Il
salotto dei salernitani.
Il Corso Vittorio Emanuele è senza
alcun dubbio il salotto buono di Salerno, ed è (insieme al
Lungomare) il luogo favorito per le
passeggiate cittadine, nonché frequentatissimo punto di ritrovo per lo shopping.
Rappresenta anche l'unica isola pedonale cittadina.
Ecco perché merita la massima attenzione ai fini della sua salvaguardia.
Negli ultimi anni, però, abbiamo assistito ad un progressivo ed inarrestabile aumento
degli spazi utilizzati in
maniera esclusiva dai titolari di numerosi bar, gelaterie e pizzerie della
zona.
Autorizzare qualche tavolino all'esterno di tali esercizi commerciali si può
anche comprendere, ma bisogna pur sempre vigilare al fine di evitare abusi, eccessi e
sconcerie varie.
Alcuni di questi bar sono collocati di fronte sui due lati opposti del Corso.
Ebbene
entrambi hanno collocato i loro numerosi tavolini e sedie all'esterno,
restringendo così in maniera intollerabile lo spazio libero per poter
passeggiare.
Tali occupazioni di spazio pubblico vengono anche delineati con
grossi vasi che, lungi da avere fini estetici, mirano solo a "salvaguardare"
l'occupazione anche nelle ore notturne e nei giorni festivi, quando tali
esercizi commerciali sono chiusi.
Dal disordine e dall'anarchia dominante si deve dedurne che nessuno si è mai preoccupato, fino ad oggi, di verificare
che fosse rispettato quel minimo di decoro e di omogeneità nell'approntare tali spazi.
Non resta che augurarci, quindi, che queste occupazioni vengano drasticamente
ridimensionate e controllate per restituire il Corso ai salernitani.
Ci pervengono, inoltre, numerose proteste relative alle numerose cacche canine
distribuite generosamente lungo tutto il Corso. E' mai possibile che non si
riesca a scoraggiare questi padroni incivili di cani incolpevoli?
Adottiamo allora una soluzione risolutiva: visto che parliamo di salotto dei
salernitani, vietiamo che sia frequentato dai cani. E analoga misura si renderebbe
auspicabile anche per l'altro W.C. canino a cielo aperto, rappresentato dal
nostro Lungomare.
Potremmo finalmente passeggiare tranquillamente senza doverci preoccupare di
centrare, ad ogni passo, i numerosissimi maleodoranti escrementi animali di cui
è disseminata la strada. Niente più gimcane forzate, niente più "colpi di
fortuna" in agguato.
Forse è un sogno o un'utopia, ma a noi piace sognare una Salerno più bella e più
civile! Al riguardo si può visionare il nostro progetto "Marciapiede
pulito!".
Non sappiamo se
dobbiamo ringraziare le prime piogge di questo inizio novembre, oppure una
maggiore attenzione dei nostri vigili urbani (cercheremo di informarci al
riguardo), ma il Corso sembra aver ripreso sembianze più civili ed ordinate. I
tavolini si sono ridimensionati di numero e appaiono disposti in maniera più
ordinata, alcuni grossi vasi si sono riavvicinati ai negozi.
Ci chiediamo fino a quando?
Era merito esclusivo della pioggia. Evidentemente bisogna rassegnarsi all'indecenza!
Finalmente, dopo oltre un anno dalle nostre segnalazioni sugli abusi perpetrati sul Corso e sul Lungomare, anche i nostri Amministratori si sono resi conto che è venuto il momento di intervenire.
Cambieranno le regole per
l'occupazione del suolo pubblico in città. La seconda commissione consiliare
(commercio, industria, artigianato), presieduta da Erberto Manzo, sta
provvedendo a riscrivere il regolamento comunale. Molte le novità già
introdotte per i pubblici esercizi..... tra le più importanti c'è quella che
riguarda l'installazione sui giardini del lungomare Trieste. Ai pubblici
esercizi sarà consentito di occupare con sedie e tavoli la corsia centrale dei
giardini, a condizione però che l'esercizio disti massimo 50 metri. E tale
distanza, non va intesa in linea d'aria, ma come percorso pedonale: cioè il
tratto che materialmente il cameriere deve compiere per portare le ordinazioni
ai tavoli. Agli esercenti che ne faranno richiesta è fatto obbligo, però, di
lasciare un corridoio largo due metri per consentire il transito dei pedoni. Il
regolamento disciplinerà anche l'occupazione di suolo pubblico nelle varie
piazze del lungomare. Per prima cosa è stato stabilito che le autorizzazioni
saranno rilasciate solo per una superficie pari al 40% dell'area delle singole
piazze. I pubblici esercizi che intendono occuparla dovranno presentare domanda
al Comune entro il 31 marzo di ogni anno. Lo spazio a disposizione sarà
suddiviso tra coloro che ne faranno richiesta. Un'altra novità di rilievo
riguarda la possibilità di installare i cosiddetti ''moduli frangivento'', cioè
delle strutture che delimitano lo spazio e proteggono dal vento e dalla pioggia
i clienti. «E' bene precisare - spiega Manzo - che dovranno essere sempre
strutture mobili e che in nessun caso sarà possibile trasformarle in fisse,
Inoltre, dovranno essere conforme alle norme di sicurezza. Per quanto riguarda
il discorso più squisitamente estetico abbiamo chiesto un parere anche alla
Soprintendenza, per fare in modo che la libera iniziativa non stoni con il
contesto urbanistico, in particolare nel Centro storico. La Commissione
consiglia di realizzarli in legno». . . . Nel regolamento in corso di
stesura si precisa che gli esercizi pubblici potranno occupare solo la porzione
di suolo pubblico che coincide con i muri perimetrali del proprio negozio.
Insomma, non saranno consentiti sconfinamenti in corrispondenza di altri locali
terranei. Inoltre, tra i tavolini e l'ingresso del pubblico esercizio dovrà
essere lasciato uno spazio di due metri per il transito pedonale. Sul corso
Vittorio Emanuele è prevista un'ulteriore limitazione: il suolo pubblico da
occupare non può essere superiore ai tre metri di profondità. Considerando i
due metri per il transito, l'esercente si può spingere fino ad un massimo di
cinque metri dall'ingresso del locale. Basta farsi un giro sul corso Vittorio
Emanuele per rendersi conto che la quasi totalità dei bar occupano molto più
spazio. Inoltre, per porre fine ad alcune furbate, «che in verità - precisa
Erberto Manzo - riguardano pochi esercenti», la commissione consiliare sta
prendendo in esame l'ipotesi di rendere obbligatoria l'esposizione al pubblico
dell'autorizzazione rilasciata dal Comune. I permessi di occupazione di suolo
pubblico, infatti, possono essere annuali, mensili e giornalieri. Inoltre,
possono essere richiesti limitatamente a specifiche fasce orarie. C'è chi ne
approfitta e non rispetta affatto i limiti temporali per i quali ha pagato il
tributo.
(articolo tratto dal quotidiano "la
Città" del 16 aprile
2003)
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Aggiornato il 19-03-2006