Franco
Santamaria / Un angolo della tela
di Adriana Ricci
Tre sono
le chiavi di lettura per penetrare nell’arte di Franco Santamaria: una
tematico-contenutistica, l’altra grafica e l’altra pittorico-tonale.
Quella
tematico-contenutistica è la figura umana dominante nelle sue opere e
usata sempre con diverse simbologie; quella grafica è l’ambiente che
circonda i personaggi, irreale, molto articolato nella composizione e
anch’esso ricco di elementi simbolici. La terza chiave, quella
pittorico-tonale, sono quei colori freddi che prevalgono, tesi a creare
atmosfere surreali e, spesso, angosciose.
Tema
dominante, dunque, la figura umana, appena accennata e confusa o
estremamente precisa, plastica e vibrante nelle fasce muscolari più
scolpite che dipinte; sono figure sofferenti, a volte grottesche nelle
maschere da clown, o sognanti e pensierose, ma sempre nude, nude ma non
oscene, in quanto simbolo di una nudità spirituale, della solitudine e
della inerme debolezza dell’uomo espressa con la nudità del corpo;
sono, pur nella loro realtà, rappresentazioni puramente interiori , quasi
proiezioni d’un vagabondaggio di memoria e di anima.
Anche i
paesaggi che fanno da contorno alle figure rispettano questo vagabondare
dell’anima dell’artista: rupi solitarie, chiostre di monti dalle cime
irradiate di sole in contrasto con profonde oscurità, scheletri di
alberi, muri diroccati, scenografie surreali e cariche di elementi
inaspettati e allegorici, segno di una fantasia vasta e pensosa che
diventa anche estenuata fantasticheria.
Il mondo
di Santamaria è un mondo onirico evidenziato dai toni pittorici
dominanti, dai colori spesso freddi ma ricchi di sfumature, di sensibilità
tonali a volte impercettibili, a volte violente; è un mondo pieno di
umana solitudine spesso sopraffatto da una angoscia che diventa arte e
poesia.
Nelle opere
di questo pittore l’ispirazione e il vigore creativo s’impossessano
della tecnica con la quale stabiliscono un sensibile equilibrio.
Le sue tele
sono stati d’animo espressi con forme e colori accattivanti.
Ci troviamo
al cospetto di un pittore che fonda il proprio assunto poetico su una
realtà trasfigurata dalla sua personale visione del mondo e della vita
con le sue angosce e i suoi timori.
Però, egli
lascia una via d’uscita: un angolo della tela senza colore! |
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