Se Salierno tenesse o' puorto, Napule fosse morta.

Secondo i dati pubblicati dalla nota congiunturale di Confetra, sull'andamento del mercato del traffico merci italiano, nel 2006 a livello nazionale le maggiori flessioni si sono avute nel Porto di Salerno (-14%).                                                                     (tratto da Affari e Finanza del 7 maggio 2007)

Non è certo una coincidenza: da quando è sospeso il collegamento ferroviario Porto-Stazione FS, il nostro scalo marittimo sta bruciando rapidamente quanto di buono aveva fatto negli ultimi anni. Nel frattempo i nostri politici latitano e gli altri porti nazionali (senza contare la concorrenza spagnola) la fanno da padrone e ci sottraggono traffici importanti: Taranto +24%, Napoli +19,1%. Se continua così, il faraonico progetto di delocalizzazione non avrà più senso, perchè nel frattempo il porto si sarà estinto.

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Vito Luciano, Segretario provinciale della Filt-Cgil, non nasconde la sua preoccupazione: "All'inizio dell'estate ci siamo incontrati con i rappresentanti dell'Autorità portuale e con i maggiori imprenditori del porto, i quali ci hanno confermato una perdita netta di settemila container ogni mese dall'inizio del 2006. Il porto è praticamente monco di una delle sue principali vie di collegamento commerciale (tratta ferroviaria Porto - Stazione FS di Salerno - N.d.R) e ciò porta i flussi mercantili verso altri scali, facendo perdere competitività alla nostra infrastruttura.
Le responsabilità di questo stato di cose sono da addebitarsi all'attuale amministrazione comunale ed a quella precedente, sorde davanti alle sollecitazioni degli imprenditori del porto. Ma anche Trenitalia non ha fatto molto per ripristinare i collegamenti quotidiani porto-stazione
".

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Sul viadotto di Via Gatto si è verificato l'ennesimo grave incidente, che ha visto il coinvolgimento di un tir, di diverse automobili e di un ciclomotore a conferma, ancora una volta, dell'estrema pericolosità della circolazione su quell’arteria stradale che assomiglia sempre più ad un collo di bottiglia, intasato quotidianamente dalla presenza di veicoli pesanti (tir, camion, autotreni, bisarche ecc.) che trasportano container e furgoni per l'imbarco nel Porto commerciale di Salerno. Al riguardo il Consigliere Comunale  Renis ha dichiarato: “La congestione quotidiana di traffico e la diversità di tipologia dei veicoli in circolazione rende necessaria un’analisi ed una rivisitazione dei sensi di marcia nella citata zona”.
La montagna ha partorito il topolino; ma come, abbiamo un collegamento ferroviario inutilizzato che ci consentirebbe di evitare il transito in città di questi pericolosi ed inquinanti bestioni su gomma, con vantaggi enormi in termini di diminuzione dell'inquinamento atmosferico e acustico, ed invece ci trastulliamo escogitando sensi di marcia alternativi?
Suvvia dimostriamo di meritare lo stipendio di amministratori comunali!
Abbiamo sospeso il trasporto ferroviario dalla stazione al porto di Salerno, a causa del grave incidente che è costato la vita ad un'innocente. La cosa più logica era quella di intervenire con provvedimenti in grado di rendere ancora più sicuro il trasporto ferroviario da e per il porto, senza dimenticare che quello era stato l'unico incidente in oltre trent'anni di onorato servizio.
Invece è sembrato più facile abolirlo del tutto, dimostrando smisurata miopia politica e mancanza della benchè minima visione strategica per le sorti del nostro porto, proprio mentre altre città (vedi articoli che seguono) fanno ogni sforzo economico per dotare i loro porti commerciali di un collegamento ferroviario.
Adesso, questi stessi lungimiranti amministratori locali, volendo essere coerenti con le loro scelte, dovrebbero chiudere anche il viadotto Gatto laddove, ricordiamolo, gli incidenti sono assai più gravi, ripetuti e frequenti, dell'unico verificatosi sulla linea ferrata di collegamento al Porto.

