Antonio Barbi
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TELALCHEMICHE

In sintonia coi poeti più sensibili ad intendere il richiamo delle forze che ritornano da una memoria cancellata, anche la pittura di Carbone si manifesta non in ciò che inerisce al "saperci fare", intesa a sviare, a produrre l'ultimo aggeggio per vivere, direbbe Rilke, ma in ciò che sorge da un fondo di ricchezza, da un contatto che si fa più intimo e decisivo con ciò che diviene. In questi lavori la linea il tono il moto, ad esempio, di certi verdi, di blu oceanici producono immagini dove il rapporto evocato è nel gesto leggero dell'inevitabile, del mistero incantatore. Così, come si può vedere nel quadro in cui il navigante è nella barca sul mare cupo di fiaba, con la luna e il sole in bilico, ospiti sulla prua e sulla poppa come sposi. O nell'uomo disteso che si congiunge col cielo sotto forma di albero. Oppure in certe remote figure di bagnanti e di scogli in un mare che li segna intensamente e li tiene, li sospende - in tutto ciò che appare sposato alchemicamente più che connotato "espressivisticamente". La pittura di Carbone, nel richiamo ai più amati - alla concezione spaziale di Chagall, a Matisse, ma non solo - è costruita nell'evocazione, sempre più consapevole, delle forze primordiali dell'universo e dell'infanzia. E ciò avviene con colpi di pennello a stesure ondose e macchiettate, quasi di scrittura, in una intensa e sognata visione.

 

Milano, 1989                                                                    Antonio Barbi

 

 

il torchio di porta romana

Kom mamma ruoleé notte

opere recenti

maggio 1990

 

Risolti con tratti energici, sia negli orli che nelle rapide e frante campiture, dove portano immediatamente vibrazione plastica e cromatica, i dipinti di Salvatore Carbone aprono e chiudono un mondo in cui il contatto fra gli esseri si ricompone nel cosmo di una visione alchemica e rievocatrice. Essi si presentano, prevalentemente, come disegni corposi in un rapporto intenso e improvviso, poetico, fra le presenze. queste immaginate e sentite su di un piano di parità affettiva. con lo stesso segno, sia per le figure umane che per quelle animali, vegetali e stellari.I richiami stilistici del lavoro, In complesso, ci riducono all'area espressionistica e fauvista, nonché a certi rapporti spaziali arcaici. La formazione del pittore, oltre ad aver toccato l'opera di artisti come Kirchner, Matisse, De Pisis, Utrillo e Chagall, ha avuto riferimenti coi mosaici bizantini e con la pittura pompeiana. Formazione intrecciata sempre al filo di un'evocazione sensibile e impetuosa. tramite rapporti spaziali mitici. La relazione fra le figure si articola In una irreciprocità senza egemonia del soggetto pensante, in richiami toccati dalla sospensione dell'incantamento e in una costante pensosità.Preferirei cogliere qui l’indirizzo del lavoro di Carbone -valutando come problematico e affascinatore lo stile e l'affettuosità che lo sorregge, il tipo dl innesto nella storia, i ricorsi ora all'uno ora all'altro degli artisti più amati -' In questo carattere rischiosamente evocativo e inglobante. dove l'immagine dl un gatto, ad esempio, si inserisce nel tessuto ornamentale del tappeto che lo accoglie con enigmatica complicità. o dove spicchi di luna piovono sull'erba al piedi dl un giovane seduto, e cioè nell'impeto. ma anche nel velo malinconico di una visione mitica.

 

Milano 1990               

 Antonio Barbi                        

 

 

 

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E-Mail: salvocarbone@tiscalinet.it 
Aggiornato il 15/04/2003