prevalenza di media montagna
e colline, è la terra più antica dell'Italia geologicamente stabile .la sua
formazione risale al Paleozoico anche se ritroviamo alcune parti come Capo
Spartivento e forse il Marghine che risalirebbero al Precambriano.
L'origine del
nome dell'isola (che già i romani chiamavano Sardinia) non è chiara. I greci, per
la sua forma simile all'orma di un piede, la denominavano invece Ichnusa (cioè
"orma"); tra le più accreditate ipotesi del termine Sardinia si
ricordano la derivazione da Sardo, un mitico condottiero – o addirittura un
figlio di Ercole – che l'avrebbe conquistata capeggiando un gruppo di libici.
Nemmeno l'origine e la provenienza dei primi abitatori
dell'isola sono state definitivamente chiarite.
Tra le isole
minor della regione i, ricordiamo la
Maddalena (20,1 km2) e Caprera (15,8 km2) a nord-est, l'Asinara (50,9 km2) a
nord-ovest, Sant'Antioco (108,9 km2), che è in effetti unita alla terraferma da
un istmo di 5 km, e San Pietro (51,3 km2) a sud-ovest. La Sardegna è tra le
regioni italiane meno popolate, sia in valori assoluti (con 1.659.300 abitanti)
sia quanto a densità (69 abitanti per km2, quasi un terzo della media
nazionale, che è di 190).
Territorio
L'isola ha
grosso modo la forma di un quadrilatero, con una lunghezza da nord a sud di
circa 260 km e una larghezza da ovest a est di 120 km; i quattro punti estremi
sono capo Falcone a nord, capo Teulada a sud, capo Comino a est, capo
dell'Argentiera a ovest. Essa presenta una certa simmetria tra i versanti
opposti, con quattro maggiori insenature, una su ciascun lato: il golfo
dell'Asinara a nord, il golfo di Cagliari a sud, il golfo di Orosei a est, il
golfo di Oristano a ovest.
Lo sviluppo costiero
è notevole, circa 1400 km; rari sono i buoni porti naturali: le coste sono per
tre quarti alte e rocciose, per lunghi tratti rettilinee. Queste morfologie
predominano lungo i litorali settentrionali e orientali, mentre in quelli
meridionali e occidentali sono più frequenti le orlature sabbiose, a volte
chiuse da cordoni di dune. L'altezza delle ripe varia anche notevolmente, ed è
comunque in rapporto con l'entità del rilievo retrostante: nel golfo di Orosei
vi sono scogliere a strapiombo di oltre 400 m, e una ripa presso il capo di
Monte Santo tocca persino i 757 m. Celebri le rosse scogliere di porfido del
golfo di Arbatax, subito a sud del golfo di Orosei.
Altri due
aspetti interessanti delle coste sarde sono la bellezza grotte, assai
numerose là dove ci sono formazioni calcaree soggette al carsismo, e le
insenature profonde, a imbuto, simili a fiordi (le cosiddette "coste a
rías", antiche valli fluviali poi sommerse e quindi occupate dal mare),
numerose nella regione nordorientale dell'isola, la Gallura.
Il rilievo
della Sardegna è totalmente diverso da quello del resto d'Italia. Le rocce cristalline su cui poggia l'isola
sono paleozoiche e quindi(che in un remotissimo
passato era unita alla Corsica) erano già emerse quando non vi erano ancora né
le Alpi né gli Appennini.Nonostante questo gli imponenti movimenti
crostali dell'era terziaria o cenozoica da cui tali sistemi montuosi trassero
origine, ebbero ripercussioni anche in Sardegna, determinando la formazione di
massicci isolati derivati dalle fratturazioni dei preesistenti rilievi.
A causa
dell'attività erosiva durata milioni di anni l'isola manca
di catene montuose, di vette elevate, di scarpate profonde, di valli
incassate; è un paesaggio "appiattito" (l'altitudine media non supera
i 500 m). Predominano le
distese collinari (67,9% del territorio); il 18,5% è formato da pianure,
sicché le aree montane corrispondono ad appena il 13,6% della superficie
insulare. Inutile dunque cercare nell'isola un andamento unitario nel rilievo.
Il massiccio più elevato è il Gennargentu, situato nella sezione
centrorientale, che tocca nella punta La Marmora (1834 m) la massima elevazione
della Sardegna. Più a nord una serie di rilievi forma una specie di
allineamento trasversale, da sud-ovest a nord-est, che la valle del fiume Tirso
separa dal massiccio centrale, e che può considerarsi costituito dalla catena
del Marghine-Goceano e dai monti di Alà; le quote massime si aggirano sui 1200
m. Più a nord e più isolato, si eleva il massiccio granitico del Limbara (1362
m).
Nella parte
meridionale della Sardegna i gruppi montuosi di maggior entità, separati
dall'ampia pianura del Campidano, sono a ovest i rilievi dell'Iglesiente,
paragonabili a una serie di piccoli massicci che culminano nei 1236 m del monte
Linas, e a est un vasto tavolato che tocca i 1069 m nella punta Serpeddi. Antico
braccio di mare poi colmato, il Campidano forma una pianura di notevole
estensione (circa 2000 km2) e rappresenta un elemento morfologico nettamente
contrapposto a quello dominante della Sardegna. Il Campidano attraversa infatti
da nord-ovest a sud-est (cioè con andamento opposto a quello del
Marghine-Goceano-monti di Alà) l'intera Sardegna centromeridionale, creando una
specie di corridoio tra il golfo di Oristano e il golfo di Cagliari.Meno
estesa ma di analoga origine è la pianura della Nurra, nell'estremo nord-ovest
dell'isola, tra il golfo dell'Asinara e quello di Alghero. Le altre pianure sono di esigue dimensioni.
