Brevi cenni della storia di Santa Maria
Lasciando
il paese e dirigendo a NO verso maestrale per le campagne in direzione della
vecchia confluenza del fiume Mannu e del Rio Leni, raggiungiamo il ponte che
unisce i due argini del fiume.
Improvvisamente, in lontananza, su un rialzo dei terreno, notiamo la presenza di
una piccola costruzione chiara: è il Santuario di Santa Maria, immerso nel
verde di alberi secolari di eucalipto e pioppi. Mano mano che ci avviciniamo,
scopriamo tutta la bellezza nel silenzio della sua solitudine.
Storicamente,
la chiesetta, apparteneva alla “Curatoria
di Gippi”, villa di Gurgo
De Sipollo, un piccolo
Nel
tempo ha subito numerosi cambiamenti, con l’ampliamento della navata e la
costruzione delle logge laterali per il riposo dei devoti.
Nel
1778 fu riedificata sulle rovine dell’antica chiesa ove furono rinvenuti
numerosi reperti.
Nel
1843, durante gli scavi per la costruzione della nuova sacrestia, furono
scoperte fondamenta di costruzione di civiltà nuragica, diverse tombe del
periodo punico (sculture e suppellettili), della civiltà romanica (vasche,
cisterne, stoviglie di vario colore), materiale attualmente custodito presso il
Museo Archeologico di Cagliari.
Nel
1955, durante le fasi del restauro, furono rinvenuti numerosi reperti di varie
epoche e monete. Gli ultimi interventi che hanno determinato l’attuale
situazione, risalgono ai primi anni del 1992 al 1999. Molte sono le
testimonianze che proverebbero che la chiesa di Santa Maria fosse centro di
culto, parrocchia principale del villaggio, le antiche costruzioni edificate
intorno alla chiesa come primo nucleo abitativo e che a poco a poco scomparvero
nei tempo per varie cause, principalmente le pestilenze. Altro motivo, che il
prebendato di Serramanna conservava la titolarità di Santa Maria.
La costruzione è tipica delle chiese campestri del meridione della Sardegna, con un ampio loggiato che si prolunga sui fianchi, l’interno ha un'unica navata, con copertura Iignea sorretta da archi.
Nell’anno
1992 la chiesa di Santa Maria è stata eletta a Santuario Diocesano
dall’Arcivescovo di Cagliari Mons. Ottorino Pietro Alberti e, in occasione del
Giubileo del 2000, designata come chiesa giubilare.
Bibliografia
“Itinerario
dell’isolo di Sardegna” Alberto della Mormora.
“Dizionario
Storico Statistico commerciale degli Stati di S.M. il Re” Angius - Cosolis.