Sardigna Natzione - Indipendentzia

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TOTU IMPARE PRO SA INDIPENDENTZIA DE SA NATZIONE SARDA

Est arribada s'ora de cumintzare sa bardana pro torrare sa Sardigna a sos Shardanas

Sa tzerachia batut miseria sa suverania batut prosperidade

Tzeladu su ventu sardista si pesat su ventu de s'indipendentzia

  novas/attividades

  Torra a Buscadore                          Littera de Mario Asproni

PRO SOS DERETTOS DE SOS FRADES PRESOS

LIVORNO 24 DE FREAGLIU 2001

Ho letto l’articolo della Nuova Sardegna del 18/2/2001, mi ha fatto tanto piacere di cui vi voglio ringraziare dell’interessamento che vi state dando  per quanto riguarda noi deportati sardi, essendo io uno dei tanti tra questi.

Sono Mario Asproni di Lula attualmente dettenuto nella sezione E.I.V. del carcere di Livorno ( che mi è stata respinta giorni fa la domanda di avvicinamento) .

Sono stato condannato con sentenza definitiva a 30 anni per il sequestro CASSAN; di cui non mi voglio dilungare più di tanto per quanto riguarda il processo farsa che ho dovuto subire, essendo stata la mia unica colpa quella di avere aiutato un latitante ( per giunta mio parente ), che come dovere morale e per tradizione sarda, in certe situazioni un aiuto non si nega.

Per questo motivo lo stato italiano, dovendo per forza trovare i colpevoli, non ha perso l’occasione e con tutte le montature mi ha messo complice nel sequestro, e con la condanna se ne sono serviti come ragione di stato.

Dopo il primo grado di giudizio sono stato subito trasferito nel supercarcere di Novara, dove avevo meno possibilità di incontrare gli avocati e così di avere meno possibilità di difesa.  Poi in Sardegna ci sono tornato per il processo d’appello e subito di nuovo a Novara .

Durante la mia permanenza a Novara per circa cinque anni; si è ammalata mia madre, e ho fatto delle domande di avvicinamento colloquio nel carcere di Nuoro, con certificati che ne attestavano la malattia e il periodo che gli restava da vivere. Dato che a Nuoro i miei familiari mela potevano portare a vedere quando era ancora in vita. Tutte queste domande me le hanno sempre respinte. Mi ci hanno portato a casa con le manette, perché non si potevano rifiutare, quando ormai non parlave e quasi non mi riconosceva, pochi giorni prima di morire.

E questi sarebbero i metodi che questi signori usano con la loro falsa propaganda di reinserimento con i familiari.

O come certi politicanti sardi rinnegati che scaricano su di noi certi mali della Sardegna, tipo disoccupazione, cagionati da loro, e scaricati a noi come se fossimo stati noi a cagionarli e con queste falsità riescono anche a giustificarsi.

Forse la loro intenzione, usando questi metodi, è che perdessimo la dignità di sardi, invece ha l’effetto contrario, ero Sardo prima  e me lo fanno diventare di più ora.

Tantos salutos Mario Asproni