La distribuzione
irregolare del rilievo è all'origine di una idrografia frammentata, povera di
fiumi importanti; inoltre la natura dei suoli, che per metà è impermeabile e
quindi impedisce la formazione di ricche sorgenti sotterranee, aggiunta alla
concentrazione delle piogge in un solo periodo dell'anno, rendono il regime dei
corsi d'acqua fortemente variabile. Tutti i fiumi sardi hanno, quindi, carattere
torrentizio, con piene primaverili, alle quali si contrappongono magre estive
anche assolute. Durante le piene le acque erodono facilmente i suoli, spesso
impoveriti di copertura vegetale, e trascinano una cospicua massa di detriti,
che si depositano nelle zone pianeggianti, costiere e interne; si formano così
con facilità e frequenza aree paludose, oggi tuttavia in larga misura
prosciugate.
La Sardegna è
la regione italiana nella quale sono state realizzate, mediante dighe e bacini
artificiali, le più imponenti opere di regolamentazione dei corsi d'acqua;
mediante uno sbarramento sul Tirso è stato creato, nel 1923, il lago Omodeo,
con una superficie di 22 km2, che è il più vasto lago artificiale d'Italia.
L'isola ha solo tre fiumi
ampi di bacino: il citato Tirso (150 km di
lunghezza e 3100 km2 di bacino idrografico), il Flumendosa e il Coghinas. Il
Flumendosa nasce dal Gennargentu, volge per 127 km con direzione prevalente
verso sud, dopo essere stato sbarrato da dighe in più punti, e sfocia nella
costa sudorientale dell'isola. Il Coghinas (123 km di lunghezza) ha origine
invece dai monti di Alà, si dirige verso nord-ovest, forma quindi il lago
artificiale omonimo (17 km2) e sbocca infine nel golfo dell'Asinara.
Clima e ambiente
La Sardegna ha un
clima mediterraneo; gli influssi del mare si avvertono pressoché
ovunque nell'isola, anche se, come è naturale, si indeboliscono col procedere
verso l'interno. La regione è sottoposta all'influsso di due determinanti
correnti d'aria: alla fine dell'autunno prevalgono i venti temperati e umidi
provenienti dall'Atlantico, cioè da nord-ovest, all'inizio della primavera
quelli caldi e asciutti provenienti dall'Africa, cioè da sud. Ne deriva che le
aree che ricevono maggiori precipitazioni sono quelle nordoccidentali, mentre le
regioni più aride sono quelle meridionali.
Mitigate dal mare,
le temperature hanno medie abbastanza contenute, sia estive sia invernali; la
media annua si aggira in quasi tutta la regione tra i 14 °C e i 18 °C . Le
temperature estive più elevate (medie sui 30 °C) si registrano in alcune
conche interne (con massimi anche superiori ai 40 °C), mentre nelle fasce
costiere si aggirano sui 24 °C; le medie invernali sono di 9-10 °C sulle
coste, ma scendono fino a 0 °C sulle sommità del Gennargentu.
Le piogge si
concentrano tra novembre e dicembre, mentre sono pressoché assenti in luglio e
agosto; nel resto dell'anno l'andamento è molto irregolare. Le precipitazioni
complessivamente non sono scarsissime: passano dai 500-600 mm annui nelle aree
pianeggianti, ai 700-800 mm sui primi rialzi collinari dell'entroterra; al di
sopra dei 900 m di quota si superano in genere i 1000 mm di precipitazioni, che
alle alte quote assumono anche forma nevosa. Nel piano superiore del Gennargentu,
cioè al di sopra dei 1500 m d'altezza, il manto nevoso dura alcuni mesi.
Tra gli
elementi climatici di rilievo va aggiunta la ventosità; con maggior frequenza
in inverno, ma saltuariamente anche nelle altre stagioni, soffia con molta
violenza il maestrale, un vento freddo che proviene da nord-ovest.
La Sardegna,
anche a causa del suo scarso popolamento, ha conservato intatti fino a oggi
numerosi suoi aspetti naturali originari, molti dei quali,
salvaguardati dalla stessa insularità, dal distacco dell'isola nei confronti
sia dell'Africa che dell'Europa. Spesso il paesaggio appare selvaggio,senza presenza umana; in taluni punti
laSardegna risulta di una bellezza e di una
suggestione rara nell'area mediterranea. Di recente però diverse zone,
soprattutto costiere, come la cosiddetta Costa Smeralda, hanno subito
aggressioni devastanti da parte di imprese esterne che hanno riempito i tratti
litoranei più belli con un numero eccessivo di insediamenti e costruzioni
(alberghi, seconde case, villaggi turistici ecc.).
La storia
geologica dell'isola, con la sua antichità e il protratto isolamento dalle
masse continentali, sia d'Europa sia d'Africa, ha determinato assolute
particolarità per quanto riguarda la flora e la fauna, che andrebbero protette
con molta attenzione. Comunque, e pur se con un certo ritardo rispetto ad altre
regioni d'Italia, alcuni degli ambienti naturali più significativi e rari sono
stati salvaguardati o stanno per essere sottoposti a tutela. Tra
le principali aree protette, il parco nazionale del Gennargentu, la riserva
naturale dell'isola di Caprera, la riserva naturale di Capo Caccia, il parco
naturale della penisola del Sinis (sulla costa occidentale) e la riserva
naturale dello Stagno di Molentargius, in prossimità di Cagliari, in cui vivono
grandi colonie di uccelli acquatici.