Santa Dorotèa , vergine e martire
(† Cesarea di Cappadocia 310 circa).
Secondo una Passio leggendaria, fu arrestata durante la persecuzione di Diocleziano, torturata e condannata alla decapitazione. Mentre veniva portata al luogo del supplizio incontrò un giovane di nome Teofilo che, schernendola, le domandò dei fiori e dei frutti del giardino del suo sposo celeste. Dorotea glieli promise e infatti un fanciullo portò un cesto di fiori e di frutti a Teofilo, che si convertì. Per questo grazioso episodio Santa Dorotea, fin dal Medio-evo, è venerata come speciale patrona dei fiorai e dei fruttivendoli.
Le reliquie di Santa Dorotea arrivano in Europa agli inizi del secondo millennio della Storia Cristiana, tanto che autorevoli scrittori del secolo XIII possono richiamarne il culto ormai diffuso in Ger-mania, Francia, Portogallo ed in altre quindici località italiane; a Roma - Trastevere, in particolare richiamano reliquie e culto di Santa Dorotea le chiese di Santa Maria, San Pietro in Montorio, i SS. Quattro, l'antica chiesa di San Silvestro. Il tutto, però, già con l'Anno Santo del 1500 si riannoda attorno alla chiesa di San Silvestro, dove il Rettore Giuliano De Datis ne cura la traslazione, componendo i resti sopra un cippo funerario, di epoca romana, ancora conservato nella Sacrestia della Chiesa che, dal secolo XVI viene parimenti titolata ai SS. Silvestro e Dorotea.
Molto venerata in Germania, le sue immagini sono frequenti nell'arte tedesca dei secoli XV e XVI: vi sono varie sculture nel Museo di Berlino, in quello di Friburgo/Br.e nella Marienkirche di Wùrzburg; dipinti e tavole di scuola sveva

Dorotea è descritta in una diffusa iconografia, a partire dal secolo XIV: essa appare in aspetto giovanile, il capo cinto da una corona adorna di fiori; talvolta è presso di lei un bambino che offre un cesto di fiori.

Si festeggia il 6 febbraio.

del secolo XV a Karlsruhe e la tavola di Holbein il Vecchio nel Museo di Augusta, ove è raffigurato il martirio della Santa. In Italia abbiamo un celebre polittico di Ambrogio Lorenzetti a Siena e una tavola del secolo XIV nel Museo di Pisa. Bernardino Luini la raffigura con la palma del martirio e un libro nella chiesa di S. Maurizio a Milano; Carlo Dolci ne raffigurò il martirio in un dipinto oggi a Darmstadt.