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  Torra a Buscadore              Litteras de Pietrinu Cucca de Orosei

PRO SOS DERETTOS DE SOS FRADES PRESOS

Badu de Carros 19 luglio 2001   - Cucca Pietrino

Litera inbiada a Sardigna Nazione da su frade presu Pietrinu Cucca, de Orosei, malaidu de enfisema polmonare, presu in sa presone de Badu de Carros – Nugolo

 

AL MAGISTRATO DI SORVEGLIANZA DEL TRIBUNALE DI NUORO

 

Vostro onore le sto scrivendo in seguito al colloquio odierno con i miei familiari che sono stati cortesemente da lei ricevuti . Si tratta di chiedere informazioni sul mio reclamo avverso diniego di o permesso , art. 30 ter, di cui il 28/52001 è stata fissata l’udienza in Camera di Consiglio al Tribunale di Sassari per il giorno 5 luglio 2001:

1)      Perché non sono stato ascoltato, come da me sollecitato tramite matricola il 5 giugno 2001;

2)      In quale ottica è stata apprezzata la mia istanza ( che spiegava il mio atteggiamento nell’occasione in oggetto e, da me speditale tramite matricola il giorno 6 giugno 2001);

3)      Come mai non sono stato ancora informato dell’esito di tale Camera di Consiglio.

CONTENUTO DELL’ISTANZA SU INDICATA

Il sottoscritto Cucca Pietrino, nato ad Orosei (NU) il 19/8/1931 ristretto nel carcere di Nuoro e, in atti generalizzato; letta l’ordinanza emessa dal magistrato di sorveglianza del tribunale di Nuoro, nella quale si respinge la domanda di un permesso premio. Rilevato che la motivazione di rigetto è basata sull’assenza dei requisiti di regolare condotta; ritenendo il provvedimento ingiusto espongo quanto segue:

1)      Premetto che non intendo sottrarmi dalle responsabilità per ciò che concerne la mia partecipazione, civilmente , allo sciopero contro il sovraffollamento nelle celle. La mia  partecipazione è giustificata dal fatto che la cameretta singola da me occupata era condivisa con un altro detenuto, anche se provvisoriamente. Le mie condizioni fisiche, come si   può constatare nella personale cartella clinica ) non mi permettono di stare in un ambiente affollato. Altresì : non è vero che ebbi ruolo di direzione, né offensivo, bensì richiesta negata di un medico perché stavo molto male, ecc, ecc.

Con la presente intendo umilmente sollecitare un’udienza per poterle oralmente esporre alcuni fatti di gravità terrificante, connessi ai fatti che sfociarono nella mia disperazione del 25 settembre 2000, mie grida incriminate con rapporto disciplinare dell’agente che mi ha soprafato deliberatamente col fumo della sigaretta!

C’è un gruppo di agenti di custodia che solidarizzano tra loro torturandomi con il fumo delle loro sigarette pur essendo a conoscenza delle mie gravi condizioni di salute ed esortati pietosamente a desistere da ciò!. Io non godo nessuna ora d’aria o altro svago, su mia rinuncia per evitare di essere a contatto col fumo dei detenuti e soprattutto della guardia accompagnatrice .  Però questi personaggi trovano sempre una scusa per farmi ingoiare la dose giornaliera di fumo che per me significa veleno totale!

Ormai non ce la faccio più ….  Basta un pochino di fumo per provocarmi soffocamento  che se persistenti rigetto quanto ho mangiato.

Conosco parecchi nomi di agenti che meritevoli svolgono il loro lavoro, ma solo uno di questo gruppo ( cero Giacomino Conteddu di Siniscola ) proprio perché non si sentono sul lecito. Però basta guardare chi era lì a quell’ora svolgendo quel lavoro in comportamento aggressivo e si sa chi era e come si chiama.

Ed ecco alcune date terribili:

24/9/2000, ore 8.30 l’agente ed il lavorante entrambi sbuffando fumo dalle loro sigarette mi hanno quasi soffocato.

25/9/2000, ore 7.40 questi ha acceso la sigaretta facendo entrare il fumo abbondantemente nella stanzetta, l’indomani verso le 11 di nuovo all’attacco, questa volta teneva la sigaretta accesa nascosta, mi sono accorto quando mi ha preso una scarica di tosse..

28/9/2000 fruga (perquisizione ) prima dei colloqui con sigaretta ben arroventata in bocca.

2/10/2000, l’agente che manda in sala giochi aveva la sigaretta accesa in bocca. Ecc.  ecc.

