, mentre oggi è diventata un importante polo commerciale. Nei pressi vi sorgono abitazioni, l'ospedale cittadino, il carcere, i nuovi mercati generali e ad una manciata di chilometri tutto il centro urbano cittadino con i suoi 250.000 abitanti impazienti di respirare le famigerate polveri sottili pm10 e pm2,5 oltre a composti come benzene,
formaldeide, ossidi di zolfo e ammoniaca!

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<<Dicono che la centrale di Salerno serve a colmare il deficit energetico in Campania. In realtà il deficit reale è colmato con le due centrali già autorizzate per complessivi 1.600 megawatt a Teverola e Orte di Atella. Per il resto basterebbe adeguare e convertire le centrali già attive  e dare il giusto impulso alle produzioni energetiche alternative. L'immissione in atmosfera di circa 1.110 Mw termici, dai camini e dal sistema di raffreddamento, è una quantità sufficiente a determinare modificazioni sensibili del microclima in un intorno che comprende aree abitate e ospedale. Inoltre, la centrale produrrebbe circa 300 tonnellate all'anno di polveri fini ed ultrafini (Pm10 e Pm2,5), particolarmente nocive al sistema respiratorio. Il calore prodotto (1.200 Mw) viene tutto dissipato in atmosfera. Solo di una minima parte (il 10% circa) è previsto il recupero per il teleriscaldamento, a prezzi di successivi e non precisati investimenti. Perchè la megacentrale funzioni sono necessari: 35 km di metanodotto nel cuore del parco dei Picentini; 20 km di elettrodotto; diversi km di condotta per la conduzione del calore riutilizzato; interventi di riequilibrio e di rafforzamento della rete elettrica preesistente. Dicono che le amministrazioni comunali non possono far nulla per impedire la realizzazione della megacentrale. L'esperienza della Basilicata dimostra che non è vero>>.

Italia Nostra - gennaio 2004

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Altrove stanno già tornando indietro e così le loro "ecologiche" centrali a turbogas saranno "dirottate" a Salerno!

ENERGIA: ALEMANNO, BLOCCARE I LAVORI TURBOGAS TERMOLI
(AGI) - Vinchiaturo (Cb), 7 mag. - Il ministro per le Politiche agricole, Gianni Alemanno, chiederà al ministro delle Attività produttive, Antonio Marzano, di bloccare il cantiere della centrale turbogas di Termoli (Campobasso). Il ministro, che oggi ha partecipato al forum del mondo agricolo molisano, condivide le perplessità delle organizzazioni agricole sui rischi per le produzioni della zona. Per Coldiretti, Cia e Confagricoltura l'impianto di energia Spa da 76 Mw oltre ad essere "assolutamente sproporzionato rispetto al modestissimo deficit energetico della regione" emetterebbe nell'atmosfera enormi quantitativi di anidride carbonica, ossidi di azoto, polveri ed altre sostanze inquinanti come benzene, formaldeide e biossido di zolfo. Tutto questo, secondo le organizzazioni di settore, metterebbe a rischio circa 75.000 ettari di coltivazioni, pari a una produzione lordo vendibile di 130 milioni di euro e migliaia di posti di lavoro.    "In base agli accertamenti che abbiamo fatto - ha aggiunto Alemanno - condividiamo si tatti di preoccupazioni serie e attendibili. Per questo motivo, oggi, scriverò al ministro Marzano con la preghiera di bloccare i lavori e di fare un'attenta riconsiderazione sull'opportunità di collocare la centrale turbogas in quel sito, considerando non soltanto l'impatto ambientale dell'impianto, ma anche quello complessivo in tutta l'area, compreso quello che io chiamo l'impatto agricolo. Tramite l'Ufficio legislativo del mio ministero - ha concluso Alemanno - faremo fare tutti gli accertamenti opportuni per vedere come da parte nostra, in sintonia con la Regione Molise, si possa andare ad attivare una procedura di blocchi dei lavori, perchè la centrale rappresenta una minaccia agli interessi del mondo agricolo". (AGI)     .
 

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Crolla l'ultima foglia di fico.
In questi mesi qualche esperto ha dichiarato che in Italia le centrali turbogas catalizzate (ovvero "californiane") non le fa nessuno perchè:
A) costano troppo e si va fuori mercato
B) inquinano più delle altre (oggettivamente esilarante)


Bene, a Reggio Emilia ne hanno appena fatta una:
http://www.sestopotere.com/index.ihtml?step=2&rifcat=160&Rid=33752

Va ricordato che il Ministro dell'Ambiente, evidentemente mal consigliato dai suoi tecnici, aveva fatto le seguenti dichiarazioni sul tema:
http://www.lanuovaecologia.it/iniziative/vertenze/2830.php
(replica: http://www.lanuovaecologia.it/iniziative/vertenze/2829.php)

c'è il rischio che adesso anche a Salerno c'è chi si fa avanti per imitare questi scriteriati ricconi reggiani che:
A) produrranno elettricità a costi altissimi e non troveranno uno straccio di acquirente;
B) inquineranno come nessun altro in Italia.

