Francatrippa e Parafante

Brevi biografie dei briganti Francatrippa e Parafante, tra i più "attivi" nella zona di Rogliano e Parenti, nei primi anni dell'800.

Le vicende hanno come sfondo i tentativi di restaurazione borbonica dopo l'arrivo dei francesi nel Regno delle due Sicilie.

Dal libro "Brigantaggio" di Manhès e Farlan (2001)

FRANCATRIPPA

Il capobanda a nome Francatrippa, infestava i dintorni di Rogliano, sebbene questo paese di circa duemila abitanti, fosse occupato dai Francesi. Sta di fatto che Francatrippa era temuto giacché nato nel vicinato, conosceva perfettamente i luoghi, ed operando per la Regina Carolina, sfogava anche le proprie vendette. Si aggiunga che, disponendo di molti partigiani, di un vigore poco comune e di spie più fedeli di quelle dei Francesi, riusciva a sottrarsi a tutti i tentativi fatti per arrestarlo. Se cessava di essere inseguito ricompariva e scorazzava di nuovo per la contrada; appiattato con i suoi sulle alture che sovrastavano le strade fermava tutti i corrieri, toglieva loro i dispacci e li inviava in Sicilia. Verso il settembre 1807, un'intera compagnia di volteggiatori fu distrutta per una imboscata; questa compagnia che apparteneva al ventinovesimo reggimento, attraversava le alte montagne della Sila per andare da Catanzaro a Cosenza, non sospettando che era seguita e tenuta d'occhio dalla banda di Francatrippa; ma sventuratamente i soldati smarrirono la strada mentre si trovavano in prossimità del villaggio di «Li Parenti». Venire a combattimento con ottanta uomini coraggiosi, bene armati, muniti di ventiquattro cartucce per uno, era pericoloso, e però Francatrippa risolse di farli cadere in un'insidìa e così, recatosi a Li Parenti prima che vi giungesse la compagnia, uscì incontro ai Francesi, presentandosi loro quale comandante la guardia nazionale, dicendo che veniva da parte del comune ad offrire ristoro ed ospitalità ai soldati francesi. Benché avvisati di non fidarsi delle accoglienze amichevoli dei cittadini, gli ufficiali si lasciarono adescare da quella finta cordialità, e furono imprudenti a tal segno da ordinare ai soldati di porre le armi in fascio dinanzi alle case nelle quali erano preparate le vivande e di pen­sare a ristorarsi; ma ecco che ad un tratto un colpo di fucile diede il segno, seguito da una scarica generale. 1 tre ufficiali, riuniti nella stessa stanza, caddero morti; i soldati si scagliarono fuori l'uscio, rna i brigatiti spararono su di loro a bruciapelo, sicché solo sette uomini scamparono a tanto macello mentre tutto il resto della compagnia fu trucidato. Quando ciò fu saputo fuori Cosenza, si dette ordine ad un forte distaccarnento di andare a Li Parenti, di bruciare il villaggio e di passarne gli abitanti a fil di spada; ina i briganti si crano ritirati. seguiti dagli abitanti, ed il villaggio, trovato deserto, fu raso al suolo. Mai, però, Francatrippa spariva per lungo tempo: poche settimane dopo la distruzione dei villaggio, fu annunziata la presenza dei suoi esploratori nelle vicinanze delle rovine. Una colonna di centoventi uomini, condotti da guide sicure, si avviò per cercare di sorprenderlo. Li Parenti posto a quattro o cinque miglia da Rogliano, ne è separato da un profondo vallone, che nel dicembre è inguadabile per un torrente che vi corre. Per non passare nelle vicinanze dei villaggio, il che avrebbe potuto dare avviso ai briganti dello avvicinarsi dei Francesi, era necessario fare un giro attraverso la foresta, dando ciò il vantaggio di occupare una di quelle gole, per la quale I briganti avrebbero dovuto passare, nel caso cercassero scampo. Un'altra compagnia dello stesso battaglione ebbe l'ordine di trovarsi alle sei dei mattino a poca distanza da Li Parenti, in modo da chiudere tutti i passi da quella parte. L'ordine di assalto fu deciso all'alba. Dopo vari stenti di forzata marcia e dopo che i soldati salirono una piccola collina, ai cui piedi è situato il villaggio, ecco che si udirono alcune fucilate; subito i soldati avanzarono a passo di carica con grande ardore, credendo i banditi circondati da ogni parte. Ma, sia che Francatrippa fosse stato prevenuto, sia che si fosse creduto poco sicuro nel luogo in cui era accampato, sta di fatto che si era allontanato, già dalle tre del mattino, mandando a vuoto ogni disegno. Le fucilate, probabilmente segnali, erano state tirate da contadini, che i soldati credettero briganti, e che infatti se non tali, erano per o meno complici o manutengoli. Uno di costoro fu preso perché ferito ad una gamba e temendo di essere fucilato, offri, se fosse stato graziato di svelare un magazzino di viveri, nascosto in quelle vicinanze. I soldati non pienamente convinti della colpevolezza del prigioniero accettarono e fu loro indicata una caverna piena di viveri e di vini eccellenti, che fece dimenticare, se non il disinganno, almeno la stanchezza.

