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  Torra a Buscadore       Litteras de su gheneru de zia Grazia Marine (Seq. Melis)

PRO SOS DERETTOS DE SOS FRADES PRESOS

Orgosolo 03/09/2001   - Mario Congiu

 

Ai Direttori dei giornali;

Alle Segretene dci Partiti

SARDIGNA NATZIONE

 Egregi Direttori dei Giornali, Onorevoli Deputati e Senatori,Chi vi scrive sono i familiari della Signora Grazia Marine e di suo figlio Antonio Maria Marini, processati e condannati per il sequestro della Signora Silvia Melis.

Il tribunale di Lanusei li ha ritenuti responsabili di questo orribile reato. Noi siamo qui a gridare la loro innocenza e l'assoluta estraneità ai fatti loro addebitati.

Le accuse sono state confezionate su misura contro delle persone che si vuole a tutti i costi far marcire in galera per il semplice fatto che sono abitanti di Orgosolo Paese evidentemente ritenuto da taluni inquirenti e magistrati, che nutrono dei pregiudizi nei confronti della comunità Orgolese, ritenendolo un covo di delinquenti e di banditi, criminali e sequestratori

Ed è in quest'ottica che negli ultimi anni è in corso, da parte di alcuni inquirenti, una continua persecuzione, fatta di sentenze "esemplari", sempre dai contorni molto dubbi e da indagini superficiali e insufficienti, Azioni mostruose che tendono spudoratamente a ricercare tutti i responsabili dei sequestri di persona esclusivamente a Orgosolo, e che dimostrano un odio smisurato nei confronti della nostra comunità ,quasi a volerla eliminare dal contesto civile e democratico. Nonostante la grande disponibilità di uomini, di mezzi e di strumenti sofisticati a disposizione degli inquirenti, e l'enorme quantità di risorse economiche, non si poteva non giungere ad un unico e prevedibile risultato: individuare i colpevoli a Orgosolo, per continuare l'opera di pulizia nel covo dei criminali.

Relativamente alle indagini:

Primo indizio, nel periodo di prigionia che va dal 16 marzo 1997 al 5 giugno dello stesso anno, la sequestrata parla di rintocchi di campane, svuotamento dei cassonetti dell'immondizia, serrande che si aprono e si chiudono. le campane ( che si sentono distintamente in almeno tre quarti della città ), stranamente non sono del paese di Orgosolo, ma della parrocchia di San Giuseppe in Nuoro, guarda caso a poche decine di metri dall'abitazione del defunto marito della Sig.ra Grazia Marine, che vi abita con discontinuità, preferendo alla casa a Nuoro la casa di Orgosolo dove risiedono i figli. Quale punto più interessante per concentrare le indagini?

Vengono sentiti tutti gli abitanti del quartiere intorno alla parrocchia per capire se avessero notato qualcosa di sospetto che potesse ricondurre alla Sig.ra Marine e famiglia, ma nessuno ebbe a riferire alcun particolare di rilievo. Non vennero però ascoltati gli abitanti di casa Marine, perché probabilmente si mirava da subito alla loro

presunta colpevolezza. Dopo gli ennesimi interrogatori delle persone del quartiere, l'attenzione degli inquirenti si concentra su una giovane di origine Cilena, vicina di casa della Sig.ra Marine (la poco orfana dei genitori, dal carattere molto fragile e dalla personalità incerta, "fidanzata" con un giovane di Nuoro, conosciuto alle forze dell'ordine come un "delinquentello" che vive di espedienti, entrambi con seri problemi a sbarcare il lunario. E' in questo contesto di disagio sociale e di bisogno che gli inquirenti tentano di  aprire una breccia" ricostruendo e collocando il cosiddetto "buco nero"di cui parla la sequestrata, proprio in Via Trento 19 in Nuoro, in casa della Fam. Marine.

Infatti la ragazza Cilena nonostante gli interrogatori precedenti non avesse mai riferito nulla che potesse ricondurre alla casa in oggetto, improvvisamente riferisce agli inquirenti elementi che riconducono con certezza alla casa della Sig.ra Marine come possibile prigione della sequestrata Sig.ra Silvia Melis.

