TELALCHEMICHE In
sintonia coi poeti più sensibili ad intendere il richiamo delle forze
che ritornano da una memoria cancellata, anche la pittura di Carbone si
manifesta non in ciò che inerisce al "saperci fare", intesa a
sviare, a produrre l'ultimo aggeggio per vivere, direbbe Rilke, ma in ciò
che sorge da un fondo di ricchezza, da un contatto che si fa più intimo
e decisivo con ciò che diviene. In questi lavori la linea il tono il
moto, ad esempio, di certi verdi, di blu oceanici producono immagini
dove il rapportoevocato è nel gesto leggero dell'inevitabile, del
mistero incantatore. Così, come si può vedere nel quadro in cui il
navigante è nella barca sul mare cupo di fiaba, con
la luna e il sole in bilico, ospiti sulla prua e sulla poppa come sposi.
O nell'uomo disteso che si congiunge col cielo sotto forma di albero.
Oppure in certe remote figure di bagnanti e di scogli in un mare che li
segna intensamente e li tiene, li sospende in
tutto ciò che appare sposato alchemicamente più che connotato "espressivisticamente".
La pittura di Carbone, nel richiamo ai più amati - alla concezione
spaziale di Chagall, a Matisse, ma non solo - è costruita
nell'evocazione, sempre più consapevole, delle forze primordiali
dell'universo e dell'infanzia. E ciò avviene con colpi di pennello a
stesure ondose e macchiettate, quasi di scrittura, in una intensa e
sognata visione. Milano, 1989 Antonio Barbi
Risolti
con tratti energici, sia negli orli che nelle rapide e frante campiture,
dove portano immediatamente vibrazione plastica e cromatica, i dipinti
di Salvatore Carbone aprono e chiudono un mondo in cui il contatto fra
gli esseri si ricompone nel cosmo di una visione alchemica e
rievocatrice. Essi si presentano, prevalentemente, come disegni corposi
in un rapporto intenso e improvviso, poetico, fra le presenze. queste
immaginate e sentite su di un piano di parità affettiva. con lo stesso
segno, sia per le figure umane che per quelle animali, vegetali e
stellari.I richiami stilistici del lavoro, In complesso, ci riducono
all'area espressionistica e fauvista, nonché a certi rapporti spaziali
arcaici. La formazione del pittore, oltre ad aver toccato l'opera di
artisti
come Kirchner, Matisse, De Pisis, Utrillo e Chagall, ha avuto
riferimenti coi mosaici bizantini e con la pittura pompeiana. Formazione
intrecciata sempre al filo di un'evocazione sensibile e impetuosa.
tramite rapporti spaziali mitici. La relazione fra le figure si articola
In una irreciprocità senza egemonia del soggetto pensante, in richiami
toccati dalla sospensione dell'incantamento e in una costante pensosità. Milano
1990
Antonio Barbi |