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ASSENZIO
Il mito della fatina verde

assenzio

La fatina verde sta tornado…il superalcolico più amato dai poeti e dagli artisti, a novant’anni dalla sua messa al bando, sta vivendo una nuova vita…la sua leggenda…la sua storia…i suoi effetti farmacologici.

La pianta base da cui si ricava l’assenzio è l’artemisia, di questa pianta si conoscono varie specie: Artemisia (amarella, canapaccia, assenzio selvatico, erba di S.Giovanni), Artemisia Cinese, Artemisia Absinthium (assenzio maggiore, assenzio romano, assenzio officinale).

 

Artemisia

È una pianta della famiglia delle composite e può raggiungere 1,5 m di altezza. Le foglie di color verde intenso sono in pratica prive di picciolo (la parte inferiore delle foglie che ha il compito di riunirsi al ramo), i fiori sono gialli, quelli periferici rossastri. Vive in luoghi incolti, nei ruderi, nei campi di tutta Italia. Fiorisce in estate ed è raccolta a tarda fioritura (settembre) perché è il momento che la pianta contiene più principi attivi. Tradizionalmente l’artemisia è utilizzata nella medicina popolare come aromatizzante, digestiva e stimolante dell’appetito. Alcuni autori ritengono che la pianta abbia anche proprietà sedative e anticonvulsivanti.

 

Artemisia Cinese

Si trova allo stato selvatico in Asia centrale. Le parti utilizzate sono i capolini non ancora schiusi chiamati anche: Fiori di Cina o Seme Santo. Il principio attivo è la santonina, che ha proprietà vermifughe e analgesiche.

 

Artemisia Absinthium

È la pianta da cui si ricava l’assenzio. Le foglie, picciolate, sono setacee e biancastre nella parte superiore. I fiori, sorretti da pedicelli lunghi un centimetro, sono di colore giallo. La pianta, comune in molte zone della penisola, ha un forte odore aromatico e sapore amarissimo. Le parti utilizzate, le sommità fiorite e le foglie più alte, sono essiccate all’ombra o in forni a temperatura inferiore ai 40 gradi centigradi. I principi attivi dell’Absinthium sono utilizzati per preparati che hanno azione digestiva e stimolante dell’appetito (vino all’assenzio o Vermouth), tradizionalmente la pianta veniva utilizzata per le sue proprietà vermifughe. Ad alte dosi il suo estratto può agire sul sistema nervoso centrale.

 

Dati farmacologici

I dati farmacologici recenti sono certamente scarsi, la pianta e i suoi estratti vivono nella leggenda popolare. La droga contiene un principio attivo: il Tuyone, che ha una struttura geometrica molecolare simile a quella del tedraidrocannabinolo (principio attivo della Cannabis). La similitudine geometrica dei principi attivi non ha nessuna particolare valenza scientifica, infatti ci sono numerose sostanze che pur avendo medesima struttura geometrica non hanno nessuna similitudine dal punto di vista farmacologico. Nei primi anni nel novecento quando questa droga fu studiata, anche sotto la pressione di un forte movimento proibizionista, furono pubblicati diversi studi scientifici che tendevano a dimostrare la capacità del Tuyone, a forti dosi, di provocare convulsione e morte negli animali da esperimento. Il tuyone sembra avere anche un’azione antisettica e vermifuga. Questo ormai mitico principio attivo è contenuto in gran quantità anche nel Cedro Bianco, nell’Issopo, nel Tanaceto e nella comunissima Salvia. Spero che qualche serio istituto universitario, anche sullo stimolo del rinnovato interesse verso l’Absinthium, faccia un approfondito studio sul tuyone e ci faccia sapere finalmente la verità sulle sue proprietà medicinali.

 

Ricetta del liquore all’Assenzio

assenzio

Il liquore decantato da tanti poeti fu prodotto per più di 100 anni nella distilleria Pernod-Fils Absinthe in Francia nella città di Pontalier. La ricetta originale è come il segreto della formula della Coca-Cola, tutti ne parlano ma nessuno ne sa la verità. La ricetta riportata è una delle tante varianti utilizzate da molti produttori artigianali.

Ricetta:

Si mette a macerare per almeno 12 ore, in 1 litro d’alcool a 85°, le seguenti piante medicinali secche:

-Artemisia absinthium (assenzio maggiore o romano) 25 g.

-Anice 50 g.

-Semi di finocchio 50 g.

più piccole porzioni di ginepro, noce moscata, veronica, anice, succo limone, angelica.

All’estratto ottenuto si aggiungono 0,5 litri d’acqua, la soluzione si pone in un distillatore. Il processo di distillazione va interrotto quando si è ottenuto 1 litro di distillato.

Si prelevano 0,4 litri del distillato e si aggiungono:

-Assenzio absinthium 10 g.

-Issopo 10 g.

-Succo limone 5 g.

L’estratto ottenuto si scalda a moderata temperatura e si filtra, al filtrato si aggiungono i restanti 0,6 litri di distillato.

Il litro circa d’assenzio finale va diluito con acqua fino a raggiungere una gradazione alcolica pari a 75°.

 

Il mito della fatina verde

La fatina verde, questo liquore che sa d’alchimia, la cui fama è stata alimentata dalla passione esistenziale d’intere generazioni d’artisti, sta di nuovo risvegliando l’interesse di una nuova schiera di consumatori. Il mito, in quest’epoca senza riferimenti certi, è la cosa che attira di più. L’Assenzio e la sua storia sono miti allo stato puro. Cosa può attrarre di più di una bevanda descritta e rappresentata da artisti famosi e popolari quali: Rimbaud, Van Gogh, Picasso, Hemingway. Il superalcolico aveva un rito ben preciso per essere bevuto: la giusta dose d’assenzio era versata in un bicchiere, sul bordo era poggiato un cucchiaino con una zolletta di zucchero, si versava una quantità d’acqua fredda cinque volte superiore al liquore, si agitava fino ad ottenere un’opalescente miscela dal colore verde e dal sapore amaro e particolarissimo. Degni di nota erano anche gli stravaganti accessori utilizzati nei locali dell’epoca per la mescita: i bicchieri e i cucchiaini dalle fogge stravaganti che davano al rito del bere un’atmosfera fascinosa e piena di mistero. La diffusione dell’Assenzio a livello popolare avvenne per opera dei soldati francesi di ritorno dal fronte dell’Africa del nord (1844). Storia questa che ricorda molto da vicino la diffusione dei derivati dell’oppio, in America, alla fine degli anni sessanta con il ritorno dei soldati americani dal Vietnam. La produzione dell’assenzio non è mai cessata completamente, infatti, nei pressi di Praga una distilleria continua a produrlo. Dalla Cecoslovacchia la fama di questo distillato ha preso la via di Londra, dove nei locali più esclusivi è di nuovo consumato.

    agosto 2003

Le indicazioni che troverete tra queste pagine vengono fornite al solo scopo informativo e non possono sostituire la consulenza di un medico. Ricordate che l'autodiagnosi e l'autoterapia possono essere pericolose. E' possibile rintracciare dei centri dove con breve attesa e pagando un ticket si può essere visitati. Anche il vostro medico di famiglia potrà esservi di aiuto.