CONCERTO ROCK
Storia di una generazione
Romanzo
Centomila giovani si recano allo stadio per assistere ad un concerto
rock molto reclamizzato dai mass media: vi parteciperanno i più grandi e famosi cantanti
rock.
Quando tutti i giovani somo dentro, le guardie del servizio d'ordine e
della polizia vengono richiamate alla base e i cancelli dello stadio vengono sbarrati
dall'esterno. Ad aggravare la situazione c'è un annuncio, dato dagli altoparlanti:
"il tanto atteso concerto non si farà, gli idoli del rock non si esibiranno".
Cosa è successo fuori dello stadio? Cosa succederà dentro?
Tra quei centomila giovani vi sono molte bande, tra le quali due, le
più feroci, formate da teppisti amanti della violenza gratuita. Queste due bande vengono
capeggiate da due misteriosi personaggi, due individui che le guidano fino al centro dello
stadio, dove è stato costruito il palco e su cui campeggia un esile microfono, che
diventerà il mezzo col quale deterranno il potere. I due misteriosi personaggi, infatti,
usano il microfono come mezzo per impartire ordini alla massa e si serviranno dei teppisti
per farli eseguire. Ma gli ordini si riveleranno nocivi. Tra gli ordini vi è, per
esempio, quello di sporgersi e guardare oltre i bordi dello stadio per vedere cosa succede
fuori. Ma tutti quelli che riescono a sporgersi vengono uccisi da uno sparo proveniente
dall’esterno. Tra la massa si muovono altri personaggi che vivranno episodi
personali, isolati da quelli collettivi.
Gli episodi collettivi sono per buona parte quelli imposti dai due
"capi" , dai due misteriosi personaggi; il più importante è quello che
dovrebbe portare fuori dallo stadio i centomila spettatori, ossia un metodo che si
rivelerà sbagliato: Formare, con gli accendini a gas, un gigantesco, S.O.S. c he dovrebbe
essere avvistato dai passeggeri di un aereo di linea che ogni sera sorvola lo stadio.
Tragici episodi collettivi sono: la calca che si crea - a causa del
panico - quando, chissà come, si sparge la voce - falsa - secondo la quale i cancelli
erano stati aperti.
Poi c’è la fame, che molti cercano di placare divorando i morti.
E ancora: il freddo, la violenza dei teppisti, la libertà calpestata.
Alla fine, decine di elicotteri fanno la loro comparsa nel cielo dello
stadio: sono venuti a salvare i giovani, per trasportarli fuori da quella bolgia. Ma,
stranamente, nessuno di quei giovani accetterà di lasciare lo stadio: dopo dieci giorni
di segregazione è intervenuta l’abulia, la rassegnazione ai soprusi,
l’incapacità di lottare, la paura del nuovo.
Salvino.lorefice@tiscalinet.it
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Salvino.lorefice@tiscalinet.it
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