Da corpo di sconfitto guerriero
Da corpo di sconfitto guerriero, albero
sulle cui braccia balzavano in volo
aerei primati, fuoriesce la terra
a fecondarsi dei semi in baccelli simili a spade,
perché nella notte dei sud finiscono
molte vite, senza più fatica,
senza più paura di essere rapite dalla strega
che da tempo brucia sogni di stelle di agosto.
La terra conosce le sue morti:
dall'impurità degli odori e dei voli, neri
sui fiumi neri di schiuma;
dalla neve che si strugge in valanghe
allineando lame di granito
su buie depressioni;
dai lunghi
cortei in nero delle formiche verso città in rovina;
dalla durezza dell'acciaio più ideologico
e più saturo di esplosioni identificabili
in aviogetti di stelle come croci nei cimiteri degli ignoti.
E quando il corno invisibile
vibra di suono magmatico e ancestrale
annunciando un gregge di nuvole vagante ai confini
della sera, maternamente incide i giorni delle fecondazioni
in arboree venature circolari. Quindi,
la sua resistenza affida
a non ancora violati alvei.
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