All'architettura in grande dei nuraghi si uniformarono le "tombe di giganti" veri e propri mausolei per sepoltura di famiglie eminenti. In questo periodo nacquero i monumenti funerari  chiamati dalla fantasia popolare, per le loro dimensioni ciclopiche, Tombe dei giganti che potevano contenere fino a 200 defunti, di cui quella di S’Ena ‘e Thomes è una delle meglio conservate.

 

Sono strutture monumentali, di pianta rettangolare absidata, precedute da larghe esedre semicircolari o rotonde per le cerimonie funebri: nell'interno lunghe celle a pareti aggettanti. L’ingresso è costituito da una stele centinata, con un enorme lastrone di pietra accuratamente decorato e lavorato, la cui parte inferiore potrebbe rappresentare la via terrena, mentre quella superiore  simbolizzerebbe il cielo e la divinità.
Sopra, la tomba dei giganti di S'Ena 'e Thomes

La pianta dell’edificio, simile ad una testa di bovino le cui corna sono costituite da un muro a semicerchio che si trova ai lati dell’ingresso, suggerisce un’immagine di un Dio Toro che i nuragici continuavano a venerare insieme alla dea Madre. 

Le divinità sono anche rappresentate da pietre a forma conica, i bétili,  conficcate nel terreno con una forma apotropaica.

A lato: stele centrale della tomba dei giganti di Coddu Vecchiu (Arzachena)

 

Col passare del tempo , nella costruzione delle tombe, le steli vennero sostituite dai filari litici ma la pianta rimase sostanzialmente la stessa e, cosi’ pure, la funzione di culto e di preghiera. 

 

Nell'evoluzione temporale dal 1900-1800 a.C., acquistano figure diverse. Le più remote, di rozza fattura, mostrano un'alta stele ricurva. Le più recenti (1300- fine del II millennio), in pietra tagliate a squadro, presentano la camera a sezione ogivale coperta da una sovrastruttura a barca che simboleggia il trapasso dei defunti nell'aldilà. 

Qui a fianco: particolare dell'interno della tomba di Coddu Vecchiu

 

Mantengono un orientamento astronomico, rituale, in quanto tutte stanno esposte verso la regione di sud-est, talune rivolte sui punti di levata della luna, altre guardano verso altre stelle.

 

Veduta della tomba di Li Lolghi (Arzachena)