Brevi cenni della storia di Santa Maria

 

Lasciando il paese e dirigendo a NO verso maestrale per le campagne in direzione della vecchia confluenza del fiume Mannu e del Rio Leni, raggiungiamo il ponte che unisce i due argini del fiume. Improvvisamente, in lontananza, su un rialzo dei terreno, notiamo la presenza di una piccola costruzione chiara: è il Santuario di Santa Maria, immerso nel verde di alberi secolari di eucalipto e pioppi. Mano mano che ci avviciniamo, scopriamo tutta la bellezza nel silenzio della sua solitudine.  

 

Storicamente, la chiesetta, apparteneva alla “Curatoria di Gippi”, villa di Gurgo De Sipollo, un piccolo villaggio scomparso nel tempo. La menzione più antica che conosciamo risale all’anno 1089, il Giudice Costantino di Lacon, figlio di Arzone, donava ai monaci dell’Abbazia di San Vittore di Marsiglia la Chiesa di S. Maria. Con l’arrivo degli Aragonesi in Sardegna, nel XIV secolo, la Chiesa di Santa Maria fu dedicata alla Madonna di Monserrato (la Vergine Morenita). lnizialmente, fu edificata sulle rovine di una costruzione nuragica (Nuraghe di Santa Maria) risalente al II millennio a.C., successivamente su un tempio romano.

 

Nel tempo ha subito numerosi cambiamenti, con l’ampliamento della navata e la costruzione delle logge laterali per il riposo dei devoti.

 

Nel 1778 fu riedificata sulle rovine dell’antica chiesa ove furono rinvenuti numerosi reperti.

 

Nel 1843, durante gli scavi per la costruzione della nuova sacrestia, furono scoperte fondamenta di costruzione di civiltà nuragica, diverse tombe del periodo punico (sculture e suppellettili), della civiltà romanica (vasche, cisterne, stoviglie di vario colore), materiale attualmente custodito presso il Museo Archeologico di Cagliari.

 

Nel 1955, durante le fasi del restauro, furono rinvenuti numerosi reperti di varie epoche e monete. Gli ultimi interventi che hanno determinato l’attuale situazione, risalgono ai primi anni del 1992 al 1999. Molte sono le testimonianze che proverebbero che la chiesa di Santa Maria fosse centro di culto, parrocchia principale del villaggio, le antiche costruzioni edificate intorno alla chiesa come primo nucleo abitativo e che a poco a poco scomparvero nei tempo per varie cause, principalmente le pestilenze. Altro motivo, che il prebendato di Serramanna conservava la titolarità di Santa Maria.

 

La costruzione è tipica delle chiese campestri del meridione della Sardegna, con un ampio loggiato che si prolunga sui fianchi, l’interno ha un'unica navata, con copertura Iignea sorretta da archi.

 

Nell’anno 1992 la chiesa di Santa Maria è stata eletta a Santuario Diocesano dall’Arcivescovo di Cagliari Mons. Ottorino Pietro Alberti e, in occasione del Giubileo del 2000, designata come chiesa giubilare.

 

Bibliografia

“Itinerario dell’isolo di Sardegna” Alberto della Mormora.

“Dizionario Storico Statistico commerciale degli Stati di S.M. il Re” Angius - Cosolis.