(notizia tratta da il FORUM **** ELETTROSMOG )
 

BRAVI !
Non sapevo di questo sito che ho trovato per caso su google. Sono Andrea Cioffi (coordinatore provinciale Sinistra Ecologista). Vi potrà far piacere sapere che insieme a tutte le associazioni ambientaliste abbiamo inviato al ministero ed alla regione le nostre osservazioni contro la centrale termoelettrica una settimana fa. Saluti e complimenti
11 febbraio 2004

La centrale termoelettrica è "un inutile mostro energetico. Nel progetto non si fa alcun riferimento all'ordine di grandezza delle polveri sottili filtrabili emesse dall'impianto e mancano garanzie sul tipo e la frequenza di manutenzione dei bruciatori, in relazione alle emissioni di ossidi di azoto. Il sito prescelto è in effetti al centro di una comunità di 250mila abitanti, considerando un raggio di soli sei chilometri".
Alessandro Longo -
capogruppo consiliare di Rifondazione Comunista - 3 febbraio 2004

Una vacanza premio ?
Energy Plus e Ansaldo Energia hanno invitato i consiglieri salernitani in Portogallo ed in Inghilterra per verificare di persona come vi funzionano le centrali.(notizia pubblicata dalla stampa cittadina il 15 gennaio 2004)
Perchè, visto che ci troviamo, non portali anche alle Maldive o alle Canarie. Probabilmente il viaggio risulterebbe molto più produttivo e proficuo per gli interessi delle due Aziende, nonché particolarmente gradito ai nostri consiglieri!
A noi risulta che l'Ansaldo ha già realizzato centrali analoghe anche in Italia e non c'è bisogno di organizzare una vacanza premio per "verificarne" il pesantissimo impatto ambientale che ne deriverebbe. Basta utilizzare un buon motore di ricerca come Google e digitare le voci "centrali termoelettriche a gas metano" e "inquinamento". Potranno così consultare oltre mille siti molto esaustivi in materia, che dissiperanno eventuali dubbi, restando comodamente a casa propria.

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 Centrali a turbogas? No, grazie, preferisco respirare

 

Un nuovo studio dell'Istituto per la sintesi organica e la fotoreattività del Cnr di Bologna mette in guardia sui danni per l'ambiente e la salute derivanti dall'apertura di nuove centrali a turbogas

 

Le nuove centrali a turbogas per la produzione di energia sono altamente inquinanti e pericolose per la salute dell'uomo. E' quanto emerge da un nuovo studio dell'Istituto per la sintesi organica e la fotoreattività del Cnr di Bologna pubblicato sul numero di novembre de La chimica e l'industria, organo ufficiale della Società chimica italiana. Una centrale a ciclo combinato a gas naturale (turbogas) da 800 Mw, spiega Nicola Armaroli, autore della ricerca, brucia un miliardo di metri cubi di gas all'anno e produce parecchie centinaia di tonnellate di polveri fini e ultrafini, le più pericolose per la nostra salute. Nonostante questo, in nessuno delle decine di progetti per nuove centrali elettriche che utilizzano questa tecnologia, inclusi quelli già autorizzati dal ministero dell'Ambiente, si fa menzione della produzione di questi pericolosi inquinanti. L'apertura di nuove centrali a turbogas andrebbe ad aggravare una situazione già critica sul piano ambientale soprattutto nella Pianura Padana che, per le polveri fini ed ultrafini, è una delle zone più inquinate d'Europa.

La legge è inadeguata e non protegge la salute pubblica. Infatti per ottenere l'autorizzazione per nuove centrali si richiede la stima della produzione di particolato ultragrossolano emesso direttamente dai camini (primario). Questo approccio è idoneo a stimare le polveri da impianti a olio combustibile o carbone, ma si rivela inutile per valutare l'inquinamento da polveri di centrali a gas che producono particolato di piccola taglia. La lacuna nei progetti italiani, sottolinea Armaroli del Cnr, è molto grave perché è dimostrato che è proprio il particolato di taglia minuta a danneggiare maggiormente la salute: più le particelle sono piccole, più penetrano lungo le vie respiratorie. Secondo Armaroli, quindi, la costruzione di nuovi impianti a turbogas non può essere disgiunta da severe misure compensative per non peggiorare la qualità dell'aria delle zone interessate, come previsto, per esempio, dalla legislazione della California, una delle più avanzate in materia.