L’ultima, oggi . Giorno di colloquio che, i miei familiari hanno atteso tre ore! Io ero pronto. Sono stato prelevato da solo, ma…. Al mio arrivo ai locali dei colloqui stava uscendo e sostando davanti alla rotonda la massa dei colloquianti di prima trasformando l’ambiente in una cappa di fumo: Perché non farmi entrare dopo gli altri ?

La Direzione sta facendo del suo meglio per riportare quest’Istituto a condizioni umanamente vivibili: si distribuisce gratis il detergente per l’igiene a terra e sui sanitari, viene distribuito regolarmente, dentifricio, schampo,  saponette, spazzolini, pettini, due litri d’acqua Smeraldina per soddisfare la lacuna della carestia sui rubinetti, raccolgono l’immondizia due volte al giorno, si mangia abbastanza bene e in abbondanza, ma il gruppo innanzi citato distrugge sia le buone azioni dei detenuti deboli che l’abnegazione dei loro colleghi onesti, stragrande maggioranza per fortuna.

Qui resta molto da fare per portare l’istituto ad idoneità del compito che dovrebbe assolvere: essere prigione e casa circondariale in medesimo tempo; luogo di pena ma di recupero civile, tutto a vantaggio della Società.

Io, signor Giudice, chiedo che mi venga garantito il diritto alla vita !

Si ricordi: per me è in gioco la vita , per questi signori che me la stanno spazzando via, predominio di soprafazione !

Fiducioso che vorrà finalmente ascoltarmi le esprimo i miei vivi ossequi.

Badu de Carros 19 luglio 2001   - Cucca Pietrino

 

Badu de Carros 27 luglio 2001   - Cucca Pietrino

Per conoscenza al                                             Nuoro 27 luglio 2001

 

Procuratore della Repubblica,Tribunale del Malato, Comitato dei Fatti Vostri",Direttore del Carcere Badu 'e Carros, Giudice di sorveglianza,Avvocato Lorenzo Soro

 A Sardigna Natzione

Questa lettera, scritta di getto e senza badare più di tanto alta forma, è un tentativo estremo per attirare la Vostra attenzione riguardo un caso umano drammatico. Siamo i familiari di un uomo di settant'anni rinchiuso dal 1992 nella Casa Circondariale di Nuoro, la cui storia cercheremo in breve di raccontare.

Pietrino Cucca, è questo il suo nome, emigrò ancora giovane insieme alla sua famiglia in Belgio in cerca di fortuna. Lì trovò lavoro presso una miniera dove faticò per 30 lunghi anni; proprio così si ammalò di plomoconiosi e silicosi, mali inguaribili che le accompagnano da allora Una volta rientrati in Italia ci trasferimmo in una casetta a Orosei. un paesino tranquillo sul mare, dove abbiamo vissuto una vita non ricca ma dignitosa c onesta. Finché nel 1992 ~è successo quello che nessuna delle persone che conoscono Pietrino credeva fosse possibile. Un pomeriggio di autunno, andato ad aiutare una cugina che era alle prese con la recinzione di un terreno vicino al paese, fu coinvolto suo malgrado in una rissa scoppiata tra la cugina e i confinanti. Questa rissa degenerò quando dalle parole si passò ai fatti: per difendere la parente e se stesso fu costretto a togliere la vita ad un uomo. Durante il processo però la verità fu coperta dalla paura dei testimoni che forse erano stati minacciati,e lui fu condannato a 19 anni di carcere.

Porse voi che leggete dubitate delle nostre parole, ma noi che abbiamo la fortuna di averlo come marito e padre, sappiamo in cuor nostro che mai egli avrebbe colpito se non per salvarsi. Ciò che però noi chiediamo ora non è una revisione del processo, ma il diritto sacrosanto alla vita! Anche se costretto a stare lontano dalla famiglia da eventi assurdi, Pietrino avrebbe potuto col tempo sopportare con serenità la sua sane, se questo gli fosse permesso; infatti le malattie contratte in miniera, con l'età e soprattutto a causa dell'arroganza delle persone lo stanno portando lentamente alla morte.

Anche se siamo gente semplice sappiamo quali sono le leggi che in Italia vietano di fumare nei luoghi pubblici, tra cui anche il carcere: in teoria nessuno potrebbe farlo se non all'aria aperta. Purtroppo le regole spesso sembrano fatte apposta per non essere rispettate, dato che nel carcere dove lui vive tutti o quasi fumano impunemente in qualunque stanza e in qualunque momento. Chi non fuma ed è sano si limita  a tossire un po', ma per lui che ha i polmoni completamente rovinati ogni sigaretta fumata nel giro di 5 metri è la rovina: chi conosce davvero i mali che lo affliggono sa che non mentiamo e che Pietrino non finge quando immediatamente dopo aver respirato del fumo si sente soffocare e non riesce a respirare finché un medico non gli inietta una medicina che fa lavorare di nuovo i suoi polmoni. Ogni sigaretta per lui è un rischio immediato di morte.