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Sul Corriere della Sera del 2 gennaio 2007 è stata pubblicata un'analisi dei dati relativi al traffico portuale nazionale nel periodo gennaio - ottobre 2006. I dati in questione meritano molta attenzione:

bulletIl Porto di Salerno - 11,2 %

Nello stesso periodo:

bulletPorto di Napoli    + 21,2 %
bulletPorto di Ancona  + 23,3 %
bulletPorto di Venezia + 10,2 %
bulletPorto di Trieste   + 8,2 %
bulletPorto di Savona   + 7,8 %

E a Salerno si continua ad affossare lo scalo marittimo impedendo, incomprensibilmente, la ripresa del collegamento ferroviario porto-stazione FS, indispensabile al trasporto di container e furgoni. E nonostante la magistratura ne abbia già da diversi mesi disposto il dissequestro!

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I porti di Savona e di Napoli si stanno adoperando fattivamente per dotarsi di un efficiente servizio ferroviario merci, premessa indispensabile per la loro espansione.
A Savona l'Autorità Portuale sta noleggiando i locomotori per far viaggiare i convogli che dal porto trasportano merci e container.
Anche Napoli si gioca il suo jolly sui binari. E' stato appena concluso un importante accordo con l'interporto di Nola per garantire il collegamento ferroviario porto-interporto.

A Salerno, invece, si continua nella miope ed autolesionista politica di non riattivare il collegamento ferroviario porto-stazione.
Se in ballo ci fossero i miliardi che gravitano intorno ai progetti del termovalorizzatore e della termo-centrale elettrica, statene certi, i nostri amministratori cittadini sarebbero molto più attenti e solerti.
Qui, invece, c'è in gioco solo l'economia di una città, le prospettive di sviluppo di un porto, la sorte di migliaia di posti di lavoro, la riduzione dei TIR e l'inquinamento di una città già soffocata da smog e traffico.
Ancora troppo poco per vedere scendere in campo i nostri "illuminati" politici locali.
Del resto si conquistano molti più titoli di giornali dando la caccia ai vucumprà di Corso Emanuele, vero Signor Sindaco?

Emanuele - Giugno 2007

Si fa un gran parlare della nuova isola al largo di Eboli dove si vorrebbe realizzare il nuovo porto commerciale. Potrebbe essere anche una buona idea, ma non si sa bene dove trovare i molti miliardi di euro necessari per tale progetto. E' anche vero che dove c'è profumo di appalti e di affari, lì si concentra tutta l'attenzione dei nostri politicanti. L'attuale porto soffre ancora la mancata riattivazione del collegamento ferroviario, che non costerebbe nulla, ma proprio per questo nessuno muove un dito. Non se ne occupa il nostro dinamico sindaco, troppo impegnato con i suoi progetti faraonici, tacciono i parlamentari salernitani, la trascura gran parte della stampa cittadina. Insomma di un servizio di trasporti su ferro, in grado di collegare la stazione ferroviaria al porto, già dimostratosi in passato in grado di fare da volano all'economia portuale salernitana, a nessuno importa niente. E così si favorisce l'incremento dei TIR che attraversano la città diretti al porto. Forse tanto disinteresse e tanto menefreghismo è dovuto al fatto che in questo caso non ci sono i ricchi stanziamenti in grado di solleticare l'interesse e l'attenzione dei nostri "professionisti" della politica. Qualche altro racconta che il vero motivo va ascritto all'opposizione dei proprietari del nuovo megalbergo sorto al posto del cementificio che non gradiscono che questo treno sferruzzi quotidianamente proprio sotto le sue camere.  E' così nel frattempo il porto di Salerno perde colpi. Forse qualcuno ha anche pensato che in vista della sua delocalizzazione, diviene addirittura  provvidenziale il ridimensionamento dei suoi traffici, così  faticosamente conquistati nell'ultimo decennio.
Pasquale C. - 3 agosto 2006