 

La scheda

 

Che cosa: inquinamento da centrali a turbogas

Chi: Istituto per la Sintesi Organica e la Fotoreattività

Per informazioni: Nicola Armaroli, tel. 051/6399820, cell. 333/2443817, armaroli@isof.cnr.it,

www.isof.cnr.it/ppage/nic/armaroli.html

 

Ufficio stampa Cnr: Isabella Vannuttelli, tel. 06/49933984, i.vannuttelli@ufficiostampa.cnr.it

   www.stampa.cnr.it
 



Prima di tutto complimenti per il sito che da la possibilità di parlare di tanti problemi di Salerno.
Fatto ciò devo, purtroppo correggere una informazione relativa alla Centrale termoelettrica che è sì prevista nell'area dell'ideal Standard ma questo non vuol dire che tolga spazio al parco Marino. Il Seapark, infatti, da sempre, è previsto su di un'area della litoranea orientale come è possibile verificare dall'inquadramento che vi allego. Questo, ovviamente, non vuol dire che sono a favore della centrale.....
G.F. - 22 ottobre 2003

La vasta area dell'ex Ideal Standard (il cui valore si aggira intorno ai 18 miliardi delle vecchie lire) era stata concessa gratuitamente alla società Sea-park per consentire la realizzazione di un parco marino a tema, che nelle intenzioni sbandierate solennemente dall'ex primo cittadino di Salerno, doveva diventare il più grande parco acquatico d'Europa! A distanza di qualche anno puntuale arriva la doccia fredda: quell'area sarà utilizzata per realizzarvi una grossa centrale termoelettrica. Tale progetto appare in contrasto con il "Piano Energetico Regionale" che consente impianti non superiori ai 400 Megawatt, mentre qui si parla di ben 780 Mwe. Sebbene le turbine utilizzeranno gas metano, le immissioni di anidride carbonica nell'ambiente rappresentano pur sempre un pesante dazio da pagare in termini di impatto ambientale e che andranno ad aggiungersi a quelle del cementificio che sorge a breve distanza. Inoltre questo impianto sorgerà ai confini con il centro abitato di Pontecagnano  e ha già provocato le risentite proteste della locale amministrazione locale.
A proporla pare sia stato lo stesso on. Vincenzo De Luca durante il consueto appuntamento del venerdì su una nota emittente locale. Proposta recepita di corsa dagli enti locali e  divenuta immediatamente operativa  alla vigilia di ferragosto. (un raro esempio di solerzia e tempestività !). L'entusiasmo del sindaco De Biase si è espresso con queste parole: <<
Volesse il cielo che a Salerno si realizzasse una centrale termoelettrica.>> (riportate da La Città del 4 sett. 2003). Per fortuna ci rimane la speranza in un intervento risolutivo del Governatore della Regione Bassolino che ha dichiarato pubblicamente che intende attivarsi in modo forte per impedire l’installazione delle centrali termoelettriche previste in Campania (da IL MATTINO del 25.09.2003).
A questo punto bisogna fare una considerazione, se Salerno voleva veramente acquisire una vocazione turistica avrebbe dovuto adoperarsi per scongiurare che una superficie così vasta destinata "in pompa magna" a diventare un grande parco tematico, si trasformasse all'improvviso in una grossa centrale termoelettrica.
E la Sea-Park cosa guadagnerà da questa operazione e a che titolo?
Alcuni ex-dipendenti della Ideal Standard ci hanno scritto che fin dall'inizio si erano convinti che tale faraonico parco era un bluff e non sarebbe stato mai realizzato, oggi ne hanno l'ennesima e forse definitiva conferma!
Questi  lavoratori (dai 180 originari, oggi sono ancora un centinaio in attesa di lavoro e prossimamente non potranno neppure fare più  affidamento sugli ammortizzatori sociali ormai in scadenza) sono ancora in attesa di di conoscere il loro destino e dopo  4 anni di promesse mai mantenute, sono consapevoli che non hanno alcuna possibilità di rioccupazione nella centrale termoelettrica.
                                                                                                                     

Ecco perchè i conti non tornano!

