Sommario
Etimologia del nome di San Lussorio.
Note storiche sui primi martiri cristiani da
Nerone a Costantino.
Dopo la morte del Santo Lussorio.
Etimologia del nome
di San Lussorio
Etimologicamente il nome Lussorio
deriva da Luxuria, ed è un nome di umiliazione. Qualcuno per nobilitarlo, lo
riferisce a Lux oriens, luce che sorge, alba. Nel tempo però esso ha subito
molteplici mutamenti: Lusore, Lusciori, Lussurgiu e Rossore. Il Santo è
venerato in tutta l’isola e, inoltre, a Pavia, Pisa e Firenze.
Quando Gesù Cristo affidò
agli apostoli la missione di predicare il Vangelo in tutto il mondo, essi andarono
con gioia a portare il messaggio di Gesù Crocifisso, chiamando tutte le genti
ad entrare nel Regno di Dio.
Gli apostoli impartirono gli
ordini sacri a coloro che ritenevano degni: inserirono nell’apostolato buoni e
zelanti laici, bene istruiti nella fede. La religione cristiana poté così
diffondersi rapidamente, nonostante le feroci persecuzioni degli Imperatori.
Venne pure l’ora della redenzione
per la nostra Sardegna, dove l’idolatria era ancora praticata fra le
popolazioni.
La tradizione vuole che gli
stessi apostoli Pietro, Giacomo e Paolo, siano venuti di persona a predicare
qui in Sardegna la fede cristiana. San Pietro avrebbe ordinato sacerdote San
Clemente divenuto poi vescovo di Cagliari ed infine successore di San Pietro
nella cattedrale di Roma.
Il cristianesimo fu predicato in
Sardegna fin dai primi albori e le bufere di sangue scatenate dalla furia
infernale degli imperatori romani, in dieci terribili persecuzioni, da Nerone a
Diocleziano, per distruggerlo, si fece sentire qui come altrove.
A centinaia caddero gli eroi
della fede, in ogni tempo, e i loro nomi gloriosi sono scritti a carattere di
sangue nel libro della vita.
La più terribile persecuzione fu
quella di Diocleziano, di cui fu vittima il soldato di Cristo San Lussorio. Il
suo nome, acclamato e venerato in tutti i secoli, ha sempre suscitato nel cuore
dei suoi devoti, palpiti e fiamme ardenti di fede commossa e fiduciosa.
Purtroppo sono scarse le notizie che abbiamo sulla vita e le opere in terra del
Martire San Lussorio; questo è un fatto normale per tutti i martiri dei primi
secoli del cristianesimo.
Tanti tesori della Chiesa non
sono giunti a noi, sia a causa degli incendi continui dei libri e degli archivi
cristiani, durante le persecuzioni, sia per l’incuria degli uomini nel
tramandare i fatti.
Per noi Sardi poi, fu ancora più
difficile, perché i Saraceni, per oltre tre secoli, tutto devastarono ed
incendiarono. Dai pochi documenti che ci sono rimasti, possiamo però arguire la
grandezza morale di San Lussorio, per il suo zelo ed eroismo, dopo la
conversione al Cattolicesimo.
Egli appare come una stella di prima grandezza nel firmamento celeste della Chiesa Sarda.
Si ritiene comunemente che sia
nato a Cagliari, la sua nascita deve collocarsi nella seconda metà del III°
secolo e precisamente circa l'anno 270 d.C.
Apparteneva ad una famiglia
distinta, ma idolatra e fu quindi educato secondo i principi della religione pagana.
Il Cristianesimo intanto avanzava
con ritmo sempre più crescente, e la mente del giovane non poteva appagarsi
delle stranezze ed assurdità del paganesimo. egli dovette ricevere il primo
impulso non solo dai libri dei primi scrittori cristiani, ma soprattutto dalla
conversazione coi numerosi seguaci di Cristo che occupavano ormai tutti i
luoghi. Nel più bel fiore dei suoi anni, Lussorio abbracciò la carriera
militare e seppe distinguersi presto per equilibrio e per valore. Ai suoi tempi
la milizia, l'arte della guerra, era l'occupazione principale che abbagliava
molti giovani col miraggio di onore, gloria e facili ricchezze. Egli percorse
rapidamente i gradi della Milizia e doveva essere tenuto nella più alta stima e
considerazione se al momento della sua conversione, lo vediamo occupare il
posto di Guardia del Preside Romano.
La grazia di Dio, trovando
perfetta corrispondenza nell'animo di questo intrepido soldato, non tardò a
trasformare Lussorio idolatra in perfetto seguace del Cristo. La sua
conversione, secondo alcuni storici, deve attribuirsi in gran parte alla
lettura di un Salmo della Bibbia. Nessuna meraviglia! Il Signore può servirsi
di tutti i mezzi per attirare a sé un’ anima.
Certo egli ha dovuto compiere
degli sforzi generosi per venire in possesso del dono inestimabile della fede.
Diventa cristiano e si gloria di
esserlo. Sa ormai che la Milizia di Gesù è una Milizia ben più onorifica che
non sia quella dell'Imperatore. Egli adesso è Discepolo di una Dottrina venuta
dal cielo.
Ardente nella sua fede,
avvalendosi in principio della sua posizione e della sua divisa, poté penetrare
dappertutto e portare in ogni luogo la luce del Vangelo. Se il nome LUSSORIO
interpretato vuol dire "luce che sorge", egli fu davvero una nuova
luce ammirabile e feconda per fugare le tenebre dell'idolatria e suscitare un
popolo credente.
Egli diventa uno zelantissimo ed
infaticabile Apostolo della religione Cristiana. Una tradizione antica sostiene
che San Lussorio, dopo aver rinunciato a tutti gli onori della sua carriera
militare, si sia ritirato per qualche tempo in una grotta a Monteleone, dove
attendeva in solitudine alla preghiera e alla penitenza per meglio prepararsi
ai futuri combattimenti.
