Un mito di nome Riva

L'infanzia e la carriera del Campione che fece grande il Cagliari e la Nazionale italiana

  

   E’ stato, a mio parere, il più grande attaccante italiano di tutti i tempi. Gigi Riva nacque a Leggiuno (VA) il 7 novembre 1944, e non ebbe un' infanzia serena; i suoi genitori lo misero presto in collegio, e a soli 18 anni rimase orfano. Ma a quell' età, per sua fortuna, già si vedeva la stoffa del campione, pur non essendo supportato da un fisico eccezionale. Passò, dopo una lunga trafila nelle giovanili, dai dilettanti del Laveno al Legnano, in serie C;ma dopo le prime presenze in Nazionale Juniores se ne innamorò Arrica, factotum del Cagliari: 37 milioni e mezzo (questo il costo del suo cartellino) fecero scalpore, ma si rivelarono un affare per la società isolana. Dopo essersi irrobustito nel fisico, esplose: portò il Cagliari in poco tempo in Serie A, a suon di goal e mostrando una potenza incredibile, che lo rendevano quasi immarcabile.
 E' chiaro che le più blasonate società di A cercarono subito di aggiudicarselo, ma tant'è che Riva mai volle staccarsi dalla Sardegna, la terra che lo aveva adottato e portato ai massimi livelli calcistici (per i sardi "Giggirriva" era considerato un re, simbolo del riscatto di un' isola contro le potenze industriali del nord Italia).
 Il suo periodo d' oro va dal 1968 al 1970: campione d' Europa con la nazionale (1968),secondo posto in campionato alle spalle della Fiorentina (1969), scudetto (1970) , vicecampione del mondo a Mexico '70 (celebre il suo goal nella storica semifinale coi tedeschi). Inoltre, vanta anche un secondo posto nel Pallone d' Oro (1970) dietro il suo compagno di Nazionale Rivera, oltre a ben tre titoli di capocannoniere del campionato italiano. E per le sue glorie in azzurro, viene insignito del titolo di Cavaliere dello Sport. Ma il triennio '67/'70 fu anche nefasto per il campione, grazie a due seri infortuni che ne compromisero la carriera:

frattura del perone sinistro (Italia-Portogallo del 27 Marzo 1967 in uno scontro con il portiere lusitano Americo) e frattura del perone destro (Austria-Italia del 31-10-1970 in uno scontro col terzino austriaco Hof). Giocherà la sua ultima partita il 01-02-1976, in un Cagliari-Milan 1-3; un anno dopo chiuderà col calcio giocato, con uno score impressionante:315 presenze e 164 goal con la maglia rossoblù, 42 presenze e 35 goal in azzurro (tuttora record imbattuto). Dopo alterne fortune da presidente del Cagliari, "Rombo di tuono" (soprannome coniato dall' indimenticabile Gianni Brera) si dedicherà in tutto e per tutto alle vicende della Nazionale, della quale è tuttoggi team-manager.