Non si può accettare passivamente il progetto destinato alla costruzione di una mega-centrale termoelettrica nell'interland salernitano.
Essa appare ai più una scelta immotivata e gravosa per il territorio salernitano per i seguenti motivi:

  1. L'esorbitante consumo di tonnellate di metano (previsto in circa 100 tonnellate all'ora) e circa 1 miliardo di m3 di gas l’anno.
    In altre parole un impianto turbogas di questa taglia, che occupa un’area di circa 10 ettari, consuma circa un settantesimo del gas naturale impiegato su tutto il territorio nazionale che si estende su 30 milioni di ettari. La conversione di diversi impianti italiani da olio combustibile a gas,  la costruzione di numerosi impianti turbogas ex-novo e la crescita continua dei consumi di gas in Italia  sta ponendo impegnative sfide sul fronte degli approvvigionamenti dall’estero di gas naturale, come già peraltro rilevato dall' Eni. E' prevedibile, quindi, che tra qualche anno queste stesse centrali a gas saranno riconvertite al ben più economico, disponibile e più inquinante carbone.

  2. l'emissione di migliaia di tonnellate di CO2 ogni ora, principale imputato delle variazioni climatiche prodotte dall'effetto serra;

  3. la produzione di tonnellate di ossidi di azoto, pericoloso per le persone anziane, bambini e soggetti con problemi di asma o patologie respiratorie;

  4. le considerevoli quantità di sostanze cancerogene, tra le quali le famigerate polveri sottili pm10 e pm2,5 oltre a composti come benzene, formaldeideammoniaca. Basti pensare che una centrale da 800 Mw (come quella in previsione a Salerno) è in grado di produrre polveri sottili in misura pari al traffico veicolare di una città come Bologna, con 375 mila abitanti. Per centrali da 780 MW,  si può stimare una produzione di PM 10 e PM 2,5 e PM 0,1 nell’intervallo 150-250 t/anno. Dal punto di vista chimico, i principali componenti del PM10 e PM2,5 e PM 0,1 sono nitrati, solfati e cloruri di ammonio e sodio, carbonio elementare, carbonio organico, polveri minerali e biogeniche di varia composizione, acqua. Una volta presente in atmosfera, queste polveri sottili vengono rimosse per sedimentazione o precipitazione. Il tempo medio di permanenza in atmosfera varia a seconda delle dimensioni: si va da alcuni giorni a qualche settimana. Inoltre è documentato che possono essere trasportate per migliaia di chilometri.
    (dati elaborati dal CONACEM per l'analoga centrale a turbogas da 800 Mw che si vorrebbe edificare ad Offlaga
    CLICCA QUI per consultare gli studi effettuati al riguardo
    )
    gli effetti collaterali che ne conseguirebbero in termini di piogge acide e possibili alterazioni del microclima;

  5. l'enorme quantità di calore refluo che verrebbe disperso nell'ambiente, che se canalizzato opportunamente potrebbe riscaldare una città di oltre 200 mila abitanti;

  6. la grande sproporzione tra il fabbisogno di energia delle poche industrie presenti in zona e l'offerta della nuova centrale (5,5 milioni di Mwh annui, una quantità che corrisponde al fabbisogno elettrico di una città di oltre un milione di abitanti);

  7. la vicinanza al centro abitato di Pontecagnano  ed al centro di Salerno (10 Km.);

  8. la vicinanza del cementificio provocherà un significativo effetto sinergico sulle emissioni inquinanti;

  9. il gravoso consumo di acqua necessaria a garantire il ricambio per il circuito di raffreddamento della Centrale (450 mc/h di acqua, l'equivalente del consumo medio di una città di 31.000 abitanti);

  10.  gli scarichi idrici inquinanti (nonostante i depuratori previsti) valutabili intorno ai 70 mc/h,

  11. la grande rumorosità dell'impianto;

  12. la vicinanza del polo annonario (mercato ittico e ortofrutticolo), e del più grande complesso ospedaliero della Provincia;

  13. la mancata consultazione delle Associazioni Ambientaliste e dei Cittadini;

  14. il contrasto con le aspirazioni turistiche della città;

  15. non è stata elaborata una Valutazione Ambientale Strategica ed un rigoroso studio di impatto ambientale affidato ad Enti non coinvolti direttamente nel business;

  16. è in contrasto con i principi di sviluppo eco-compatibile contemplato dal protocollo di Kioto e con le linee di tutela ambientale della Comunità Europea per l’uso dell’energia rinnovabile;

  17. la potenza (780 Mw) era incompatibile con il limite consentito dal "Piano Energetico Regionale"(max 400 Mw) vigente al momento della presentazione del progetto;

  18. il livello occupazionale non appare significativo (meno di 100 tecnici) e molti di essi saranno trasferiti da altri impianti;

  19. è incompatibile con il PRG.