ULTIMORA: Il pubblico ministero dott.ssa Marinella Guglielmotti ha emesso in data 31.03.2006 un "Decreto di restituzione beni in sequestro" per la restituzione a RFI S.p.A. della linea porto. Vengono, cos', meno tutti gli ostacoli per la ripresa del traffico merci dalla stazione ferroviaria al porto di Salerno. La sospensione della tradotta giornaliera, a seguito del tragico incidente del 3 dicembre scorso, aveva inferto un terribile colpo allo scalo marittimo salernitano, compromettendo la prosecuzione di importanti traffici merci faticosamente acquisiti in questi anni. Basti pensare che ogni settimana venivano trasportati 320 furgoni provenienti da Torino su 4 treni merci (e se ne prevede la realizzazione di un quinto) e numerosi container. La cancellazione di questi traffici commerciali ed il loro dirottamento verso altri scali marittimi, infliggerebbe un terribile colpo alla già asfittica economia salernitana. Del resto anche i timori per il possibile ripetersi di incidenti sono stati fugati dal succitato Decreto, allorchè impone a Trenitalia di realizzare convogli formati da un numero di carri e motrici tali da poter essere accolti integralmente sull'asta di manovra. La domanda che sorge spontanea a questo punto è: cosa si aspetta ancora? Cosa fanno i nostri Amministratori per salvaguardare gli interessi economici della città. Perchè ostinarsi a condannare ad un lento ed inevitabile declino il porto salernitano che già ha evidenziato preoccupanti segnali di crisi, dopo tanti anni di trend positivi, osannati e strombazzati da questi stessi politici cittadini che oggi sono assenti, latitanti e sordi?
Antonio C.    5-4-2006

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Il commercio mondiale cresce a ritmi impressionanti e necessita sempre di più di un’ efficiente movimentazione delle merci. In tale scenario l’Italia gode di un vantaggio geografico assoluto, per fare un esempio eloquente si pensi che occorrono nove giorni di navigazione in più, se si sceglie il porto di Rotterdam rispetto al porto di Salerno per trasportare in Europa le merci provenienti dalle nuove formidabili potenze emergenti (Cina, India, Medio Oriente), confermando l’ubicazione felicissima dell’Italia e di Salerno nella logistica internazionale. In questo scenario il porto di Salerno ha saputo conquistare negli ultimi quote di mercato e clienti internazionali che lasciavano intravedere sviluppi molto incoraggianti, rappresentando un volano eccezionale per tutta l’economia salernitana. Anche nell’immaginario popolare l’importanza del porto cittadino è da sempre  riconosciuto, chi non ricorda l’arcinoto proverbio “Se Salierno tenesse o’ puorto, Napule fosse morta!”. Del resto gli splendori di Venezia nel ‘400 non scaturivano proprio dai proventi generati dai traffici con l’Oriente? Ebbene cosa succede oggi a Salerno? Si è deciso di fare harakiri minando, forse irreparabilmente, le potenzialità e le possibilità di sviluppo del nostro scalo marittimo. Questo proprio quando i nostri concorrenti fanno del loro meglio per sottrarci traffici e guadagnare posizioni nei nostri riguardi. Quando occorreva accrescere l’efficienza complessiva del porto si sta facendo di tutto per declassarlo e ridimensionarlo pesantemente. Vediamo i fatti: il 3 dicembre scorso un tragico incidente, sulle cui responsabilità la magistratura sta indagando, ha provocato la morte della professoressa Maria Teresa Paparella, travolta dal locomotore impazzito in piazza della Concordia. Da quel giorno il treno merci che collegava quotidianamente la stazione ferroviaria con il porto è stato sospeso. Il sequestro del locomotore e della linea ferroviaria trovava giustificazione con  l’esigenza dei periti di effettuare le prove necessarie a ricostruire la dinamica alla ricerca delle responsabilità del grave incidente. Ma a distanza di quasi tre mesi, una volta portate a compimento queste verifiche, non si capisce cosa si aspetta ancora per chiedere il dissequestro della linea ferroviaria. Sembra che anche la magistratura inquirente sia disponibile ad accoglierne il dissequestro. E invece, tra i vari attori della della vicenda (FS, Amministrazione Comunale ecc.), si è ormai instaurato un incredibile gioco del rinvio all’insegna del motto:  “non saremo certo noi a fare  il primo passo”.  Addirittura i nostri miopi amministratori cittadini si sono distinti per autolesionismo quando hanno ricoperto, in tutta fretta,  le rotaie di piazza della Concordia con bitume asfaltato, senza nessuna autorizzazione preventiva né da parte del gruppo FS proprietario dell’infrastruttura, né dalla magistratura.

