Parrocchia Sant'Agnese dei Padri Monfortiani - Diocesi di Matera-Irsina
Padre Basilio Gavazzeni (parroco)  - Padre Severino Donadoni (vice parroco)
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POESIE MARIANE DI PAUL CLAUDEL

      Data ultima modifica: 25/01/2004 16.54.21                                                                                                                    Home Page

La Vergine a mezzogiorno      

 

E’ mezzogiorno. Vedo la chiesa aperta. Bisogna entrare.

Madre di Gesù Cristo, non vengo a pregare.

 

Non ho niente da offrire e niente da domandare.

Vengo solamente,  Madre, a vederti.

 

Vederti, piangere di felicità, sapere questo

Che sono tuo figlio e tu sei qui.

 

Solamente per un momento mentre tutto si ferma. Mezzogiorno!

Stare con te, Maria, in questo luogo dove tu stai.

 

Non dire niente, guardare il tuo viso,

Lasciare cantare il cuore nel linguaggio che gli è proprio,

 

Non dire niente, ma solamente cantare perché si ha il cuore troppo pieno.

Come il merlo che segue la sua idea in quelle specie di strofe improvvise.

 

Perché sei bella, perché sei immacolata,

La donna finalmente ristabilita nella Grazia,

 

La creatura nel suo onore primo e nella sua fioritura ultima,

Com’ è uscita da Dio nel mattino del suo splendore originale.

 

Intatta ineffabilmente, perché sei la Madre di Gesù Cristo,

Che è la verità fra le tue braccia, e la sola speranza e il solo frutto.

 

Perché sei la donna, l’ Eden dell’ antica tenerezza dimenticata,

Il cui sguardo trova subito il cuore e fa sgorgare le lacrime accumulate,

 

Perché mi hai salvato, perché hai salvato la Francia,

Perché anch’ essa, come me, per te fu la cosa alla quale si pensa,

 

Perché nell’ ora in cui tutto traballava proprio allora  sei intervenuta,

Perché hai salvato la Francia ancora una volta,

 

Perché è mezzogiorno, perché siamo in questa giornata che è oggi,

Perché sei qui per sempre, semplicemente perché sei Maria, semplicemente perché esisti,

 

Madre di Gesù Cristo, sii ringraziata.

 

La Vergine di Brangues   

 

Sto ai suoi piedi e prego.

Ma non si può dire che lei mi guardi o che mi ascolti.

Riflette.

Come si dice che un’ acqua calma e pura riflette.

Chi mi ascolta è il bambino che tiene sul suo braccio sinistro. Lui ha l’ orecchio che è rivolto verso la mia parte.

Il suo cuore batte…

E la prova che batte è la lunga mano della madre che si è allungata sopra e che l’ ascolta.

Lei l’ ascolta ascoltarmi.

Ma la mano del bambino a sua volta è posata sul braccio di sua madre.

Sull’ arteria materna.

La Vergine di Brangues è una Vergine che funziona.
Mi sono introdotto in un sistema in pieno funzionamento.

 

La Vergine che ascolta

 

Nella chiesa del mio villaggio di Brangues c’ è la cappella del castello:

E’ là che vado ogni giorno alle cinque perché fa troppo caldo.

Non si può passeggiare sempre, allora tanto vale portarsi nella casa del buon Dio.

Fuori il sole si esibisce a squarciagola, e si potrebbe credere che urlando la strada attraverso la piazza gridi: Al fuoco!

Ma, dentro, la Santa Vergine davanti a me per me, lei è fresca e pura come un ghiacciaio,

Tutta bianca con il figlio tutto bianco nella bella veste tanto lunga che non gli si vede che la punta dei piedi.

Maria ! allora questo grosso imbecille, ancora una volta, è qui tutto traboccante di ansie e desideri!

Ah! non avrò mai abbastanza tempo per le cose che ho da dirti!

Ma lei, gli occhi bassi, con un viso serio e tenero,

Guarda le parole sulla mia bocca, come chi ascolta e si prepara a comprendere. 

 

L’ Ausiliatrice

 

Il ragazzo malmesso consapevole che nessuno va fiero di lui e non è molto amato,

Quando per caso uno sguardo più benevolo si posa su di lui,

Arrossisce tutto e si mette a sorridere spavaldamente, per non piangere.

Alla stessa maniera in questo mondo malvagio gli orfani e gli esclusi,

Quelli che non hanno soldi, quelli che non hanno né cultura né spirito,

Come fanno a meno di tutto, fanno a meno anche di amici.

I poveri si aprono poco, ma non è impossibile conquistarne il cuore.

Basta prestare loro attenzione e trattarli con un po’ di rispetto.

Povero, accetta dunque questo sguardo, prendi la mia mano, ma non fidarti.