E' chiaro che a seguito di pressanti, mirati e incisivi interrogatori nei confronti della ragazza, alla quale è stata promessa protezione e l'elargizione di un compenso fisso quale collaboratore di giustizia, nonché l'interessamento, affinché il fidanzato potesse essere sistemato assumendolo in un' azienda regionale, quest'ultima è diventata improvvisamente il maggior capo d'accusa dei nostri familiari.

Racconta, fra tante contraddizioni, imprecisioni, ritrattazioni e tentennamenti, che un preciso giorno di giugno del 97 alle ore 23.30 ( come avrà fatto a distanza di quasi due anni a ricordarsi un giorno preciso e un 'ora precisa in cui sentì il rumore di un'auto che la svegliò?? ) "fu svegliata dal rumore di due auto col motore accesa molto accelerato, che sostavano davanti all'abitazione della Sig.ra Grazia Marine, dalla quale due individui portavano fuori una donna e la caricavano su una delle due auto, che ripartivano a grande velocità".

Intanto la cosa molto strana è che a questo avvenimento abbia assistito e sentito solo Lei, e nessun altro vicino, visto che il rumore creato dalle auto e il trambusto furono così grandi e visto che la Via in questione è al centro di Nuoro e molto popolosa. Inoltre la Sig.ra Silvia Melis colloca l'uscita dal "buco nero" alle 21.15, non sente assolutamente nessuna auto su di giri, né si ricorda, una volta caricata sull'auto, di una partenza a forte velocità. E' possibile che dei sequestratori, spettacolarizzino il trasferimento dell'ostaggio in questo modo? Neanche il più imbecille dei criminali avrebbe portato a compimento un' azione così delicata che per cautele e l'istinto di conservazione avrebbe imposto procedure e modalità tutt'altro che rumorose. Se è vero quello che afferma la Sig.ra Melis, indicando l'orario di uscita dal" BIJCO NERO" alle 21.15 del 5 giugno, sembra alquanto improbabile che, con il via vai di gente che c'è a quell'ora d'estate in una via al centro della città, dei sequestratori possano azzardarsi a fare quello che ha dichiarato la "supertestimone".

Questo e1>iso(1io è stato la base di tutta l'accusa e l'unica prova "diretta" e "schiacciante" a carico della Sig.ra Grazia Marine, di suo figlio e di un altro coimputato, che si sono visti infliggere dal tribunale di Lanusei 25 anni la prima ,30 il secondo e 26 il terzo coimputato, queste dichiarazioni sconclusionate e imprecise, sono state considerate la PROVA PILASTRO dell'impianto accusatorio, senza che nessun altro vicino o dirimpettaio che in egual misura avrebbe potuto benissimo vedere o sentire l'episodio raccontato dalla teste, non ha potuto avallare minimamente ne parzialmente le sue farneticanti dichiarazioni, per il semplice motivo che quell'episodio non è mai avvenuto. Tre persone che niente hanno a che fare con questa terribile vicenda, con lati oscuri su cui qualcuno vuole continuare a tacere. (si veda la vicenda che ha visto coinvolto un magistrato del tribunale di Cagliari poi suicidatosi, che con altri personaggi più o meno noti sono stati rinviati a giudizio dal tribunale di Palermo per presunte estorsioni nei confronti del padre della sequestrata)

Altro fatto inquietante é relativo a un foglio di servizio compilato da una pattuglia della Polizia, che durante un posto di blocco sulla Nuoro-Orgosolo, avrebbero fermato Antonio Maria Marini con il Sig. Pasqualino Rubanu per un normale controllo, nella stessa data e ora stampati su di uno scontrino fiscale, che In sequestrata ricorda aver rinvenuto dentro la busta della spesa, con alimentari a Lei destinati. Il foglio di servizio in oggetto é pervenuto nell'aula del tribunale in fotocopia e con un evidente correzione della data in cui é avvenuto il controllo della Polizia. Nonostante le ripetute richieste da parte degli avvocati difensori non é stato mai possibile visionare in alcun modo il foglio originale di servizio di cui sopra, che avrebbe dimostrato la non coincidenza di quella data con quella dello scontrino.

Quali sono i motivi che non hanno permesso la visione del documento suddetto?

E' stata fatta una battaglia smisurata per impedire che l'originale pervenisse in aula, o quanto meno giungesse il supporto magnetico in essere presso la Banca Dati del Ministero dell'interno. E' possibile che in un'aula di un Tribunale, di uno stato democratico ,possa essere presa per buona una volgare fotocopia anziché l'originale di un documento accusatorio?

