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Storia della vita e della traslazione

 

LE ORIGINI

busto2.JPG (13365 byte)San Pardo, patrono di Larino , fu Vescovo di Corinto, città del Peloponneso (Morea nel medioevo,nell’attuale Grecia) all’epoca delle persecuzioni contro i cristiani. In quei tempi fu emanata una legge secondo la quale tutti i cristiani dovevano essere sottoposti alle più atroci torture e coloro i quali persistevano in tale dottrina venivano condannati a morte. Furono molti coloro che incuranti del pericolo rimasero fermi nella fede: uno di loro fu S.Pardo, Vescovo di Corinto.

 

LA SCELTA DELL’ESILIO

Notevoli furono le esortazioni, le ammonizioni, i rimproveri, i soprusi, le angherie che S.Pardo, in qualità di cristiano, fu costretto a subire. Quando tutto questo superò il limite della sopportazione e ritenendo che la sua opera evangelica fosse più proficua altrove, preferì abbandonare Corinto e scegliere la via dell’esilio.

Accompagnato da molti sostenitori si diresse a Roma per incontrare il Papa e metterlo a conoscenza della causa dell’esilio, suo e dei suoi compagni: con le lacrime agli occhi restituì al Romano Pontefice il vescovato del Peloponneso, chiedendo il permesso di potersi ritirare nella vicina Apulia (Puglia); il Papa esaudì tale richiesta affidandogli il compito di evangelizzare la Daunia.

S.Pardo scelse Lucera come sede definitiva del suo esilio, perché questa città dell’Apulia faceva parte della Magna Grecia, dove gli Elleni avevano fondato numerose colonie (Taranto, Brindisi, Bari, Lucera, Bovino ecc.): in questo modo si sarebbe trovato tra connazionali.

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Licenziatosi dal Papa, intraprese il lungo viaggio che lo avrebbe condotto a Lucera percorrendo la strada che da Roma portava ad Anxanum (Lanciano)e poi ad Histonium (Vasto). Costeggiando il mare Adriatico giunse ad Uscosiom (presso Termoli) da dove, risalendo e passando il fiume Biferno arrivò a LARINUM: da qui la strada finora percorsa si biforcava in una che portava a Gerione e a Roccacalena, e in un altra che conduceva nella città pugliese.

 

S.PARDO A LARINUM

A Larinum, S.Pardo si soffermò per tre anni prima di ripartire alla volta di Lucera; durante tale soggiorno praticò la parola del Vangelo contribuendo alla diffusione del Cristianesimo in Larinum.

Disegn~1.jpg (54203 byte)In questo periodo, attorno alla figura del fedele servitore del Signore, nacquero due leggende, secondo le quali si apprende che S.Pardo doveva essere un vecchietto robusto e di mediocre statura al quale mancava un pollice. Partito alla volta di Lucera e giunto in tale città ne divenne Vescovo; durante la sua opera evangelica trasformò in chiesa cristiana un tempio di Cerere dedicandolo alla SS.Madre di Dio, che divenne successivamente S.Maria della Spica e fondandone un’altra presso le mura della città.

Trascorse gli ultimi anni della propria vita nella meditazione, nella preghiera, nel digiuno, nella penitenza e nella malattia.

 

 

IN MORTE DI S.PARDO

Poco prima della sua morte, egli chiamò a sè coloro che lo avevano seguito nell’esilio e a loro disse:

"La mia vita sta per terminare, non vi lasciate intimorire dalle persecuzioni dei nemici di Dio, nè tanto meno sedurre dalle vane lusinghe della materia, ma amatevi come fratelli e continuate la missione di propagare il Cristianesimo: andate e predicate la parola del Vangelo….".

Così dicendo e mentre un pallido raggio di sole esaltava i lineamenti del suo viso, rese l’anima a Dio e salì al cielo per godere del premio concessogli per le sue eccelse virtù.

reliquie.JPG (24554 byte)Era il 17 ottobre del 261, altri sostengono che tale giorno e mese appartenevano all’anno 650.

I suoi discepoli lo seppellirono nel tempio di Cerere da lui trasformato in chiesa cristiana; lì rimase fino al 26 maggio dell’anno 842 e cioè fino a quando i Larinati, giunti a Lucera, girovagando nelle vicinanze delle sue mura e nelle campagne circostanti trovarono il sacro sepolcro.