E’ vero che su rotaia viene istradato al porto solo il 5%  del traffico commerciale, ma  come ha ricordato il comandante Camillo Barbara di Assotutela “un porto senza ferrovia significa farsi scartare. Già qualche armatore, da quando il collegamento si rotaia è sospeso, minaccia di voler mollare Salerno. Se fino ad oggi nessuno ha ancora dato forfait è perché andiamo avanti a promesse e compromessi, diciamo che presto la situazione si sbloccherà . . .” .

E mentre gli operatori del porto, in una fase congiunturale già difficile di per sé, si adoperano per richiamare l’attenzione sulla gravità del danno che indebolisce ulteriormente lo scalo salernitano, c’è chi si sta attivamente adoperando per dirottare questo 5% del traffico verso il vicino porto di Torre Annunziata o direttamente verso quello partenopeo, come sempre dove c’è qualcuno che dorme, c’è sempre chi prova a trarne vantaggio.

Non si capisce perché quando accadono incidenti anche gravi sul viadotto Gatti, che vedono coinvolti i pesanti autocarri che trasportano merci al porto (come l’incendio della bisarca di un mese fa) nessuno ne parla, neppure la stampa e tantomeno nessuno si sogna di disporre il sequestro del viadotto. Ci si è soffermati sul pesante impatto ambientale che deriva dalla sospensione di questo trasporto su rotaia, se dovesse essere sostituito da altre decide e decine di TIR e bisarche che vanno ad ingolfare le già congestionate strade comunali?

L’unica soluzione ragionevole, a questo punto, è quella di adoperarsi per ripristinare prontamente e senza ulteriori indugi la tradotta merci su rotaia, garantendone la messa in sicurezza (del resto già assicurata in passato dalla costante presenza di vigili urbani durante tutto l’attraversamento) e soprattutto ristrutturare la tratta ferroviaria all’interno del porto che necessita di lavori, per i quali ci sarebbero già gli stanziamenti, che in caso di ulteriore ritardo finirebbero per essere impiegati diversamente.

Antonio C. - 9 febbraio 2006

grazie per la segnalazione, provvederemo a pubblicare l'articolo e citare la fonte.
Tommaso D'Angelo - 17 febbraio 2006

Il declino in numeri

bulletcalo nel settore passeggeri, sul quale si faceva molto affidamento per dare un aiuto al commercio ed al turismo cittadino.
bulletil numero delle navi approdate rispetto all’anno 2004 sono passate da 2.499 a 2.174.
bulletle merci movimentate sono diminuite di 797.265 tonnellate.
bulletil numero dei passeggeri è sceso di circa 120mila unità.
bulletil traffico dei contenitori ha registrato un saldo annuo negativo generalizzato di oltre il 3% (418.205 i contenitori movimentati nel 2005 rispetto ai 411.615 del 2004).
bulletIn flessione gli autoveicoli per il blocco della linea ferroviaria che collega lo scalo ferroviario salernitano al porto.

 

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Aggiornato il 19-05-2007