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LE   FARFALLE  DEL  TENERO  ZACARIA

Io sono un essere indegno, un essere spregevole. A differenza di chi certe cose le pensa, ma non le dice, io dico tutto ciò che penso. Non sono un uomo retto e dire di essere retto mi porta alla mente immagini inenarrabili, che sanno di sodomia. E questa immagine dovrebbe essere più chiara di qualsiasi altra descrizione del mio modo di pensare. La promiscuità è per me una condizione naturale. Dai ghetti di Marrakech alle tendopoli delle Grandi Oasi dei deserti sahariani la mia vita è stata dedita alla lussuria, sessuale e no. La libertà di costumi è stato il mio Credo. Il fallo il mio Dio. L’amore e il godimento la mia pace. La Femmina il mio pascolo, quel suo posto oscuro il mio obiettivo.

Non ho disdegnato nessuno, comunque. Ho frequentato Borghesi e Proletari, Credenti e Atei, Ricchi e Poveri, Bianchi e Neri. I giudizi negativi che l’Alta e Bassa Società - entrambe ipocrite e benpensanti - mi accollavano non mi hanno mai colpito. La mia vita ha continuato a scorrere nella felicità, nei sogni della Creazione, nella fantasia leggiadra e svolazzante, come farfalle che quanto più sono rare tanto più sono belle e ricercate. Fossero ai Tropici o nella soffitta del centro metropolitano queste mie farfalle mi hanno sempre seguito.

E queste rare farfalle ho regalato ad un mio caro amico, perché le liberasse, senza censure, senza ipocrisie né timori. Perché narrasse le mie avventure, lui che lo sa fare, lui che mi sa capire. Sì, è giunta l’ora di liberarle, queste mie farfalline: volate via, volate via! E, per favore, tu che non vuoi o che fai finta di non volerle acchiappare, chiudi queste pagine: le farfalle resteranno spiaccicate, è vero, ma saranno pronte per il futuro, per quando cambierai idea, nel tempo in cui la tua morale ti consiglierà di farlo. Per il tempo in cui la Libertà ti scioglierà le ali.
                                                                                                       Zacaria.

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