Questi, Signori, sono gli unici indizi e capi accusatori sulla base dei quali tre cittadini della Repubblica Italiana sono stati condannati per sequestro di persona!!

'fante altre contraddittorietà sono emerse durante il dibattimento e per poterlo capire meglio Vi invito a leggere gli atti processuali o visionare i filmati dell'emittente "SARDEGNA I TV" che ha ripreso quasi integralmente un anno di udienze, all'interno dei quali la Sig.ra Grazia Marine viene descritta "come    criminale incallita dedita solo a delinquere". Per la prima volta a Orgosolo una madre di famiglia viene accusata di simili reati. Una madre che ha lavorato tutta la vita come una schiava per tirare su 10 figli, facendo i lavori più umilianti e duri, il suo attaccamento al lavoro di donna instancabile, è unanimemente riconosciuto da tutta la comunità orgolese e anche dai suoi vicini dell'abitazione di Nuoro9 ma tant'é, il parere degli abitanti di "un simile paese" non può essere ascoltato perché sicuramente tende a coprire dei criminali.

Oltre 20 anni fa rimase vedova e dovette sobbarcarsi l'onere di tirare su la famiglia da sola, senza scoraggiarsi, ma rimboccandosi le maniche e lavorando sodo, come ha fatto sempre fin da bambina. lì giorno prima che venisse arrestata stava lavorando presso un ristorante di Orgosolo. Per lei non sono mai esistiti giorni (estivi ne ferie. A noi tutti, figli, generi e nipoti, ci ha sempre profuso l'onestà, l'educazione, il rispetto del prossimo;   Mai avrebbe pensato che dopo una vita di enormi sacrifici e rinunce, la sua esistenza e quella dei suoi familiari, fosse infangata e umiliata in questo modo.

Da circa ventisette mesi si trova rinchiusa in carcere senza sapere perché, non sa darsi pace, pensando continuamente alla famiglia e al dolore dei figli che si sono visti oltraggiati e umiliati nel vedere la madre rinchiusa in carcere con un' accusa così pesante e infamante, il regime di carcere duro a cui è sottoposta la sta minando nel fisico e nel morale, nonostante le sue precarie condizioni di salute, è sofferente di cuore, di calcoli renali e di pressione bassa gli sono stati negati gli arresti domiciliari, nell'ultimo colloquio (30 agosto 2001) avuto con i propri familiari vi era una donna incapace quasi di reggersi in piedi aveva difficoltà a parlare, faceva fatica a concludere un discorso

Pareva sotto l'effetto di dosi elevate di tranquillanti o psicofarmaci, evidentemente è l'unica cura che gli viene somministrata, capace di "guarire qualsiasi malanno", nonostante il suo evidente malessere fisico continuava a incoraggiarci e ci invitava a non perdere la speranza nella Giustizia che sicuramente anche questo terribile incubo sarebbe finito, certamente. Lei non è un personaggio importante e conosciuto e che possa godere di amicizie importanti, che quando malauguratamente in casi rarissimi finiscono in galera, anche solo per un semplice raffreddore gli vengono concessi gli arresti domiciliari, evidentemente è considerata persona capace di tornare a delinquere o esserci pericolo di fuga!!! Chissà in quale paese lontano e sicuro da estradizioni si sarebbe rifugiata, oppure quale altro progetto criminale potrebbe organizzare!!!! Le indagini, che dovrebbero essere improntate alta ricerca della verità e all'individuazione CERTA dei colpevoli, sono state fatte con accanimento e odio ,mirate a individuare i capri espiatori a tutti i costi, se questi poi sono di Orgosolo tanto meglio, tutto diventa più credibile.

