San Fili - La Geografia


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Dove si trova?
Panorama San Fili è un paese della provincia di Cosenza situato sul versante occidentale della Valle del Crati, sulla superstrada Paola-Cosenza-Crotone, a 18 km dal capoluogo e a 16 dal Mar Tirreno. E' a 550 m s.l.m. ed ha una popolazione di circa 2700 abitanti. Il comune confina a nord con San Vincenzo La Costa, ad ovest con San Lucido, a sud-est con Rende e Marano Marchesato. Fa parte dellaComunità Montana Media Valle Crati con sede in Montalto Uffugo. A chi percorre l'antica Paola-Cosenza, appare all'improvviso in tutta la sua estensione urbana, arroccato come un presepe, felicemente circondato da antichi e rigogliosi castagneti. Un paese di collina, dunque. Ma vicinissimo sia al mare (15 Km da Paola) che alla montagna (occorre poco più di mezz'ora per raggiungere Camigliatello, in Sila). Sorge sulle falde della Catena Costiera tirrenica calabrese, su rocce granitiche e gneiss.
Panorama Il territorio è vario e pittoresco. Boschi di larici e noccioli, piccole pinete e faggi nelle foreste di Luta e Tansia e sul Panorama valico della Crocetta (980 m s.l.m.) ; più in basso, verso l'abitato, castagneti un tempo lussureggianti e caratterizzanti il paese sempre immerso nel verde e ricco di aria ossigenata e di rinomate sorgenti di acqua pura .
Proseguendo ancora a valle si trovano le contrade, una volta ricche di coltivazioni di alberi da frutto e ortaggi: l'Ortale, il Frassino, e , giù verso Rende, Cucchiano, ideale per le coltivazioni di fichi.


Bucita

Bucita Con una legge borbonica del 1816, veniva assegnato a San Fili il villaggio di Bucita, appartenuto fino ad allora a Montalto Uffugo.La frazione di Bucita si trova due Km a nord-ovest di San Fili.
Il nome deriva dal latino "Bucetum" (pascolo).
La tradizione popolare la ricorda come "Fuggita", cioè zona franca dove riposavano i banditi dopo aver attravesato il ponte Franchino sul torrente Tommarinaro.
La chiesa parrocchiale di Bucita, costruita accanto ad un'antica cappella rurale dove predicò l'Abate Gioacchino, è intitolata a Santa Lucia.
Un tempo, una volta all'anno , in occasione della Pasqua, i giovani di San Fili e quelli di Bucita si scontravano nella battaglia delle pietre a metà strada fra i due centri. Ancora oggi fra gli abitanti di San Fili e quelli di Bucita è viva una certa rivalità.




Il Rifugio di Croce Verranco

Panorama dal Rifugio Si raggiunge da San Fili in meno di venti minuti. Salendo per la vecchia statale 19 della Crocetta, superato il valico, poche centinaia di metri prima della nota "Fontana di San Francesco" si lascia l'asfalto svoltando a destra per una mulattiera sterrata. Il fondo non è dei migliori, soprattutto dopo piogge copiose, ma carrozzabile senza troppi problemi. In generale è bene non affrontarla con l'auto troppo carica o con vetture molto ribassate.
La stradella si inerpica lungo il costone della Catena Costiera, poco sotto il crinale, lungo il versante est. Mappa Il primo tratto si presenta brullo e subito panoramico. Poi ci si addentra nei boschi di faggio che accompagnano fino al Rifugio. Costeggiato il monte Luta (1231 m s.l.m.), in località Croce Verranco (1191 m) si incontra, proveniente da destra, una mulattiera che balza giù fino a Bucita coprendo repentinamente un dislivello di circa 700 metri. Questa è quasi impraticabile per mezzi non adeguati e sconsigliamo di seguirla per un ritorno alternativo. Proseguendo il nostro tracciato, un'ultima salita ci porta al Rifugio (1256 m). Il dislivello coperto dall'uscita dalla statale (a circa 900 m) non supera, dunque, i 350 metri, distribuiti in un continuo saliscendi di poco più di 4 Km.
Il panorama è davvero splendido. Il Rifugio è una casetta abbastanza ben tenuta. Ovviamente rustica : due stanzette del tutto foderate in tavole di legno grezzo, un tavolo, qualche panca, un bel camino in pietra carico di legna, persino qualche barattolo di sale ed olio. E' aperto a tutti ed è bene che tutti ne facciano buon uso lasciandolo pulito. All'esterno, nel bosco, fra i tavoli attrezzati per il picnic, un grande barbecue di pietra per grigliate che pare ben si concilino con l'aria frizzante di montagna. Di fronte si apre, a perdita d'occhio, la Valle del Crati. La Sila, i paesi presilani, Cosenza, Castrolibero, Rende, S.Vincenzo, Castiglione, Rose, l'Università, San Fili. Fa una strana impressione dominare dall'alto luoghi familiari ma vissuti sempre, come dire, dal di dentro. Ci si fa un'idea più chiara delle distanze che si coprono usualmente, delle proporzioni, degli orientamenti.
Bosco di faggi Dal rifugio si può proseguire in auto per non più di duecento metri. Conviene quindi parcheggiare il mezzo ed inoltrarsi a piedi nei boschi di faggio. Sono molto belli, specie nelle ore pomeridiane, quando il sole cala verso ponente, la luce si smorza ed enfatizza i toni bruni e rossicci delle foglie secche che tappezzano uniformemente il sottobosco. Per la passeggiata conviene spostarsi, sempre sul crinale, sul versante ovest, verso il mare che da qui, però, non è ben visibile perché la catena si dispone lungo due crinali paralleli.
Se avrete fatto in modo da terminare il vostro giro un po' prima del tramonto, varrà la pena, sulla via del ritorno, cinquecento metri prima di ritornare sulla strada asfaltata, in vista di una curva ingombra di sabbia, di lasciare ancora l'automobile ed inerpicarsi per qualche decina di metri, sulla destra. Con un pizzico di fortuna (anche nell'individuare il punto panoramico migliore) se la giornata sarà limpida e tersa, specialmente d'inverno, potreste rimanere davvero entusiasti della vista che vi troverete innanzi. Le Isole Eolie, se non c'è foschia, saranno in bella mostra all'orizzonte : Stromboli, più alto e vicino, visibile piuttosto facilmente ; subito dietro, alla sua destra, ma solo nelle condizioni migliori, Salina ; a sinistra Lipari, Vulcano e Panarea. Non basta ; ancora più a sinistra, Etna e Stromboli a sud-ovest, nella sua maestosità (supera i 3000 metri) il grande cono dell'Etna con tanto di pennacchio di fumo ; ancora più a sud, Monte Cocuzzo e in basso, più vicino, il picco Martinella. E basta girarsi alle proprie spalle per rivedere la Sila.
Il gioco di colori che il tramonto crea con la sua luce calda, quasi rossa, sulle sterpaglie dorate, è davvero da non perdere, purchè si sia disposti a sopportare un vento fastidioso e freddo che spira di frequente su questa cima, posta intorno ai 1200 metri.

