IL MANIFESTO 11 Gennaio 2001
Due gemelli contesi tra Francia e Italia
Lei, ricca e potente, la spunta dopo averli
abbandonati. Lui, emigrato oltralpe, si vede arrivare la polizia in casa
CINZIA GUBBINI - ROMA
Forse Lucio Congiu ce la farà a rivedere i suoi figli, Antonin e
Charles. Ieri la Corte di Cassazione ha deciso di integrare nel processo la testimonianza
del pubblico ministero del tribunale di Sassari che si espresse a suo favore e contro la
decisione di rimandare i bambini in Francia. Una storia lunga e complessa, con molti lati
oscuri questa. Inizia con un mandato di cattura internazionale, e poi la polizia che
piomba nella casa di Lucio a Porto Torres per strappargli i bambini dalle braccia. Da quel
giorno, il 14 aprile 2000, non ha più visto i suoi due gemelli. Oggi hanno circa quattro
anni, ma lui non sa dove vivano, con chi, come.
La storia di Congiu, operaio specializzato sardo, ricorda mille altre storie di figli nati
da coppie miste, rapiti, spariti, reclusi nelle ambasciate come Erika e Miriam in quella
italiana del Kuwait. Oppure, e per certi versi, quella del piccolo Elian, il bambino
cubano conteso dal padre e dagli zii emigrati in Florida. Le immagini del blitz degli
agenti speciali americani - diffuse ad arte dagli zii del bambino - provocarono sconcerto
in tutto il mondo. Ma anche in Italia non va meglio: è successa la stessa cosa a Porto
Torres. Gli agenti arrivano in casa di Lucio, comunicano che quello stesso giorno il
tribunale ha deciso il rientro in Francia dei gemelli, prendono i bambini in lacrime e li
consegnano alla madre, Isa Linde, che aspetta a circa venti chilometri dalla città.
Lucio è emigrato in Francia all'età di sette anni con il padre. Fino a poche settimane
fa era cittadino francese, ora ha ripreso la cittadinanza italiana.
Isa Linde è una donna molto ricca di Aix-en-Provence, figlia di un giornalista,
frequentatrice dei salotti bene della Provenza, amica di famiglia del ministro della
giustizia francese. Antonin e Charles, Antonino e Carletto per il padre, sono i loro
figli, abbandonati dalla mamma - che se ne andò di casa - all'età di diciotto mesi e
cresciuti fino al 14 aprile da Lucio. Quando viveva ancora a Aix-en-Provence decise di
chiedere l'affidamento dei figli, ma Isa Linde tornò a casa, facendogli cerdere che tutto
si poteva risolvere. E invece la richiesta in tribunale la fece lei. Era il settembre del
'99. Lucio viene convocato dal tribunale francese il 14 ottobre. Lui prende i bambini e
parte per Porto Torres.
Quando Lucio lascia la Francia - il 24 settembre '99 - non esiste alcun provvedimento di
affidamento. Clamorosamente, la decisione del tribunale francese arriva il primo giorno
lavorativo disponibile, il 28 settembre (quando l'udienza era stata fissata ad ottobre) e,
ovviamente, è a favore di Isa Linde. Non si decide neanche per l'affidamento congiunto, e
in un batter d'occhio Lucio perde qualsiasi diritto sui bambini. Arriva anche il mandato
di cattura internazionale. Intanto, il 3 febbraio, il tribunale dei minori di Sassari
dispone l'affido di Antonin e Charles al papà. Succede però che il 14 aprile lo stesso
tribunale, a fronte della sentenza francese, rovesci la decisione e disponga il rientro in
Francia di Antonino e Carletto. Da allora Lucio ha sentito i bambini una sola volta, per
telefono. "Ma non ho riconociuto la voce - dice - Credo che Isa Linde voglia
cancellare la mia memoria. Ma io sono un punto di riferimento per i bambini. E so che
Antonino e Carletto soffrono più di me".