L'accanimento smisurato dimostrato dai P.M. e dagli investigatori da Loro dipendenti nei confronti degli imputati e il modo in cui venivano interrogati i testimoni a difesa dalla quale si cercava in tutti i modi possibili di screditarli, quasi ad additarli come possibili complici, tendendo a sminuire e ritenere non veritiera la deposizione resa in favore degli imputati, questo atteggiamento ostile denotava l'intento persecutorio ostentato nei confronti di coloro che li si vuole ritenere colpevoli ad ogni costo I testimoni e quindi le testimonianze, siano esse di accusa o di difesa dovrebbero essere rese in piena autonomia e prive di condizionamenti o pressioni di alcun genere, ascoltate valutate e se il caso cercare i riscontri necessari, non cercare con accanimento di screditare la persona per il solo fatto che quella deposizione può essere favorevole agli imputati. Un Magistrato, sia esso inquirente o giudicante, rappresenta lo Stato, nello svolgere le sue funzioni deve innanzi tutto essere imparziale e obiettivo, privo di condizionamenti e pregiudizi nei confronti di chicchessia, sia esso una singola persona o i cittadini di una determinata area geografica, certo il dovere di un Magistrato è quello di perseguire i reati, svolgere le indagini atte a perseguire e individuare i colpevoli, cercando e raccogliendo prove e testimonianze che siano attendibili e certe, genuine e prive di qualsiasi forzatura, durante lo svolgersi e l'evolversi di un anno di dibattimento tutto questo a nostro modo di vedere non vi è stato, si è voluto a tutti i costi far passare per veritiera la testimonianza della cosiddetta «supertestimone", che di super aveva l'instabilità nell'esporre e riepilogare fatti e circostanze, in modo incerto e traballante fra ritrattazioni dubbie e probabilmente abilmente studiate, ammissioni contraddittorie e incerte, e l'insicurezza dimostrata durante la sua deposizione nell'esporre un presunto episodio che sicuramente non ha mai assistito (a questo proposito sarebbe utile, per dare la misura dell'attendibilità della teste rivedere i filmati di quelle udienze).

Noi non vogliamo perdere la fiducia nella Giustizia e nella verità, ne nello Stato, ma la dura e ingiusta sentenza del tribunale di Lanusei ci ha lasciati sconcertati e addolorati, mai avremo potuto pensare che una condanna potesse basarsi su indizi così incoscienti. (Ci auguriamo che la Corte d'Appello, alla quale faremo ricorso, sappia giudicare con oculatezza e serenità, e soprattutto sulla base di prove certe e inconfutabili

A Voi Signori delle redazioni giornalistiche in indirizzo, Vi invitiamo a seguire ilprocesso d'appello, sarete voi stessi a giudicare, non perché pretendiamo di avere una cassa (li risonanza, ma perché sia dato il giusto spazio e rilievo a un processo, che nel primo grado di giudizio ha evidenziato molti dubbi e perplessità, condannando tre cittadini di Orgosolo, che vogliamo credere faccia sempre parte della Repubblica Italiana, in nome del quale Popolo è stata emessa una sentenza di condanna.

A Voi Signori Deputati e Senatori affinché vigiliate sull'applicazione delle leggi in un paese democratico, e di uno Stato che la popolazione di Orgosolo ha ancora bisogno e che ancora non conosce se non attraverso gli esattori, le divise dei Carabinieri e della Polizia.

Infatti la presenza di forze dell'ordine a Orgosolo in rapporto agli abitanti (4500) è una delle più alte d1ltalia. Nonostante tutto, del tutto ingiustificata è tale concentrazione di uomini e niezzi1 visto che in altri centri d'Italia la situazione è ben peggiore. Avremo voluto che lo Stato fosse presente anche sotto altre forme per aiutare le nostre zone a emergere dalla recessione economica cronica, per dare risposte concrete ai problemi occupazionali e sociali e non solo per esigere, ordinare e reprimere, (li mostrandosi debole con i forti e forte con i deboli, non emettendo sentenze affrettate e sbrigative, pur di avere dei colpevoli ad ogni costo da immolare sull'altare della Giustizia per dare all'opinione pubblica l'immagine dell'ottimo funzionamento della macchina giudiziaria.

Non vorremo essere fraintese e non vogliamo creare polemica alcuna, nessuno e contro le forze dell'ordine o la Magistratura, tutt'altro, abbiamo stima e rispetto per chi opera per l'osservanza il rispetto e all'interno delle leggi dello Stato per un comune vivere civile e democratico, ma vorremo sentirei meno assediati, vorremo sentirei cittadini uguali a tutti gli altri. E forse sarebbe anche il momento che questo Stato ci desse più fiducia, perché tanto ancora si deve fare per le zone interne della Sardegna.

Cordiali Saluti       Mario Congiu Via del Lavoro 4    08027 ORGOSOLO  NU Genero della Signora Grazia Marine Anche a nome di tutti gli altri figli della Signora Marine

Orgosolo li 03/0912001