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La Chiesa |
di Don Michele Bellino
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I cristiani
né per regione, né per voce...
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"I cristiani
né per regione, né per voce, né per costumi sono da
distinguere dagli altri uomini.Infatti, non abitano
città proprie, né usano un gergo che si differenzia,
né conducono un genere di vita speciale.Vivono nella
loro patria, ma come forestieri;partecipano a tutto come
cittadini e da tutto sono distaccati come stranieri.Ogni
patria straniera è patria loro, e ogni patria è
straniera." (A Diogneto V, 1-2.5).L'autore del II
secolo, dello scritto A Diogneto, così si esprime del
mistero cristiano presente nel mondo.Le uniche parole in
riferimento alla causa del vivere cristiano sono:
"il testimoniare un metodo di vita sociale mirabile
e indubbiamente paradossale".In questa prospettiva
si può comprendere il senso che ha caratterizzato,
l'Anno di grazia del Giubileo del 2000. Giubileo richiama
il giubileo e la gioia per la salvezza che ci è data in
Cristo, Figlio di Dio, venuto tra gli uomini. |
Perciò la
Chiesa, in quest'anno ha voluto compiere un atto di fede in Gesù
Cristo, suo Signore e suo Salvatore.È Cristo la porta nella
quale si entra nell'ovile che è la Chiesa. Il Signore Gesù,
infatti, diede inizio alla sua Chiesa predicando la buona
novella, cioè l'avvento del Regno di Dio. (cfr. Mc. 1,
15).Riprendendo alcune espressioni del documento Conciliare della
Lumen Gentium al n. 5 si può naturalmente esprimere: "La
Chiesa perciò, fornita dei doni del suo fondatore e osservando
fedelmente i suoi precetti di carità, umiltà e abnegazione,
riceve la missione di annunziare e instaurare in tutte le genti
il Regno di Cristo e di Dio, e di questo Regno costituisce in
terra il germe e l'inizio".È questo il frutto di grazia che
scaturisce con evidenza dall'esperienza giubilare dell'intera
Chiesa Universale ed anche dalla conclusione del nostro Sinodo
Diocesano.Ciascuno di noi, per mezzo del lavacro rigeneratore del
Cristo, è chiamato ad appartenere al Regno di Dio nel Corpo
ecclesiale, pregustando i beni di salvezza promessi.Come Cristo
ha dato se stesso per renderci santi ed immacolati, così siamo
chiamati ad intraprendere la stessa via per comunicare agli
uomini di ogni luogo e tempo, "la chiave, il centro e il
fine dell'uomo, nonché di tutta la storia umana" (cfr.
Tertio Millenio Adveniente, 59).Cristo è con noi, tutti i
giorni, fino alla fine del mondo (cfr. Mt. 28, 20).Egli che è
venuto a cercare e salvare ciò che era perduto, abilita anche
noi a circondare di amorevole cura tutti coloro che sono afflitti
dalle umane debolezze, riconoscendo nei poveri e sofferenti
l'immagine del Cristo, intendendo servire solo Lui.È dalla gioia
del Signore morto e risorto, che si trova forza per vincere con
pazienza ed amore le interne ed esterne afflizioni e difficoltà,
svelando al mondo, con fedeltà anche se non perfettamente, il
mistero del Dio fattosi uomo.