I dati relativi al consumo di gas metano ed alle conseguenti emissioni sono ricavati dai dati forniti per la nuova centrale termoelettrica a gas metano di Ferrara (800 Mw) del tutto simile alla centrale termoelettrica salernitana (780 Mw).

 

Il metano ci dà una mano?

*studio realizzato da Medicina democratica

L'utilizzo del metano in centrali termoelettriche rappresenta una alternativa meno sporca (e non "più pulita") rispetto agli altri combustibili fossili (olio combustibile, carbone, orimulsion, gasolio, etc). Un minor impatto ambientale nella combustione del metano è conseguito in particolare ove siano applicate tecnologie a maggior rendimento rispetto ai tradizionali "cicli a vapore": ad esempio le centrali a ciclo combinato e con cogenerazione (in cui i gas di scarico della prima combustione alimentano con il loro calore residuo una caldaia a recupero che produce ulteriore vapore, utilizzabile per teleriscaldamento, impieghi industriali ecc.). In questo caso i rendimenti arrivano al 55 - 60%. Un ulteriore passo sarà rappresentato dalla messa a punto industriale delle celle a combustibile, che possono raggiungere rendimenti globali (elettrici e termici) pari all'82% con emissioni nell'ambiente estremamente ridotte. Con il meccanismo attivato in Italia della liberalizzazione del mercato dell'energia, si è assistito alla presentazione di numerosissime proposte di impianti termoelettrici a gas metano (per lo più cicli combinati e cogenerativi) che si aggiungerebbero agli esistenti. Proviamo a indicare i principali fattori di impatto ambientale di una "tipica" centrale termoelettrica da 800 Mw termici (capace di produrre circa 400 Mw di elettricità) a ciclo combinato, alimentata a gas metano. Le emissioni Supponendo un funzionamento annuo dell'impianto per 8.000 ore, le emissioni principali sono costituite da ossido di azoto che possono essere stimate in circa 840.000 kg/anno, monossido di carbonio (200.000 kg/anno) e biossido di carbonio (il "gas serra" per definizione, 1.184.000 tonnellate/anno, all'incirca un centesimo degli obiettivi nazionali di riduzione di questo gas che l'Italia si è impegnata a raggiungere con il "Protocollo di Kyoto"). Anche se parliamo di gas metano vanno considerati - vista la taglia dell'impianto - anche inquinanti come le polveri e gli ossidi di zolfo (30.000 kg/anno di ossidi di zolfo e a 15.000 kg/anno nel caso delle polveri). Si tratta di valori elevati - anche se più bassi (eccetto gli ossidi di azoto) rispetto ad una equivalente centrale a combustibili fossili tradizionali - che peserebbero sull'area interessata. Per non dire degli aerosol o "drift" (goccioline di vapore acqueo) che nel nostro caso possono essere stimate in oltre 1 metro cubo all'ora, con un potenziale effetto peggiorativo (nebbie) sulla situazione della zona. L'acqua Di norma le centrali a ciclo combinato hanno sistemi di raffreddamento ad acqua. Ciò comporta, anche in presenza di un parziale riciclo dell'acqua utilizzata nell'impianto, elevati prelievi (intorno a 450 mc/h di acqua, l'equivalente del consumo medio di 31.000 abitanti di una metropoli del nord Italia). In caso di adozione di sistemi di raffreddamento ad aria possono essere ridotti i consumi di acqua, ma si avrebbero problemi in relazione alla dissipazione del calore: la centrale funzionerebbe da enorme "termosifone". Inoltre sono prodotti scarichi idrici intorno ai 70 mc/h, i quali, anche se depurati, possono avere forti impatti ambientali, anche per l'elevata temperatura. L'impatto acustico Una centrale a turbogas come quella considerata ha macchine che producono un rumore elevato: in diversi progetti esaminati da chi scrive, si riscontrava il superamento dei limiti notturni fino a circa 200-300 metri dal confine della centrale, nel caso in cui i limiti delle aree circostanti fossero quelli previsti per aree agricole o residenziali. Va segnalato che queste centrali tendono a condizionare il territorio ovvero a costituire il primo caposaldo di una nuova area industriale. E, paradossalmente, questa problematica tende ad essere superata contestualmente alla modifica urbanistica necessaria per accogliere la centrale: il rumore non sopportabile dai cittadini rimane, ma i "limiti" sono formalmente rispettati. Da ultimo vanno ricordati gli impatti "indotti", da valutare in relazione alle condizioni della zona, cioè quelli connessi con la realizzazione di infrastrutture a servizio della centrale (strade, metanodotti, elettrodotti). Come difendersi Qualche mezzo di difesa è alla portata della popolazione, in particolare tramite la Valutazione di Impatto Ambientale. Questa procedura, che è in primo luogo un diritto dei cittadini all'informazione e alla partecipazione alle decisioni, è obbligatoria per le centrali di potenzialità superiore a 300 Mw termici (in questo caso la procedura è presso il ministero dell'Ambiente) e per quelle superiori a 50 Mw termici (presso la regione interessata). A tale proposito va segnalata la previsione del "decreto sbloccacentrali" approvato nell'ottobre scorso dal Consiglio dei ministri. In questo provvedimento vi è un esplicito attacco ai poteri degli enti locali. E' previsto infatti che "il parere non favorevole, congruamente motivato, deve indicare, a pena di inammissibilità, le condizioni e le modifiche progettuali che si reputano necessarie per un parere favorevole". Questa previsione, simile a quella prevista nell'art. 12 della legge del 2000 sulla "semplificazione amministrativa", è finalizzato unicamente a ridurre i poteri degli enti locali e a piegare questi ultimi alle esigenze dei privati. Si tratta di una questione non puramente ambientale ma anche di democrazia. Per chi scrive esiste la possibilità di un utilizzo del gas metano per produrre energia elettrica con un minore impatto ambientale ed in una fase di transizione rispetto all'utilizzo estensivo di fonti di energie rinnovabili che deve essere un obiettivo di tutti non certamente affidabile al "libero mercato". Studi effettuati per un utilizzo più efficiente del gas naturale nell'industria italiana introducendo tecnologie avanzate di cogenerazione hanno individuato vari "scenari" i cui effetti (in termini di maggiore produzione di energia elettrica, di riduzione di consumo di combustibili tradizionali, di effetto sulle emissioni di gas serra e di altri inquinanti) sarebbero, tra l'altro, di "svincolarci da gran parte delle importazioni di elettricità o di rinunciare alla costruzione di nuove centrali termoelettriche per un ammontare indicativo di oltre 6.000 Mw", di raddoppiare l'energia elettrica generata dagli impianti cogenerativi potenziati, mentre si avrebbe "una generazione elettrica aggiuntiva di circa 11.290 GWh/a ottenuta a parità di consumo globale di gas naturale e con una riduzione significativa dei consumi di olio". In altri termini, la via della riduzione del deficit produttivo (al 1998 pari a 40.732 GWh) non è esclusivamente basata sulla realizzazione di nuove centrali termoelettriche ancorché basate su cicli cogenerativi a metano a minore impatto ambientale, ma ha nella riconversione, ripotenziamento e miglioramento dell'efficienza delle centrali esistenti una strada concreta rispettosa degli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra e nel contempo in grado di coprire in buona parte o del tutto l'attuale deficit di produzione di energia elettrica.

