Marco Silvestri | |||
*** Dio donna come vorrei fossi mia, anche per una notte, non sai cosa farei. Ti farei vedere il mare solo con i miei occhi, non ti ubriacherei con parole inutili, ma solo con i miei silenzi ed in silenzio ti amerei. Sprofonderei questa notte insieme a te nel mare della passione, nel peccato del vizio. Godi sempre della vita ragazza, è così bella solo poche volte e anche così breve. Gli altri lasciali pure morire nella loro semplicità e nei loro discorsi vuoti, questa notte vivi con me. Sono sicuro che ti farei impazzire e forse per un momento mi ameresti, non ti farei del male, ti darei solo amore. 7/97 ***
La Notte scende sulle tue curve, sui tuoi capelli, sul tuo viso, sul tuo seno. La guardo. E' come un mantello di velluto nero che ogni volta viene a coprirti, a farsi indossare dal tuo nudo. Tu che dormi sul mio petto, che ogni sera mi vesti di te con la tua pelle scura, così la Notte scende sulla città a coprire i mali del giorno, a quietarli nell'animo della gente. Guardo fuori, oltre questa finestra. L'oscurità mi prende, mi cattura, questa misteriosa ed eterna signora che ad alcuno mai si concede… E' così triste, ma così affascinante. La Notte. Sorella con la Morte. 7/97 *** Un rumore forte, insopportabile, continuo, un tonfo sordo come il picchiare di un martello in lontananza, risuona nel mio orecchio. Si ripete ad ogni scena, ad ogni velata insonnia come uno spettacolo, in un tumulto di pensieri insensati e ricordi affollati secondo codici indecifrabili. Nel silenzio della notte, nel mio silenzio, lo sento, prima nascere, poi crescere sempre più forte, sempre più ampio, si fa strada con forza nella mia mente e nella mia testa, offusca i miei pensieri, mi provoca un vuoto cerebrale, un nulla, fatto solo per ascoltare. Ascoltare, quel sordo picchiare, quel risuonare incessante che scava nella mia testa e nelle mie piaghe, feroce tormento dei miei argini e della mia anima. Quella mia ossessione lontana o quella muta, spietata, voce che mi chiama da chissà quali luoghi ignoti e oscuri della mia mente e della mia dannazione. 4/8/97 *** |
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