All'inizio provò a chiedere gentilmente alle guardie e ai compagni di non fumare vicino a lui, spiegandogli quali rischi correva, ma non è stato ascoltato. Più lui diceva per favore e per cortesia e più le guardie lo prendevano in antipatia, ridendo anzi per questa sua "fissazione" che toglieva a loro la libertà sacrosanta di fumare come e quando volevano. Col tempo la malattia di Pietrino si è aggravata e lui, per non avere continue crisi ha rinunciato anche all'ora d'aria, ma non è servito neanche questo: ormai le guardie fumano volontariamente fuori dalla sua stanza e quando sanno che è nei paraggi!

Ora lui è costretto a stare sempre chiuso per paura di incontrare un fumatore in vena di fare dispetti, e le sue preghiere alle guardie lo hanno isolato: è considerato da tutte uno scocciatore che finge semplicemente. Ma non è finita: quando sono programmate le visite dei parenti i reclusi sono fatti uscire dalle celle e portati in una sala d'aspetto dopo averli fatti passare attraverso il controllo delle guardie: quella stanza e il corridoio pieno di guardie si riempiono di fumo, tanto da costringerlo a tornare in cella per non morire. Anche in questo caso ha chiesto alle guardie di non fumare ma ha ottenuto solo che ora appena lo vedono arrivare si accendono una sigaretta.

Questo è il luogo in cui Pietrino vive, rischiando ogni giorno che una crisi di asfissia particolarmente forte lo uccida. I soprusi da parte delle guardie sono ormai senza ritegno, e perché anche voi sappiate vi facciamo ora qualche esempio recente. A Maggio di quest'anno fu accompagnato all'Ospedale per una visita, e anche allora le guardie che lo scortavano non hanno perso l7occasione, cominciando a fumare in sala d'attesa; dopo l'ennesima lamentela da parte sua, si è sentito rispondere che loro erano libere di fumare in ogni momento davanti alla sua faccia. Qualche tempo fa, quando si è accorto che ancora una volta la guardia fumava proprio davanti alla sua cella, gli ha chiesto di smettere e di nuovo si è sentito rispondere che avrebbe fumato lo stesso anche se lui si lamentava; a quel punto, esasperato e temendo una nuova crisi ha augurato alla guardia di provare quello che lui provava di fronte al fumo cosicché potesse credere alla sua malattia. Gli è stato fatto rapporto disciplinare, è costretto ad ogni genere di soprusi cd è stato fatto a lui  un rapporto disciplinare! Il mercoledì lì Luglio dopo un colloquio noi familiari ci siamo senti ti dire dal sostituto dell'ispettrice che a Badu 'e Carros non ne possono più delle lamentele di Pietrino, e che lui non può impedire a tutti quelli che vogliono di fumare!

Pietrino ormai ha capito che non riuscirà ad ottenere niente chiedendolo a chi ha poco potere, e si è rivolto ultimamente al nuovo comandante delle guardie, che ha immediatamente ordinato che lui avesse una stanza privata per i colloqui e che potesse uscire nel cortile quando non e; sono fumatori. Inoltre ha ottenuto di poter parlare con il direttore del carcere che sembra disposto ad aiutarlo. Eppure i problemi restano per l'arroganza delle guardie e di quelli che non considerando così grave la sua malattia continuano a fumargli in faccia appena ne hanno occasione e lo trattano come una cosa. Anche se chiuso in carcere ogni cittadino ha il diritto di chiedere e di ottenere delle garanzie per la stia salute!

Fino ad oggi però la situazione non e cambiata più di tanto e ad esempio la lettera che ha scritto per mezzo matricola al Tribunale di Sassari dopo il rapporto disciplinare non ha ottenuto risposta. Avrebbe inoltre diritto a dei giorni di visita a casa ma inspiegabilmente le sue richieste finiscono sempre sotto tutte le altre! Noi sappiamo che per la sua situazione la soluzione migliore sarebbero gli arresti domiciliari, per poter respirare aria sana ed essere curato come si deve; se poi si considera che ha settant'anni, non si capisce proprio perché non è mai stato fatto uscire neppure per un giorno. Eppure tanti brigatisti rossi circolano liberamente per le strade italiane!

Tante cose in questa lettera non sono state dette, e forse non siamo riusciti a toccare il vostro cuore, noi lo speriamo vivamente, affinché un uomo smetta di augurarsi in continuazione la morte e possa vivere davvero.

Se avete letto queste righe vi ringraziamo fin d'ora, e vi salutiamo cordialmente