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TOTU IMPARE PRO SA INDIPENDENTZIA DE SA NATZIONE SARDA

Est arribada s'ora de cumintzare sa bardana pro torrare sa Sardigna a sos Shardanas

Sa tzerachia batut miseria sa suverania batut prosperidade

Tzeladu su ventu sardista si pesat su ventu de s'indipendentzia

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alcatel.jpg (170362 byte)Visita de S.N. a sos traballadores in pelea pro su postu de traballu

Documentu ammainadu dae sos traballadores de sa Mazzoni in pelea pro su postu de traballu   Prus a suta b'est su comunicadu de S.N.

Storia di un licenziamento  di massa, programmato

Una società super potente, francese, Cge ora Alcatel, con un capitate sociale di oltre quindicimila miliardi entra nel mercato italiano nel settore delle telecomunicazioni. acquistando la società Siette Spa di Fireaze.

Una volta entrata nel settore riuscì ad acquistare TeIettra, la più importante azienda di ricerca e costruzione d’apparati tecnologici italiana.

Tale cessione fu tanto osteggiata e contestata dai politici al potere in quel periodo. Con tali operazioni entrò a pieno titolo nel mercato, imponendo pero i prodotti francesi disimpegnando cosi la ricerca e Ia costruzione italiana.

Dopo un decennio di colonialismo decide di disfarsi di quasi tutto il personale di installatori, prima per vie dirette con incentivazioni, prepensionamenti e cassa integrazione. Non riuscendo nel suo scopo incaricò delle società affinché si trovasse un modo legale per risolvere il problerna. Dopo varie terapie venne trovato il rimedio: vendita diretta di ramo d’azienda  ad altre società. Si definì il tutto in base ad una legge di comodo con un accordo sindacale contestato dalle maestranze ma tuttavia sponsorizzato da una parte del sindacato nazionale venne siglata la cessione senza le garanzie dei ministeri competenti alla ditta Mazzoni Pietro di Piacenza.

            “Dopo diciotto mesi, senza il rispetto minimo degli impegni presi, la società acquirente decide di lasciare tutte le regioni del meridione italiano”.

            L realtà sarda di Alcatel si può descrivere per l’alta professionalità e dedizione al dovere dimostrata negli anni dalle maestranze tanto da risultare una delle regioni più proficue d’Italia, nonostante ciò è stata ceduta.  Alcatel, per i suoi primi piani strategici ha mantenuto in regione un presidio composto da installatori e collaudatori di apparati, ma comunque pronta a concorrere, come certamente ha fatto, per realizzare e installare rete telefonica, con tantissimo vantaggio, considerando i pochi costi non avendo in pratica personale diretto.

            Sta di fatto che 199 unità lavorative, non solo sterratori, guardafili e giuntisti ma anche operatori di multimediale sono state cedute alla Mazzoni la quale ha intascato il 70% delle liquidazioni, oltre ad una cospicua somma ( circa 40 milioni ) per ogni dipendente acquisito.

            Nei diciotto mesi in cui si è operato, il nuovo acquirente non si è mai mostrato, nè di persona e tanto meno con investimenti come da accordi.

            Intanto l’alta professionalità dei preposti e delle maestranze hanno ottimizzato l’organizzazione portando la resa pro capite delle unità lavorative a punte eccellenti, ancora più alte della precedente gestione. Ecco il dubbio: “PERCHE’ MOLLA ?”.

            Sarebbe stata molto competitiva:

-           Le altre società concorrenti hanno un organico superiore alle nostre attuali 174 rimaste dopo la fuoriuscita di 25 unità tra dimissioni , messa in mobilità ed esodi volontari.

-           Produttività più alta, secondo i parametri espressi in sede di confronto con Telecom.

                  La domanda ci sorge spontanea “PERCHE’ ?”.

La nostra teoria è:

LA SOCIETA’ MADRE, CIOE’ L’ALCATEL ITALIA LICENZIA 174 UNITA’ A REGOLA D’ARTE CON LA COMPLICITA’ DEL SIG. PIETRO MAZZONI.

L’assemblea dei lavoratori della Mazzoni