Presto sarò fra quelli della mia specie e a te penserò poco.

Non c’ è amico sicuro per un povero, a meno che non trovi uno più povero di lui.

Perciò, esausta sorella vieni e guarda Maria.

Povera donna il cui marito beve e i figli sono fragili,

Quando non ci sono i soldi per l’ affitto e si desidera essere morti,

Ah, quando tutto vi manca e si è tanto tanto sventurati,

Vieni in chiesa, taci, e guarda la Madre di Cristo!

Quale che sia il sopruso contro di noi e per quanto grande la miseria,

Quando i figli soffrono è ancora più doloroso essere la Madre.

Guarda Colei che sta qui senza lamento e senza speranza,

Come un povero che trova uno più povero e tutti e due si guardano in silenzio.

 

La Vergine di Moissac 

 

Non è mica perché uno è  il figlio di Dio che il latte di questa madre non è buono!

Con una mano lui già si riserva il seno a destra, e il seno sinistro per il momento si può dire che abbia a che fare con un ghiottone!

Da un’eternità questo frutto era desiderato da lui.

Meravigliatevi che ora vi si butti sopra come per divorarlo!

Lei freme fino in fondo alla sua carne e nello stesso tempo con tutte le forze mantiene lo spietato lattante.

Lei grida e ride piano e dice che questo è spaventoso e bello!

E’ al suo cuore direttamente che lui mira tramite tale bottiglia.

E’ attaccato alla sua anima, mangiare, mangiare e bere per lui, mangiare e bere sono la stessa cosa!

Lei non aveva che da dire Sì e, quando lui si getta sopra,

Non è la pietà che bisogna aspettarsi dal Bambino Gesù!

Tutt’a un tratto l’ha finita, eccolo si abbandona impetuosamente contro la sua spalla,

Ha voglia di guardarla, e però, questa mamma umana, quanto è spassosa!

Anche lei lo guarda, e infatti quanto è spassoso questo figlio che fra le sue braccia condivide con Dio Padre!

Lei sorride, e lui, al vederla pronta a ridere, si mette a ridere a crepapelle.

 

L’ invito a dormire

 

 Povero ragazzo ai miei piedi su questo letto di tortura

 Voglio avvolgerti nel mio mantello d’ azzurro !

 

 Se la tua fronte scotta e le tue labbra sono secche,

 Se hai sete, voglio recarti dell’ acqua fresca !

 

 E se dici che non puoi dormire,  prova !

 Quando uno mi dice sì, non se ne pente mai !

 

 Non è possibile lottare, si è vinti,

 Tutto è finito e il male non esiste più.

 

 Il male si è dileguato sotto il mio alito d’ azzurro,

 Sia pure una piccola fitta al cuore, un lieve morso.

 

  La Santa Madre di Dio: v’è un altro rifugio?

  Ogni aspirazione lo rende meno difficile.

 

  Il mio braccio attorno a te, il mio bacio sulla tua fronte,

  Ogni sforzo è seguito da un sospiro più profondo.

 

  Làsciati fare ! Senti battere il mio cuore ! Dunque, è vero !

  Nessuno più ci strapperà l’ uno all’ altro ! Conosci

 

  Più misterioso della notte, più sconfinato della sabbia,

  Un sonno tanto profondo che è inevitabile.

 

 Preghiera per la scarpina di raso

 

Vergine, patrona e madre di questa casa,

Garante e protettrice di quell’ uomo dal cuore meno impenetrabile per te che per            

 me, e  compagna della sua lunga solitudine,

Allora se non è per me, sia per riguardo a lui,

Dal momento che il vincolo fra lui e me non è stato opera mia, ma tua volontà interveniente:

Impediscimi d’ essere una causa di corruzione per questa dimora di cui custodisci l’ ingresso, augusta portinaia!

Di mancare al nome che mi hai dato da portare, e di non essere più onorabile agli occhi di quelli che mi amano.

Non posso dire che capisco l’ uomo che hai scelto per me, ma capisco che tu sei madre sua come mia.

Allora, mentre è ancora tempo, tenendo il cuore in una mano e la scarpina nell’ altra,

Mi rimetto a te! Vergine madre, ti dò la mia scarpina! Vergine madre custodisci nella tua mano il mio sciagurato piedino!

Ti avviso che fra poco non ti vedrò più e sto per fare tutto contro di te!

Ma quando tenterò di slanciarmi verso il male, sia con un piede zoppo!

E quando vorrò oltrepassare la barriera che hai eretto, sia con un’ ala tarpata!

Ho terminato ciò che potevo fare, e tu custodisci la mia povera scarpina,

Serbala sul tuo cuore, o grande Mamma terribile!