          COMUNICATO STAMPA  SUL BLACK-OUT DEL 28 SETTEMBRE                            

 Nella ridda di ipotesi e smentite che si stanno facendo in queste ore sulle cause del black-out che ha colpito l’Italia, una cosa sembra sicura e cioè che "il black out è stato prodotto da un guasto esclusivamente di natura tecnica; non c'è altro" secondo l’affermazione di Guido Bertolaso, capo della Protezione civile. Quindi non un problema di produzione di energia, ma un problema di rete e di gestione. La cosa penosa è che esponenti del governo, come Marzano e Urso, colgano l’occasione per rilanciare la politica della costruzione in massa di centrali termoelettriche sul territorio italiano inducendo a credere che il black-out di oggi sia addebitabile all’alto consumo energetico degli italiani. Purtroppo in questa trappola ci è cascato anche il Presidente Ciampi se sono vere le affermazioni riportate dalle agenzie: “non si può più aspettare; bisogna operare, non ritardare la costruzione di centrali”. Del resto, se la causa fosse stata la scarsità di produzione energetica, come è possibile che un black-out accada alle 3 di notte quando in Italia al massimo c’è un consumo forse di 20.000 MW (molto meno della metà del consumo in ora di punta)? Anche un esponente di una forza governativa come la Lega avanza seri dubbi:  "black-out strano e sospetto in un momento di fabbisogno ridotto” (Calderoni). Sembrerebbe, invece, che determinati criteri di gestione della rete elettrica siano da mettere sotto accusa, in particolare la sospensione del funzionamento di centrali durante la notte per utilizzare energia francese a basso costo: la logica del profitto che ha la meglio sul diritto al servizio!

