Viaggiando con San Francesco

IL MONACHESIMO IN OSTUNI

La presenza dei francescani in Ostuni si fa risalire al 1218 quando, secondo la leggenda, San Francesco, diretto a Gerusalemme, ottenne per i suoi fraticelli dai Benedettini il convento di Santo Stefano ubicato nella zona degli orti.

In seguito Filippo II d'Angiò, principe di Taranto, concesse nel 1304 ai francescani un terreno, denominato l'orto del Colombo, sul quale edificare la chiesa e un nuovo convento.

La fabbrica da quei tempi lontani ha subito notevoli trasformazioni e dopo la soppressione napoleonica dei beni ecclesiastici è divenuta nel 1809 la sede del municipio.

La chiesa medioevale, già ampliata agli inizi del XVII secolo, fu ricostruita nella metà del XVIII secolo in seguito alle gravi lesioni registratesi nel corso del terremoto del 1743.

Nel 1883 il Comune chiese alla Confraternita dell'Immacolata, custode della chiesa, di modificarne il prospetto per adattarlo a quello del palazzo comunale disegnato dagli architetti Domenico Ciraci, Ferdinando Ayroldi e Nicola de Anna.

Il nuovo progetto fu realizzata dall'architetto Gaetano Iurleo che tenendo presenti gli elementi neoclassici del municipio, determinò il volto eclettico della chiesa.

La facciata dell'edificio sacro risulta divisa in due parti dal cornicione che l'attraversa a metà della sua altezza. Nella parte superiore una bifora di ispirazione romanica ne aumenta lo slancio. Il frontespizio della trabeazione sorretto da archi laterali, reca la dedica alla "Glorioa regina Mundi".

La parte inferiore è caratterizzata dalla presenza delle statue di San Francesco d'Assisi nella nicchia a sinistra del portale e di Sant'Antonio da Padova in quella di destra, opera del 1935 dello scultore ostunese Francesco Bagnulo (19..-198.).

Di notevole importanza la porta del Cavalluccio, realizzata in bronzo da Egidio Giaroli nel 1989.L'interno ampio e luminoso aderisce ai canoni dello stile barocco e presenta un'aula con corto transetto e ampio presbiterio coronato dalla balaustra della cantoria.

Due cappelle per lato si inseriscono tra monumentali membrature illuminate dalla luce riflessa in gamme multicolori dalle vetrate realizzate nel 1989 su disegno di Gaetano Valerio dal Laboratorio Mellini di Firenze.

La prima cappella a sinistra, dedicata alla Sacra Famiglia, è arricchita dall'altare in pietra in stile rocaille, realizzato da Giuseppe Fasano nella seconda metà del XVIII secolo. La tela della Sacra Famiglia di autore ignoto è del XVII secolo.

Di seguito si incontra la cappella di Sant'Antonio di Padova con altare settecentesco, ricostruito agli inizi di questo secolo e completato nel 1988 nel paliotto dall'emblema del santo di Lisbona eseguito dallo scultore ostunese Crocifisso Valente. Il bassorilievo in cartapesta che decora l'altare raffigura Sant'Antonio che distribuisce il pane ai poveri,opera di Raffaele Caretta del 1919.

Sulla parete sinistra del transetto è collocata la tela della Madonna e Cristo che appaiono a San Francesco e a Sant' Eligio, San Leonardo e a un santo vescovo ( forse Sant'Oronzo).

Il soggetto di stampo devozionale con chiari riferimenti alla pittura veneta si data nella seconda metà del 1600.

Nella testata del transetto l'altare marmoreo del 1793 ospita la statua lignea della Immacolata, opera dello scultore veneto Giacomo Colombo del 1719.

Telette ovali inserite in cornici a stucco e realizzate da un pittore che si firma N Anna, attivo nella seconda metà del XVIII secolo, raffigurano la Pietà sul lato destro dell'altare e l'Assunzione sul lato opposto.

La tela della parete destra del transetto rappresenta La Trinità, San Francesco d'Assisi e le Anime Purganti databile tra la fine del XVII e gli inizi del XVIII secolo.

Una balaustra marmorea con intarsi e teste di cherubini, realizzata nella seconda metà del XVIII secolo dagli stessi marmorari che crearono l'altare maggiore, cinge l'area presbiterale.

Il maestoso altare maggiore, significativa opera napoletana della seconda metà del XVIII secolo presenta il Tronetto del Santissimo al di sopra del tabernacolo.

Alle estremità dell'altare sono morbidamente adagiati su eleganti volute, due angeli reggifiaccola, da interpretarsi come allegorie dell'Estasi a sinistra e della Meditazione a destra, i due momenti spirituali dell'Itinerarium Mentis in Deo di San Bonaventura.

Nella nicchia a sinistra dell'altare maggiore è custodita la statua in legno di San Giuseppe con il Bambino donata nel 1695 dalla duchessa Geronima Zevallos.

Sulla parete laterale del transetto destro è ammurata una lapide che ricorda la sepoltura della famiglia Zaccaria, esistente nella chiesa dal 1539.

Nella testata del transetto si eleva l'altare in pietra dedicato alla Madonna del Rosario che accoglie un bassorilievo in cartapesta di Raffaele Caretta del 1917. Ai lati dell'altare i medaglioni con le telette della Natività a sinistra e di San Vito a destra, dipinte da N.Anna nella seconda metà del XVIII secolo.

Procedendo in direzione dell'ingresso incontriamo la cappella dell'Addolorata che custodisce al di sotto dell'altare la statua di Cristo morto, trasportata durante la processione dei misteri del Venerdì santo, organizzata dalla Confraternita sin dal 1950.

La cappella dedicata al Crodifisso fu eretta nel 1780 dagli eredi di Agostino Cavallo sindaco di Ostuni nel 1645 a ricordo di quella che esisteva nella chiesa seicentesca.

La statua di Sant'Agostino che è collocata nella nicchia è stata realizzata nel XVII secolo ?

La controfacciata è occupata dalla grande tela raffigurante Mosè che spezza le tavole della Legge, buona riproduzione del più famoso dipinto di Luca Giordano della Chiesa a Napoli.