Molti giovani, uomini maturi,
andavano da lui come guida sicura al Regno di Dio. Ammaestra, incoraggia,
conforta; in tutti infonde l'ardore della fede, preparandoli alla lotta ed al
martirio.
Teneva le sorti dell’Impero
Romano Diocleziano, il quale, suggerito da Galerio, mosse alla Chiesa di Gesù una
guerra di sterminio. La persecuzione fu terribile per la durata ed il numero
dei martiri. Fu l’ultimo sforzo dell’Impero del male per rovesciare l’Impero di
Cristo. La feroce persecuzione si estese pure sulla nostra isola e i seguaci di
Gesù, gli Eroi, caddero a migliaia col nome di Cristo sulle labbra.
Lussorio, accusato come cristiano, fu caricato di catene e condotto alla presenza del Preside Delasio, probabilmente nella città di Fordongianus.
Non ci è stato tramandato il suo
interrogatorio, ma sappiamo che Lussorio non cedette alle lusinghe ed alle
minacce. La sua risposta fu quella di tutti i veri seguaci di Gesù, di tutti i
confessori della fede, di tutti i Martiri gloriosi del Cristianesimo: “SONO
CRISTIANO”.
Fu straziato in tutte le sue
membra, abbandonato poi come morto. Il Santo soffrì nel paese di Fordongianus il primo martirio dal
quale però non ebbe la morte. Si riprese nelle forze e continuò a predicare,
istruire ed incitare alla fermezza nella professione franca della religione.
Il Preside Delasio, pronunciò la
sentenza di morte; sentenza che venne eseguita nelle vicinanze di Cagliari,
presso Selargius.
San Lussorio, conscio di quello
che gli stava per accadere, si incamminò al luogo del supplizio con animo
sereno, contento. Lungo il cammino egli pregò e parlò della gloria del cielo;
dinanzi al carnefice chinò il capo e la spada lo colpì a morte.
Caddero con lui due adolescenti,
Cesello e Camerino, era l’anno 304 d.C. ed il sangue di questi Martiri
preannunciava il trionfo della Chiesa.
Pochi mesi dopo, scompariva Diocleziano e la Chiesa con Costantino avanzerà gloriosa e segnacolo di vittoria. Gesù, con il suo esercito di Santi Martiri vince e trionfa.
La
tradizione dice che di notte una certa Placida, col figlio Marco, avessero
raccolto le salme dei suddetti martiri per seppellirli in un orto nelle
vicinanze del porto di Cagliari, nel luogo dove poi sorse la Chiesa di San
Lucifero.
Nel
1080, i Pisani trasportarono le preziose Reliquie a Pisa. La reliquia più
insigne di San Lussorio, esiste tuttora nella Chiesa dei Cavalieri di Pisa. Una
parte delle reliquie si trova a Cagliari nella Cattedrale.
Il
sette Luglio 1979, l’Arcivescovo di Pisa Monsignor Benvenuto Matteucci, inviò
alla nostra comunità di Tortolì, una reliquia di San Lussorio “ex ossibus”, racchiusa
in una teca di rame dorata munita dei dovuti sigilli.
Questa
reliquia, conservata nella Cappella del Palazzo Vescovile, fu estratta il nove
Giugno 1890 dal busto reliquiario del Donatello che contiene il cranio del
Santo martire che si venera nella chiesa di San Stefano dei Cavalieri di Pisa.
In
data dieci Agosto 1979, su richiesta del parroco Don Mario Mereu, l’Arcivescovo
di Pavia Monsignor Giuseppe Angioni, inviò alla nostra comunità per le mani di
Professor Cattaneo, le sacre Reliquie di San Lussorio, Cesello e Camerino, con
rispettiva “Autentica”:
la Diocesi di Pavia invia alla terra natale dei detti Venerabili Martiri e precisamente alla Parrocchia
Sant’Andrea Apostolo di Tortolì, perché la loro venerazione si estenda, e in
tal modo tanto in Sardegna quanto a Pavia abbiano ad avere grazie e benedizioni
impetrate da questi eroici “Testimoni di Cristo”.
Tutto questo a Gloria di dio, a lode dei Santi martiri e a conferma
della fede del suo popolo, che nei tre Santi, potrà venerare d’ora in avanti
altri tre Protettori nel Cielo.
Sull’esistenza
storica del Martire Lussorio, nessun dubbio: abbiamo la testimonianza del
Martirologio Geronimiano (comm. 20, 21 ag. 25, 26 sett.), e di San Gregorio
Magno, che in una lettera del 599 d.C. ricorda l’esistenza in Sardegna di un
Monastero dedicato ai Santi Gavino e Lussorio. Il culto è sempre vivo e sulla
tomba fu costruita una Chiesa romanica; il nome però subì una trasformazione in
Lussurgiu.
Notizie
posteriori, la cui storicità non è verificabile, riferiscono che i Pisani,
quando occuparono la Sardegna, trasferirono alcune reliquie nei pressi della
loro città.
Questa
località corrisponderebbe a quella di
San Rossore, corruzione, secondo alcuni, del nome Lussorio = Luxorius =
Ruscorio = Rossore. Si parla anche di alcune reliquie a Pavia.
L’unico
testo che parli dei due fanciulli Cisello e Camerino è la narrazione
leggendaria.
Dato
che il Martirologio Geronimiano non ne fa cenno è da escludersi una relazione
diretta col martire Lussorio. D’altra parte, dato il silenzio delle fonti,
resta molto problematica la loro esistenza.
(da Biblioteca Sanctorum volume VIII – pag. 395).