SANTA MARIA DI MONSERRADA

Questa festa è di importazione catalana: essa si riallaccia direttamente alla tradizione spagnola della Vergine di Montserrat, venerata da secoli nella Catalogna.

La Madonna invocata sotto questo nome, infatti, è lo miracolosa Madonna Morenita che, secondo la tradizione, sarebbe stata celata durante l’invasione araba nella Catalogna, in un anfratto della montagna di Montserrat, non lontano da Barcellona, prodigiosamente riscoperta dopo la Riconquista. Dalla Spagna la de­vozione di N. Signora di Monserrato si diffuse in tutto il mondo: specialmente in Sardegna e in tanti luoghi dove si estese lo potenza politica dei re di Spagna.

A parte la mortificazione che l’isola dovette subire per diversi secoli a causa della dominazione spagnola, bisogna pure riconoscere che quei feudatari promossero in Sardegna una rifioritura di vita religiosa, la cui testimonianza è dota dalle chiese di quel periodo e dalle devozioni riservate alla Madonna e ai Santi venerati in Spagna. Tra le altre devozio­ni era naturale che s’importasse il culto di N. Signora di Monserrato.

E così si stabilì questa devozione in tanti paesi della Sardegna che celebrano la festa con singolare fervore di fede e con grande solennità nel giorno 8 settembre, in memoria della Natività di Maria Vergine.Più che altrove, essa fiorì bella e suggestiva a Serramanna, Uta e Monserrato.

La sagra coincide cono la fine di una annata agraria e l’inizio dei nuovi lavori dei campi: si rinnovano i contratti di affitto e di mezzadria ma, soprattutto, è l’annuale appuntamento per rinnovare la devozione alla Ver­gine Santissima.

E tutta la popolazione di Serramanna che accompagna il simulacro alla chiesetta campestre che dista circa un chilometro dall’abitato dove, per tre giorni, sosta fino alla sera del rientro, “su rientru de sa Santa”. È un rito che ha conosciuto celebrazioni fastose nei tempi passati, quando numerosi fedeli affluivano anche dai paesi vicini e tutta la popolazione si recava con “is traccas” nelle campagne circostanti la chiesetta, per partecipare alle celebrazioni religiose e consumare lauti pranzi.

A Serramanna, comunque, si nota già un risveglio e un impegno nel segno della rivalorizzazione delle tradi­zioni popolari, per un ritorno agli antichi festeggiamenti in onore di Santa Maria. Protagonista dello festa è sempre la folla, una folla di fedeli e di gitanti che si portano alla chiesetta per assistere alle funzioni religiose ed invocare, con il canto dei “goccius” e con preghiere, la Vergine Morenita perché li pro­tegga dalle avversità della vita.