La Coalizione ritiene, pertanto, che quanto accaduto dimostri, ulteriormente, che la questione energetica in Italia debba essere affrontata con serietà, onestà e il coinvolgimento dei cittadini: non può essere strumentalizzata per rilanciare periodicamente “l’affare” delle centrali; non può essere affrontata escludendo quei soggetti (comitati, gruppi, cittadini attivi..) che operano nella concretezza delle politiche nei loro territori; non può essere considerata eludendo la questione del risparmio energetico e dell’uso delle energie rinnovabili.

 

 28 settembre 2003                                                       per la COALIZIONE

                                                                                 Michele de Pasquale

                                                                           ( michele_depasquale@libero.it )

«La centrale turbogas da 800 Mw che la Regione vorrebbe edificare ad Offlaga
emetterebbe una considerevole quantità di sostanze cancerogene, tra le quali
le famigerate polveri sottili pm10 e pm2,5 oltre a composti come benzene,
formaldeide, ossidi di zolfo, ammoniaca.>>

Sono questi i dati che emergono dall'accurato dossier raccolto dal
Coordinamento dei comitati contro le Centrali - inviato ai capigruppo
consiliari regionali, provinciali, ed ai parlamentari eletti nel bresciano -
è basato su una serie di ricerche e studi condotti in America, là dove le
centrali turbogas sono in funzione da anni ma dove devono essere rispettate
severe norme sull'abbattimento degli inquinanti.
Il dossier smentisce clamorosamente le valutazioni d'impatto ambientale
presentate dalle ditte interessate alla costruzione delle centrali nella
Bassa (Sole, Ansaldo, Asm), le quali avrebbero omesso dati estremamente
importanti e si basa prevalentemente sullo studio effettuato sulle centrali
turbogas californiane dai ricercatori Nicola Armaroli e Claudio Po,
pubblicato nel maggio 2003 su «Richmac Magazine».
In tale studio vengono confrontate le emissioni in atmosfera dichiarate da
un'impresa proponente una centrale turbogas di ultima generazione in Italia
e i dati sulle emissioni reali di una medesima centrale attualmente in
funzione negli Usa.
Fuori discussione l'effetto cancerogeno di polveri sottili, benzene,
formaldeide, dimostrato anche dall'Istituto Tumori di Milano: ad aggravare
l'inadeguatezza dei progetti italiani il fatto che non sono previste
tecnologie per l'abbattimento di tutti i tipi di inquinanti (tramite
combustori, catalizzatori, torri di raffreddamento) obbligatorie in
California.
Inoltre, si legge nello studio americano, «la combustione del gas naturale
comporta l'emissione in atmosfera di metalli pesanti. Tali quantità sono
certamente molto più basse che nella combustione del carbone e dell'olio
combustibile ma possono difficilmente considerarsi trascurabili quando la
quantità di materia prima che viene bruciata è dell'ordine del miliardo di
metri cubi all'anno (quantità di una centrale da 800 Mw)».
I valori limite di polveri sottili per garantire la qualità dell'aria,
stabiliti da Cee e Governo italiano (D.m. n° 60 del 2 aprile 2002),
impongono il rispetto dei 54 microgrammi/mc per il 2003 e la diminuzione
sino a 40 entro il 2010: i valori nella zona di Manerbio oscillano
attualmente tra i 46 ed i 56 microgrammi/mc.>>.
www.otherx.org
http://www.dennyportal.info/modules.php?name=News&file=article&sid=554




