Scena unica: un covo di razzisti, con attrezzi di tortura e cartelloni
con scritte naziste e svastiche, attrezzato con videoterminale per collegamenti Internet.
Uno dei meriti del testo è la sua violenta attualità: si tratta di
persecuzioni, di intolleranza. Il tutto è ambientato in un covo di Skin-heads,
dove un negro e, poi, un ebreo vengono torturati. Questa tortura, inizialmente fine a se
stessa, è invece preparatoria ad una gara che dovrà svolgersi tra il negro e
lebreo. Per il negro è la ripetizione, sotto altre forme,di quanto già accadutogli
in passato, nel suo paese dorigine. Per lebreo è invece unesperienza
nuova e terribile, ma memore di quanto il suo popolo ha subito nel corso del tempo. Ed è
in questa contrapposizione che i due prigionieri dimostrano una umanità e solidarietà
sconosciuta agli aguzzini, che sono cinque giovani mercenari di regimi razzisti ormai
decaduti e che cercano di perpetuare e far rinascere le intolleranze servendosi di antichi
metodi di tortura e di nuovi e potenti mezzi di comunicazione. La gara, infatti, verrà
trasmessa in diretta su Internet, dove si può scommettere sulla vittoria delluno o
dellaltro concorrente. Il negro e lebreo, come moderni gladiatori, sono
gettati ed aizzati luno contro laltro in unarena informatica, in cui la
battaglia è, oltre che fisica, psicologica: la vita delluno dipende dalla morte
dellaltro. Chi vincerà? Il colpo di scena finale segnerà la speranza della
sconfitta dei torturatori.
Gli argomenti del razzismo e della tortura sono trattati con toni
realistici e violenti. Questi toni superano le modalità dell'inquietudine e della
malinconia che di solito questi ragionamenti si portano dietro e trasmettono allo
spettatore una potentissima esplosione di rabbia e di ribellione.
È un testo spettacolare che lascia senza fiato sin dalla lettura, e
solo una Compagnia Teatrale con alto coraggio civile può pensare di rappresentarlo.