Articolo da "L'Occhio" n. 4.97 di Giovanni Gambaro



L' Emoli

E' un piccolo fiume che attinge dalle sorgenti in località Pompone e Terriforte. Scorre a valle, e a 'e Jumiceddre Fiumicelle riceve le acque del Cannili; costeggia l'abitato e, in territorio di Rende, presso Castiglione Scalo, si immette nel Crati.
Lungo le sue rive,in lingue di terra fertilissime (le Iscche ), si producevano ortaggi dal gusto inimitabile e succulente more di rovo. Le sue acque, un tempo, erano potabili per un lungo percorso; era ricco di anguille, trote , tinche e pesci reale. Presso Fiumicelle ('e Jumiceddre ) c'era una radura bellissima, ritrovo per le lavandaie del paese e per gli innamorati, nei pressi di un antico ponticello in pietra di epoca romana, assai pittoresco, recentemente deturpato da un'incompetente opera di consolidamento.
Lungo il suo corso, all'inizio del secolo, venne costruita una centrale idroelettrica che diede l'illuminazione al paese (1905) per iniziativa dell'ing. Giuseppe Cannataro. Durante i mesi estivi , l'invaso della piccola diga della centrale fungeva da piscina per i giovani del paese .


L' acqua

Tutto il territorio sanfilese è ricco di acqua. Sorgenti limpide e cristalline di acque freschissime in montagna, torrentelli e ruscelli che scorrono a irrigare i terreni coltivati fino a valle, attraversando il paese in un piccolo invaso che costeggia le case della parte superiore di via XX Settembre (l'acquaru ).
Particolarmente apprezzate sono le proprietà diuretiche della sorgente "Pulizia" , situata nei pressi dell'abitato nella località omonima, recentemente sistemata per un comodo utilizzo da parte dei sanfilesi e dei molti che, da paesi vicini e da Cosenza, vengono, specialmente d'estate, ad approvvigionarsi di acqua pura.


L' economia

L'economia di San Fili era un tempo basata essenzialmente sull'agricoltura e sull'allevamento. Buona parte della popolazione lavorava in "montagna", la zona della Catena Costiera che sovrasta il paese. Pastori e contadini si avviavano ben prima dell'alba a piedi o con i loro carretti trainati da asini per raggiungere di buon ora la terra dove lavorare.
Notevole era pure la Panormaproduzione di seta, specialmente nel '700, e la sua lavorazione fino alla tessitura.
Fino a non molti anni fa una voce rilevante era la produzione di castagne che venivano inviate per la lavorazione persino a Marsiglia e dei fichi.
Capita, in Italia e, a volte, anche in grandi città d'America, di imbattersi nei palloni di San Fili : una preparazione tipica a base di fichi al forno avvolti in foglie di fico.
Negli ultimi anni il terziario ha preso il sopravvento. Sopravvivono davvero pochi esempi di economia rurale e poche imprese moderne.



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