PARAFANTE

Sul finire dell'anno 1807 Francatrippa, inseguito dai Francesi, non potendo restare nei dintorni di Rogliano, cercò rifugio nel bosco di Sant'Eufemia, ed in seguito salì sopra una nave inglese, portando con sè una enorme somma, frutto dei suoi anni di brigantaggio, e raggiunse la Corte dei Borboni in Sicilia. Un altro brigante, a nome Parafante, lo supplì riunendo gli avanzi della banda di lui e ottenendo rinomanza uguale a quella del suo predecessore. Il comandante della piccola città di Rogliano studiava il modo di prendere quel formidabile capobanda, quando un ecclesiastico dei vicinato andò a trovarlo e gli annunziò, con aria misteriosa, che aveva da fargli certe gravi rivelazioni; quando notò che il comandante non gli accordava piena fiducia, ebbe a inostrargli alcuni certificati francesi, che lo dichiaravano buon patriota. Allora il cornandante, dopo aver bene esaminati i certificati, parve ascoltare l'ecclesiastico con rnaggiore benevolenza. Il prete affermò, che era nernico personale di Parafante, a causa di un assassinio commesso dal brigante in persona di un suo congiunto, il che non gli impediva di avere relazioni con la banda, relazioni per le quali prometteva di far cadere Parafante nelle mani, dei Francesi, in modo semplice e ingegnoso. Infatti Parafante aveva catturato un cittadino di Rogliano e gli aveva imposto un riscatto di nulle ducati, che in quella stessa notte avrebbe dovuto incassare. Il comandante approvò l'espediente e fu convenuto che alle dieci una colonna di cento uomini, condotta dalla guida indicata, si sarebbe avviata con la maggiore segretezza possibile. Ed ecco che a questa guida fu dato un appuntamento fuori la città e quando la si ebbe nelle mani, parte con minacce, parte offrendogli dei danaro si riuscì a fargli confessare che il suo padrone, venduto ai briganti, non aveva altro scopo all'infuori di quello di allontanare da Rogliano la maggior parte della guarnigione, per dare agio ai briganti di fare un tentativo sulla città. Furono subito mandati quattro uomini ad arrestare il prete, che però era già scappato. Alla guida furono legate le mani dietro le spalle e due uomini pronti a far fuoco su di lui al minimo tentativo di fuga, gli furono messi ai fianchi. All'una dopo mezzanotte, la colonna fu posta in un'imboscata conveniente, e vi si tenne in perfetto silenzio. Presto si udì un rumore confuso, che annunziava l'arrivo dei briganti; quando costoro furono a mezzo tiro di carabina, i soldati fecero fuoco; e dieci o dodici furono uccisi ed altrettanti feriti, e infine, uscendo dall'imboscata, i Francesi piombarono su di loro alla baionetta. I banditi fuggirono, ma disgraziatamente Parafante non era con loro, avendo seguito un'altra via. Come aveva detto la guida le due colonne si dirigevano a Rogliano, con l'intenzione di sorprenderla, ma i colpi di fucile e le grida dei briganti erano giunti fino a Parafante, che credendosi tradito da qualcuno dei suoi, passò in altra parte della Calabria, e le vicinanze di Rogliano furono liberate della sua presenza.