IL BLACK OUT VISTO DA UN INGEGNERE ELETTRICO E LE MISTIFICAZIONI
DELLA TV


Con questa lettera voglio esprimere la mia indignazione, come tecnico
e come cittadina italiana, per la pessima qualità dell'informazione
sul black-out diffusa dalla televisione domenica scorsa.
Sono ingegnere elettrico, con tesi di laurea sul ripristino delle
reti dopo i black-out ed esperienza di cinque anni nel settore
energia.
Posso dire che nessun sistema elettrico, di qualsivoglia dimensione,
è progettato per soccombere a un primo guasto, e tantomeno la nostra
rete.
La perdita di una delle linee che ci collegano all'estero non
dovrebbe provocare l'interruzione di tutte le altre a catena nè  il
collasso della rete nazionale: infatti se non si può far fronte
all'eccesso di richiesta di potenza,  si risponde in tempi rapidi con
il cosiddetto "distacco carico" per evitare che la rete,
sovraccaricata, diventi instabile. Detto in altre parole, in casi
estremi si mette al buio qualcuno, per evitare che vadano al buio
tutti e che il sistema vada alla deriva.
La prima cosa che ho pensato domenica mattina è perciò che siano
fallite le procedure che i centri di controllo eseguono in questi
casi, o che non siano state eseguite.
Durante tutto il giorno, però, sulle reti televisive nazionali ho
visto solo gente fare a gara a gridare più forte che in Italia
mancano le centrali (anche quelle nucleari), con lunghi intermezzi
sui surgelati andati a male. Nessuno ha menzionato la gestione della
rete. Come al solito molti slogan e tanta confusione per il
telespettatore medio.
Veramente penosa poi la trasmissione di Raiuno alle 22:15, dove le
dichiarazioni del presidente di GRTN, che attribuiva tutta la
responsabilità del disastro alla nostra dipendenza energetica
dall'estero, non sono state nè supportate nè contestate da alcun
tecnico del settore o persona informata sui fatti.
Sono convinta che la nostra rete, i nostri centri di controllo e la
nostra capacità produttiva diversificata potevano evitare un tale
macroscopico danno.
Quello che voglio sapere è: le procedure di emergenza (e in
particolare quelle citate dall'Ing. Marconato  su Repubblica di
oggi30/09) sono state applicate? La riserva "calda" domenica notte
era in funzione? Il contratto che abbiamo con Francia e Svizzera ci
obbliga a comprare tanta energia anche di notte così da non usare la
nostra che di notte avremmo? Rafforzare la nostra rete è meno costoso
che costruire nuove centrali?
Un albero caduto su una linea non mette in ginocchio l'Italia.
L'incompetenza, invece, sì.
Ing. Gaia Valdenazzi

************** FORUM **** ELETTROSMOG *********************

INFORMAZIONE UTILE AI CLIENTI ENEL

Ricordiamo che il gestore dell'erogazione del servizio, in caso di interruzione dello stesso per guasto oltre 90
minuti, deve corrispondere ad ogni utente l'importo di euro 25,82 da accreditare sulla bolletta successiva.
Sara' bene che ogni utente lo ricordi al suo fornitore (Enel) inviandogli una raccomandata A/R cosi' come da
modulo predisposto che si puo' scaricare da Internet al seguente indirizzo:

http://www.aduc.it/
a cui puo' aggiungere, in caso ci fossero danni e si fosse in grado di documentarli, la richiesta di risarcimento degli stessi,
riservandosi, in caso contrario e se non dovesse rispondere entro 15 giorni, di adire le vie legali.
Sicuramente i fornitori di energia sosterranno che la responsabilita' non e' loro ma del Gestore di rete,
il quale ovviamente sosterra' che la colpa e' dell'Ente svizzero o francese.
Il solito scaricabarile. Sta di fatto che il consumatore ha firmato un contratto con l'ENEL e non con il Gestore
di rete e, in caso di violazione delle norme contrattuali (io ti pago per avere un servizio, se non me lo dai sei
tu il responsabile), e' alla controparte contrattuale che ci si rivolge.

Il capogruppo salernitano dei Verdi Francesco Saverio Dambrosio ha così attaccato l’amministrazione comunale: <<L’amministrazione comunale informi compiutamente la collettività sugli esatti termini del progetto e delle sue conseguenze, positive e negative che siano. Le amministrazioni democratiche hanno il dovere di ripudiare il metodo della clandestinità per non incorrere nel rischio delle compiacenze e del silenzio>> Invitando a <<provocare la discussione nei quartieri e nel Consiglio comunale>>.
Sottolineando come questo progetto sia stato partorito «a ferragosto», Dambrosio ha invitato anche a vagliare la possibilità di individuare collocazioni alternative come ad esempio quella dell’area di Cupasiglia.

Il consigliere comunale di An Roberto Celano ha presentato una interrogazione nella quale manifesta forti perplessità sulla reale possibilità che la società Sea Park possa realizzare il parco marino perchè «alcuni creditori pare stiano provvedendo ad esecuzioni immobiliari sui terreni dove dovrebbe sorgere il parco. In più sui suoli dell’ex Ideal Standard ceduti alla società Sea Park per le opere connesse al parco in cambio dell’assunzione dei dipendenti, pare debba essere costruita una centrale termoelettrica che per la sua potenza costituisce un serio pericolo di inquinamento».  

Nota: Come per tutte le altre segnalazioni presenti in questo Sito, la presente sarà sempre disponibile on-line e continuamente aggiornata fino a quando non si sarà posto rimedio definitivamente all'inconveniente segnalato. In tal caso la presente pagina sarà sostituita da un'altra, con la quale a nome di tutti i cittadini interessati, saranno pubblicamente ringraziati tutti coloro che si sono adoperati a tal fine.
      

Non arrendiamoci !                                                           Non rassegnamoci !                                                    Facciamo sentire la nostra voce !!!                     

 

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Aggiornato il 22-10-2007  
 
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