Il 17 ottobre a Larino si ricorda l’anniversario della morte del Santo Patrono con una solenne processione durante la quale il sacro busto è portato a spalla per le strade del centro storico, percorrendo lo stesso itinerario compiuto dei carri il giorno 26 maggio.

 

PRIMIANO FIRMIANO E CASTO

Dopo la morte di S.Pardo, i discepoli non temendo le persecuzioni alle quali sarebbero andati incontro si sparsero nei dintorni di Lucera, nel Larinate e in quasi tutta la Frentania.

A Larinum, dove S.Pardo era stato alcuni anni prima della sua morte e dove già aveva contribuito alla diffusione della parola di Cristo, i suoi discepoli annunziarono il Vangelo con tanto fervore che furono tanti i Larinati che abbracciarono tale religione.

Mentre ciò accadeva, nelle province dell’Impero scoppiò l’ultima persecuzione contro i cristiani, forse la più violenta, durante la quale furono distrutte chiese, dati alle fiamme i libri santi,imprigionati tutti coloro che non volevano partecipare ai riti pagani e che se ancora ostinati nella loro fede verso Dio, dovevano essere condannati a morte.

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Anche Larinum risentì di queste terribili disposizioni: la Casa delle Assemblee, dove i primi cristiani si riunivano, fu abbattuta e tre fratelli seguaci di Cristo, Primiano Firmiano e Casto, furono imprigionati e condannati a morte, i primi due per decapitazione, mentre il terzo, il giorno seguente, fu dato in pasto ai leoni nell’arena.

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Era il 15 maggio dell’anno 303 o 305.

 

santannunziata.JPG (18550 byte)Attualmente le reliquie dei Santi Martiri Larinesi Primiano e Firmiano si trovano nella chiesa della SS.Annunziata di Napoli dove vennero condotti dopo la distruzione della città di Lesina.

 

 

LA TRASLAZIONE

Nell’anno 842 Larino venne invasa e distrutta dai Saraceni e gli abitanti sopravvissuti si dispersero nelle campagne circostanti abbandonando quello che rimaneva della città in balia di occasionali viaggiatori.

Fu così che gli abitanti di Lesina, indisturbati, trafugarono le reliquie dei Santi Martiri Primiano e Firmiano portandoli nella propria città.

I Larinesi, tornati nella città distrutta per ricostruirla scoprirono il terribile furto e, saputo che a commetterlo erano stati gli abitanti di Lesina, partirono alla volta della città pugliese con l’intento di recuperare il maltolto, anche con l’uso delle armi.

Appostandosi nelle campagne che circondavano i confini della città "nemica", alla ricerca di una posizione strategica e del momento opportuno per tentare l’assalto, si imbatterono in un sepolcro: apertolo trovarono il corpo di S.Pardo ancora intatto " mancante del solo pollice". L’insieme di circostanze e di coincidenze (probabilmente unite alla notorietà del Santo, dato che egli era stato a Larinum anni addietro) convinsero i Larinesi che era stato Dio ad averli guidati fino al sepolcro e che fosse Sua volontà che S.Pardo venisse portato a Larino per esserne il protettore.

I Larinesi della "spedizione", invasi da un profondo entusiasmo e incommensurabile gioia, presero un carro agricolo e lo ornarono di tantissimi fiori: legarono ad esso due buoi e caricarono la Sacra Spoglia per ritornare a Larino, dove S.Pardo fu custodito, inizialmente, nella chiesa dedicata alla S.Maria Madre di Dio.

basso rilievo.JPG (26437 byte)   Era il 26 maggio dell’anno 842.

La leggenda narra che all’ingresso della città, i buoi caddero sfiniti a terra: fu così che il boaro conduttore del carro pregando S.Pardo affinché aiutasse loro a terminare il viaggio, come ispirato, praticò un foro in terra con il proprio bastone e da esso sgorgò dell’acqua con la quale i buoi poterono dissetarsi, recuperare le forze e riprendere il cammino.

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Nacque così la Fonte di S.Pardo, ben visibile ancora oggi.

 


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